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(RegioneInforma) LA CHIESA DEL MONASTERO DI SANTA MARIA DELLA SCALA DI VENOSA
24 febbraio 2005
(ACR) - Nel documento del 29 settembre 1589, che troviamo nella platea del Monastero di Santa Maria della Scala di Venosa, si ha la prima e dettagliata descrizione della chiesa del monastero. Il documento fa parte degli atti della visita del vescovo Rodolfo da Tossignano, ed è redatto in latino e in italiano. La parte in latino è relativa alla edificazione di un nuovo convento, a seguito del trasferimento entro le mura della città e della sistemazione degli altari nella chiesa. E' presente tra gli altri – secondo quanto riferisce lo stesso vescovo (il documento è firmato dal prelato) – il procuratore Felice Carella, al quale le monache devono 20 ducati di provvigione per i sui servigi: riscuotere le entrate annue, gli affitti e le vendite. Prosegue poi con l'elenco delle spese necessarie per la fabbricazione del nuovo convento dentro le mura della città : La Chiesa così come appariva prima dell'inizio dei restauri contava i seguenti altari : 1. L'Altare della Vergine 2. La Cappella sotto il titolo de' Santi Apostoli Giacomo e Filippo ex familia Cescorum 3. La Cappella sotto il titolo di San Lorenzo de familia Cordelia 4. La Cappella di San Leonardo de familia Trancheda 5. La Cappella di Santa Barbara de Ferrara 6. L'Altare di Santa Lucia 7. La Cappella di Santa Maria della Croce de familia de Mauro 8. La Cappella di Sant'Angelo de familia Altruda 9. La Cappella di San Donato de familia Torchietto 10. La Cappella di Santa Maria della gratia, che era della Confraternita di Santa Maria de Scalis Un altro documento , questo interamente in latino, ci riferisce della visita alla chiesa di monsignor Perbenedetti avvenuta il 4 luglio 1612, pochi giorni dopo la visita al monastero. Tra la prima e la seconda visita, nonché tra la fase iniziale dei restauri e il loro sviluppo successivo, per un periodo di tempo che copre ben 23 anni, assistiamo a vari cambiamenti. Innanzitutto è da notare la presenza dei Trancheda sia nel primo elenco che nel secondo, anche se cambia il Santo al quale è dedicata la cappella; presente anche la famiglia Cesco che al contrario dei primi mantiene la cappella dei Santi Giacomo e Filippo, e anche l'altare di San Lorenzo che resta della famiglia Cardelia. Scompare l'altare di Santa Lucia che viene dedicato a San Rocco, mentre quello di San Donato passa dai Torchietto ai Ricciardelli, così come l'altare di Santa Maria della Croce passa dalla famiglia de Mauro a Cesare Bove. L'altare maggiore resta ovviamente dedicato alla Vergine La chiesa fu consacrata dal vescovo Taurusio il 3 maggio 1662, tuttavia non vi è traccia di documento nella platea che attesti l'avvenuta consacrazione, si fa menzione solo dell'architrave della chiesa, sul quale era inciso: F.Hy. TAURUSIUS EPISCOPUS VEN. III MAIJ MDCLXII HANC CONSECRAVIT ECCLESIAM In essa vi sono cinque altari: dell'Assunta, di San Teodoro Martire, di Santa Lucia Vergine e Martire, di San Michele Arcangelo e dell'Addolorata. L'indagine sul convento di Santa Maria della Scala per il momento si arresta qui. Si è scelto questo convento per far capire le modalità e le procedure di istituti religiosi e di personaggi grazie ai quali si formavano, vivevano e perpetuavano tradizioni, usi e modi di vivere che il tempo sembra aver cancellato, ma che gli archivi conservano gelosamente in attesa di essere aperti e studiati. La testimonianza che ci offrono è forte e significativa non solo da un punto di vista storico, ma anche umano: un terreno fertile nel quale affondano le nostre radici. (C.G.)