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(RegioneInforma) A RAPOLLA MESSA CRISMALE DOPO 477 ANNI
21 marzo 2005
(ACR) - A distanza di quasi cinquecento anni a Rapolla si rinnova il rito della messa crismale. L'evento religioso, unico in diocesi, si celebrerà il prossimo mercoledì 23 marzo nella Cattedrale del centro vulturino. E' un fatto di portata storica per il paese. Bisogna risalire al 1528 per trovare un precedente, quando Rapolla era ancora sede vescovile. La diocesi del paese nasce prima del 1012, come dimostrato dagli atti del papa Benedetto VIII, quando nomina il primo vescovo del paese (Ugelli 1707, VII, c. 820). In seguito ad un'altra bolla papale del 1068 la diocesi, insieme a quella di Melfi, viene sottomessa alla sede apostolica. Con i Normanni si arricchisce di privilegi feudali e di dipendenze ecclesiastiche. Molti sono i documenti attestanti le richieste dei vescovi per il pagamento delle decime, numerosi quelli riguardanti gli inventari dei redditi e dei beni immobili appartenenti al vescovado. In un documento del 1361, contenente gli elenchi degli ecclesiastici tenuti a versare il censo alla curia papale di Avignone, il vescovo di Rapolla è riportato come colui che dà circa la metà della somma concessa dal clero lucano al papa (il censo delle diocesi lucane era 730 fiorini: 355 Rapolla, 112 Venosa, 82 Acerenza ecc.). Ma la ricchezza della diocesi è destinata a scemare. Nel 1528 è nominato vescovo Antonio Pucci. Egli rinuncia in favore del nipote Giannotto, già vescovo di Melfi. Così vengono riunite in una sola persona due delle diocesi più grandi della regione (decreto di Clemente VII del 16 maggio 1528). Rapolla conserva il titolo di diocesi, ha il capitolo della Cattedrale e mantiene, fino a tutto il 1962, gli uffici di curia per i paesi di Atella, Rionero in Vulture, Ripacandida, Ginestra, Barile e Monticchio. Ma perde la storica importanza a favore della vicina città normanna. Oggi, dopo 477 anni, Gianfranco Todisco, vescovo della diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, ha scelto di celebrare l'importante evento liturgico nel piccolo centro del Vulture. Nel corso della messa crismale avrà luogo la benedizione dei santi oli: dei catecumeni, degli infermi e il santo crisma, cioè l'olio che consacra i fedeli re, profeti e sacerdoti nell'unzione post-battesimale e nella Confermazione. Con il crisma vengono unti anche i presbiteri e i vescovi, le pareti delle chiesa e gli altari. La Messa crismale è unica in diocesi e tutti i presbiteri concelebrano con il vescovo. E' considerata una delle principali manifestazioni della pienezza del sacerdozio del vescovo e un segno della stretta unione dei presbiteri con lui. La Messa Crismale è quasi epifania della Chiesa, corpo di Cristo. Alla cerimonia religiosa di Rapolla parteciperanno 32 parrocchie della diocesi e circa 60 concelebranti, tra prelati e diaconi. E' prevista la folta partecipazione anche dei fedeli, poiché questa è la festa dell'unico sacerdozio di Cristo partecipato in duplice modo: da tutti battezzati e dai ministri ordinati, diaconi, presbiteri e vescovi. L'olio assume una rilevanza simbolica notevole nella cerimonia. Come l'aria, l'acqua, la luce, appartiene a quelle realtà elementari del cosmo che meglio esprimono i doni di Dio creatore, redentore e santificatore. Inoltre, è una sostanza terapeutica, aromatica e conviviale: medica le ferite, profuma le membra, allieta la mensa. Questa natura dell'olio è assunta nel simbolismo biblico-liturgico ed è caricata di un particolare valore per esprimere l'unzione dello Spirito che risana, illumina, conforta, consacra e permea di doni e di carismi tutto il corpo della Chiesa. La liturgia della benedizione degli oli esplicita questo simbolismo primordiale e ne precisa il senso sacramentale. Proprio per queste ragioni la messa del Crisma si colloca in prossimità dell'annuale celebrazione del Cristo morto, sepolto e risuscitato. La benedizione del crisma dà il nome di Messa Crismale a questa liturgia, che si celebra di consueto il Giovedì Santo nella chiesa cattedrale. Infatti, secondo l'antica tradizione, è funzione propria del vescovo: "una fra le principali manifestazioni della pienezza del sacerdozio". Ecco perché, insieme al Crisma, sono benedetti anche l'olio dei catecumeni per quanti lottano per vincere lo spirito del male in vista degli impegni del Battesimo e l'olio degli infermi per l'unzione sacramentale di coloro che nella malattia compiono in sé ciò che manca alla passione redentrice del Cristo. (R.A.)