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(RegioneInforma) PREMIATO IL MIGLIOR OLIO D'OLIVA LUCANO

21 marzo 2005

© 2013 - olio2.jpg

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(ACR) - L'olio extravergine di oliva è da sempre uno dei prodotti simbolo della Basilicata. Una risorsa produttiva che caratterizza l'identità paesaggistica ed ambientale del territorio. Un elemento che si lega alla lunga storia contadina e alla cultura della Lucania. Il "Premio Olivarum", giunto alla sua sesta edizione, è il riconoscimento al miglior olio extravergine di oliva prodotto in regione. Quest'anno il primo posto è andato al "Nobile di Rotonda Fruttato" del frantoio oleario "Le vecchie macine". Al secondo posto, a pari merito, si sono classificati: l'olio del Frantoio di Pietro Biscione di Cancellara e "La Majatica" prodotta da Donato Valluzzi di San Mauro Forte. Accanto ai premi principali sono stati assegnati due Gran Menzioni per la particolare attenzione rivolta all'olio di qualità lucano: a Erminio Monteleone, del Dipartimento di Biologia, difesa e biotecnologie agroforestali dell'Università di Basilicata; a don Pierino Di Legge, presidente della Cooperativa di Aliano. Quattro i riconoscimenti speciali alle: Cooperativa di Tutela del Pollino; Cooperativa "Rapolla Fiorente"; oleificio di Montemurro; Associazione olivicoltori del Sauro di Corleto Perticara. La premiazione è seguita ad un convegno-dibattito sullo stato attuale dell'olivicoltura, sugli scenari e sulle possibilità di crescita per questo importante settore agricolo dell'economia regionale. Il Dipartimento Agricoltura e Sviluppo Rurale, sin dal 1997, primo anno di applicazione del Programma regionale sulla qualità dell'olio, ha avviato un'operazione tesa alla diffusione della cultura sulla qualità dell'olio, creando nuove professionalità tra tecnici e produttori, promuovendo l'innovazione tecnica e organizzando azioni di marketing per la commercializzazione e l'esportazione del prodotto. Tra i risultati ottenuti c'è l'ottenimento della prima Denominazione d'Origine Protetta della Basilicata (olio extravergine d'oliva Dop del Vulture), riconoscimento per le olive prodotte e trasformate nel territorio dei Comuni di Melfi, Rapolla, Barile, Rionero in Vulture, Atella, Ripacandida, Maschito, Ginestra e Venosa. E' stata avviata la procedura anche per il riconoscimento di un secondo marchio regionale di qualità. Tra la fine di aprile e gli inizi di maggio ci sarà anche l'audizione per la Dop regionale. Certificazioni queste che garantiscono i produttori ed i consumatori, ma che impongono dei limiti e delle regole da rispettare. Le Dop aiutano le esportazioni e le vendite, ma dietro c'è un duro impegno dei produttori per onorare il disciplinare. Questi riconoscimenti rappresentano una serie di opportunità e nello stesso tempo altrettanti vincoli che vanno nella duplice direzione di rassicurare chi compra e chi produce sulla certezza della tracciabilità dell'olio e sulla storia del territorio, cui quel prodotto appartiene. Sull'applicazione di queste regole vigileranno una struttura di controllo e un comitato di sorveglianza, costituite dalla Camera di Commercio di Potenza. Accanto a questi riconoscimenti, importanti per la valorizzazione del prodotto, in Basilicata si è avuto un aumento della superficie coltivata attestata sui 29mila ettari con circa 40mila aziende e una produzione di olio d'oliva che raggiunge le 13mila tonnellate annue. E' cresciuto anche il numero di aziende che commercializzano il prodotto in Italia e all'estero. Proprio in vista di un aumento delle esportazioni verso la Germania Horst Schafer Schuchardt, esperto oleario del mercato tedesco, ha sottolineato la necessità di bloccare quegli olii dubbiosi, che vengono spacciati sotto la categoria di extravergine d'oliva. Quello che nel suo Paese è conosciuto come il "papà dell'olio", regista di un documentario sulla storia millenaria dell'olio d'oliva, ha posto l'accento sulla tracciabilità del prodotto. I tedeschi non hanno l'abitudine di usare l'olio in cucina, come si fa in Italia, sia per mancanza di superfici estese di uliveti sia per scarsa cultura in questo senso. L'olio è considerato più che altro una buona medicina per il colesterolo. I tedeschi preferiscono quelle varietà che non presentano profumi e gusti intensi. D'altra parte non conoscono le proprietà delle numerose marche di olio d'oliva che approdano nel loro Paese anche perché nei centri commerciali i clienti si servono da soli, per cui non c'è possibilità di avere informazioni sulle proprietà dei diversi prodotti. Fondamentali quindi la promozione, realizzata tramite premi come l'Olivarum e iniziative di degustazione nazionali ed internazionali, utili alla conoscenza e alla differenziazione delle varietà. (R. A.)

Redazione Consiglio Informa

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