venerdì, 22 nov 2024 23:37
(RegioneInforma) UNA LOTTA CONTRO IL FUMO PER DIFENDERE I GIOVANI
31 marzo 2005
(ACR) - La sensibilizzazione dei giovani sui danni provocati dall'abuso di sigarette mediante un'opportuna informazione destinata a far prender coscienza in loro della pericolosità, in modo da favorire una vita sana, esente da malattie. L'invito fornito agli adolescenti e ampiamente discusso in un'ottica formativa e cautelare nel corso dell'incontro "I vantaggi del non fumare", tenutosi nell'aula magna della scuola media statale "Giacomo Leopardi", in rione Lucania. L'iniziativa ha dato avvio in maniera ufficiale al programma del percorso educativo alla salute per docenti e studenti, organizzato dal Distretto Scolastico numero 2 del capoluogo, che sarà perseguito nel corso di convegni, che si terranno in alcune scuole medie e superiori della città, dediti alla prevenzione di rischi per evitare il disagio giovanile. Finora, sono state approfondite le particolarità dovute allo sviluppo del fenomeno dell'abuso di tabacco, che emerge generalmente più segnatamente in età adolescenziale. Un riscontro sulle vicissitudini attraversate dai soggetti non fumatori rispetto a quelli esasperati, è stato illustrato con le relazioni esposte dal presidente dell'Irre(Istituto regionale per le ricerche) Antonietta De Michele che ha rivelato tracce storiche del fenomeno immesso tra arte e letteratura e dalla psicologa specializzata in oncologia, nonché responsabile della fondazione ANT (Associazione nazionale per la prevenzione dei tumori) Veronica Tancredi che ha analizzato le cause d'insorgenza di forme tumorali dall'abuso di tabacco. Con la proiezione di diapositive, le due esperte hanno ripercorso le tappe storico-patologiche inerenti la dipendenza dalla sigaretta. Nel primo Novecento, in un celebre quadro dell'artista Bocciani, fu raffigurato un ritratto che poneva in risalto il legame inscindibile dell'uomo con il fumo. In una postura chiusa supportata da uno sguardo imbambolato, si celava un atteggiamento melanconico del fumatore. Lo scrittore Italo Svevo fu uno dei tanti autori che condannò l'avvicinamento alla prima sigaretta, in età adolescenziale. Un rapporto che diventò sempre più forte, tanto da non permettere all'artista di rifiutare un suo utilizzo, che ne ha poi provocato la nascita di una malattia. «L'alibi di un ragazzo – ha dichiarato il presidente dell'Irre – deve essere quello di affrontare il problema con un'attenta valutazione e analisi critica in modo da cercare una via di soluzione nel corso della vita». Sin dalla gioventù si va incontro a tentazioni che generano l'avvicinamento di un ragazzo alla sua prima sigaretta. Una vicenda che purtroppo si è tramandata di generazione in generazione, ma a cui non sarebbero più indifferenti le istituzioni. L'allarme è stato lanciato dall'Oms(Organizzazione mondiale della Sanità) in accordo con le decisioni del Ministero della Pubblica Istruzione per fornire assistenza e prevenzione dal fumo a vantaggio delle famiglie. «Tuttoggi, chiedere la cortesia – ha dichiarato il presidente del distretto scolastico 2, Giovanni Brindisi – di spegnere la sigaretta ad un fumatore incallito è molto difficile. E' dovere delle scuole porre una degna azione educativa al giovane in modo che si eviti l'insorgenza di malattie». La moda perseguita dai ragazzi sull'utilizzo della sigaretta per far sì che si riveli un'immagine forte alla società, ne conseguirebbe un mancato rispetto verso sé stessi e verso gli altri. «Il giovane – ha sostenuto Giovanni Brindisi – deve farsi valere nella vita che conta non con l'assaggio di una sigaretta, bensì mettendo in risalto le sue qualità nella quotidianità». Più di 5000 sarebbero le sostanze nocive ingerite nell'organismo umano in occasione di una fumata di sigaretta. Un aggravio fisico che si aggiunge al giornaliero aggravio di costi dovuti per l'acquisto. I processi di scissione di cellule si altererebbero con la somministrazione nella cavità orale di componenti tossiche che costituirebbero una sigaretta dando origine a malattie cancerogene. L'abuso di fumo provocherebbe, inoltre, modifiche sul codice genetico dell'individuo che poi verrà tramandato con l'immissione di fattori rischio ai figli. Altre malattie potrebbero produrre lesioni alle vie respiratorie, disfunzioni circolatorie e anomalie negli apparati genitali maschili e femminili. Nelle "bionde" sono immesse sostanze ad azione irritante che provocano principalmente disfunzioni all'apparato respiratorio. Le sostanze andrebbero ad agire sulle ciglia dei bronchi (responsabili della pulizia dei bronchi) cercando di paralizzarle. Ma perché l'inalazione di fumo provoca malattie? Come reagisce l'organismo a queste minacce? Il corpo è costituito da cellule che si riproducono e si riparano continuamente. Se il processo di duplicazione si altera, la suddivisione delle stesse avverrebbe in maniera incontrollata provocando la nascita di malattie. Prima imputata della degenerazione organica è la percentuale di monossido di carbonio (dal 0,5 al 2 per cento per i non fumatori, dal 4 al 15 per cento per i fumatori) che non è altro che l'indice di un passaggio ad una forma tumorale. L'eccesso di sostanze nocive prodotte nell'accensione di una sigaretta provocano gravi modifiche sul Dna. Numerose indagini hanno fatto emergere che la comparsa di tumori maligni sarebbe, inoltre, legata alle abitudini e alle esposizioni ambientali di un individuo. Il rischio di trasferimento delle malattie è un pericolo anche per le future generazioni che potrebbero editare sul patrimonio genetico le tracce di anomalie inerenti la salute che hanno afflitto nel corso della vita i propri familiari. Altre conseguenze sono l'alterazione del cavo orale con la susseguente perdita del senso del gusto e la formazione di tartaro e carie nell'apparato dentale. Altra pecca sarebbe dovuta all'accelerazione dell'invecchiamento cutaneo, non accettato soprattutto dalle donne. Come avviene il primo impatto? Recenti studi hanno portato alla luce dati sconfortanti che hanno svelato che in caso di difficoltà familiari, la buona parte dei ragazzi si avvicina per la prima volta al tabacco. A livello di percentuale, il 75 per cento dei giovani fumano per la prima volta perché la sigaretta è offerta da un amico, l'8 per cento poiché offerta dagli stessi genitori. Dati sconfortanti che fanno certamente riflettere sulla mancanza di responsabilità in alcuni nuclei familiari da parte di padre e madre nel tutelare la salute dei propri figli, viziandoli anche in azioni non di buona veduta. Ma anche l'attuale società dell'informazione provoca la diffusione di "mode" che nello stesso tempo inducono gli adolescenti a seguire strade che a volte non sarebbero conformi con l'etica e con una società civile. I messaggi subliminali prodotti dagli spot pubblicitari veicolano la crescita della dipendenza da fumo. Subentrano così nel cervello umano l'immissione di fattori psicologici, dovuti nel desiderio di avvicinamento alla prima sigaretta da parte del giovane per sentirsi più adulto. In questo modo si genererebbe un processo senza fine, in cui l'individuo entra in una "galleria" da cui non ne uscirà più se non con estrema difficoltà. Gli insuccessi, le insicurezze, le ansie, costringerebbero ogni fumatore a non fare a meno di una sigaretta poiché a livello d'inconscio permetterebbe ad un individuo di adottarla come strumento di controllo del proprio corpo. Meglio una prevenzione oggi, che una cattiva salute domani. (al. sil.)