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(RegioneInforma) I SANTUARI NATI INTORNO AL CULTO SACRO DELL'ACQUA
04 marzo 2005
I bagni lustrali di San Chirico Nuovo
(ACR) - La Basilicata è terra di acque. Lo è da sempre. E così la sua storia è fatta di popoli giunti dal mare, dai fiumi, un tempo navigabili, dai corsi impetuosi e gonfi, ed è fatta di genti nate nella sua terra e sviluppatesi intorno all'acqua. Fonte di vita, di ricchezza, di progresso, dal valore lustrale, religioso e sacro. Intorno all'acqua le antiche genti di Basilicata hanno dato vita a riti e miti, hanno intriso il loro senso del divino e ne hanno estratto il loro senso della vita. Cerchi magici di naiadi danzanti, di sorgenti purificatrici, di fonti sorgive animate da elementi magici e divini, che hanno nei secoli disegnato il percorso spirituale, sacro ed esoterico di un popolo antico di millenni. San Chirico nuovo è un piccolo comune di poco meno di mille abitanti, molto meno dei suoi anni di storia documentata. Anticamente colonia ellenica, il paese ha custodito di questa era storica importanti testimonianze archeologiche, preziosi elementi con cui rievocare importanti tasselli di un variegato mosaico, qual era quello che il popolo lucano, influenzato da quello greco, ha saputo intagliare in questa terra nella valle del Bradano e prossima a quella del Basento tra il Vi e il V secolo a.C. . Quello che maggiormente animava l'esistenza della gente ellenica, e che poi veniva logicamente trasferito in ogni colonia da esso fondata era il suo profondo senso religioso, ed il senso della vita, che prediligeva senza dubbio il momento associativo, quindi pubblico, e di cui il tempio ed il santuario rappresentano gli elementi topici del loro senso della vita, civile e religiosa. Entrambi concepiti per integrarsi nella natura, ponendosi in essa e mai prevaricandone le perfette geometrie e le armoniose sequenze, il tempio e il santuario suggellavano quella mistica unione dell'umano col divino, ravvisato in ogni foglia mossa dal vento, in ogni alba e tramonto, in ogni goccia che sgorgava da una sorgente o dava vita a una distesa d'acqua. Luogo di culto, di purificazione e di devozione, il santuario trovava la sua naturale collocazione nelle vicinanze di fonti, abbastanza lontane ai centri abitati e immersi in una fitta vegetazione, per meglio simboleggiare la primitiva simbiosi fra una natura che crea e l'uomo, sua creatura. Certamente fondato dai Lucani, il santuario elegge l'intera area su cui esso sorge a luogo sacro, elemento centripeto per i piccoli pagi sorti tutt'intorno. Siamo nel Iv secolo a.C., fervono i lavori, che tuttavia non danno vita ad un edificio imponente, quanto piuttosto ad un luogo raccolto, stretto introno al suo cuore pulsante, ossia la cella sacra, che occupa un'area di circa 20 metri e che custodisce la statua della divinità, che nel caso di San Chirico Nuovo è senz'altro a ricondurre ad Artemide, "Artemis Bendis", dea dai molteplici culti, dalle varie virtù. Ella è signora degli animali, dei cambiamenti di stato, e questo giustifica la sua vena salvifica, giacchè è sotto la sua egida che uomini e donne riescono ad oltrepassare il limite dell'impurità per avviarsi verso la nettezza dello spirito e del corpo, suggellato dal classico bagno lustrale. E poi ancora Artemide, spesso in abbinata con Demetra, divinità guerriera, protettrici delle giovani spose e delle partorienti. Ecco il perchè dei tanti ritrovamenti di statuette in terracotta raffiguranti le divinità in assetto di guerra, o abbigliate con copricapi zoomorfi, per lo più ricavati da teste leonine. Demetra è anche dea dei misteri, della vita che rinasce con la Primavera, e infatti molte sono state le miniature in cui giovani fanciulle recavano cesti di pani e di frutti. Artemide "Soteira", ossia colei capace di salvare, proprio come le acque sacre , le sorgenti in cui ritrovare con le abluzioni la purezza e il totale rigeneramento del corpo e dell'anima. Il Santuario di san Chirico Nuovo viene in seguito rimodernato, ampliato, e presenta una percorso che ,iniziando simbolicamente dalla sorgente e completandosi dinanzi alla sacra cella, trova il suo acme nel bagno lustrale, effettuato appunto nelle acque pure della sorgente, acque che si rinnovano continuamente, per preparare l'iter mistico sacro che si perfezionerà con l'incontro della divinità e quindi con la più alta consacrazione dell'uomo. Siamo ancora nel IV secolo quando il Santuario subisce un ulteriore ritocco : una nuova cella, in posizione leggermente sfalsata, probabilmente per impedirne l'allagamento, si sostituisce alla prima, di cui mantiene assolutamente orientamento e grandezza. Le tante testimonianze votive ritrovate dagli archeologi sono accomunate tutte, presso il Santuario, da una forte incidenza delle figura femminile, sotto sembianze divine, ma non solo, a suggello di una profonda unione delle genti con la natura, la vita che essa genera e che attraverso la donna si rinnova "ab aeterno". Unica divinità maschile, quella di Eracle, che proprio Dio non era, ma che proprio per questo ai Lucani piaceva particolarmente: il suo esempio di valore, di forza fisica e di ingegno li spronava ad essere altrettanto aitanti e valorosi, certi di poter emulare le gesta di un semidio, che proprio in virtù della sua componente umana pareva meno inarrivabile di una divinità "D.O.C." contro cui nessuno si sarebbe mai immaginato di gareggiare. Certo oggi l'area che circonda San Chirico Nuovo è meno folta in fatto di boschi, e certamente non esistono più quegli antichi sentieri lustrali, eppure andarci, ricalcando lo spirito e i percorsi delle antiche genti lucane, recandosi presso quelle fonti che ancora sgorgano ottima acqua fresca e pura, regala la sensazione che quell'ancestrale legame con la natura, con l'acqua e il suo valore noi non l'abbiamo reciso mai, e sia giunto intonso dal viaggio nei millenni. (M.R.)