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(RegioneInforma) LA RONDINE TRA SUPERSTIZIONE E TRADIZIONE
04 aprile 2005
(ACR) - "A San Benedetto la prima rondine sul tetto". Questo proverbio crea un'immagine foriera di gioia e di belle attese: descrive un nostos (ritorno), quello della rondine e, quindi, della primavera e, come ogni nostos, propone la fiducia nella ciclicità degli eventi, evidenzia una natura benigna che mantiene gli appuntamenti con gli uomini per riscattarli dai disagi patiti. C'è un'altra credenza popolare nella nostra regione relativa alla rondine: " Quanne trase la rond'ne ngasa trase lu malahurie". Come è possibile che una figura così positivamente connotata in un caso divenga poi simbolo di disgrazia in un altro? Il tratto distintivo tra il senso positivo e quello negativo sembra essere l' indicatore spaziale sopra-sotto:la rondine sopra il tetto è segno di buon auspicio, la rondine sotto il tetto porta sfortuna. Questo uccello non è stato sempre legato a connotazioni positive, ma nella nostra tradizione culturale, soprattutto quella più lontana, latina e greca, è stato auspicio di cattivo augurio. Nell'Eneide (XII, vv 479 ss.), come fa notare Maurizio Bettini nel saggio antropologico "Le Orecchie di Hermes", Virgilio ricorre ad una similitudine inquietante per raccontare la trepida corsa di Giuturna che cerca di trascinare il fratello Turno lontano da Enea, cioè lontano dalla morte: " Nigra velut magnas domini cum divitis aedes Pervolat et pennis alta atria lustrat hirundo…" "Come quando una rondine nera attraversa in volo la grande casa di un uomo ricco e con le sue penne perlustra l'alto atrio, catturando piccole prede, cibo per il garrulo nido, e ora per i portici vuoti, ora intorno agli umidi stagni garrisce: simile a lei Giuturna si sposta….". Questa originale similitudine di Virgilio crea un'atmosfera di tensione nella quale rimane impressa la macchia nera dispiegata in volo tra grandi e silenziosi spazi in un vano batter di penne prigioniere sotto il tetto. Già C. Donato in "Interpretaziones Vergilianae" notava che la nera rondine è stata messa al posto della donna addolorata, anzi a lutto. L'uccello ha la funzione di annunciare la morte che incombe ormai su Turno. La rondine nella cultura antica è vista prevalentemente come presagio di sventura: Dione Cassio ci racconta che Cleopatra fu terrorizzata dal fatto che una rondine aveva fatto il nido attorno la sua tenda e Plutarco nella "Vita di Antonio" descrive degli infausti prodigi narrando di alcune rondini che vennero a scacciare quelle che avevano nidificato nella nave ammiraglia uccidendo i rondinini. Artemidoro riferisce che questo uccello significa la morte di chi perisce anzitempo. Turno, tornando alla similitudine di Virgilio, è un "morto immaturo". La rondine è protagonista, nel passato, di un mito terribile, quello di Prone e Filamela: Prone, tradita dal marito Tereo con la sorella Filomela da lui violentata e resa muta con il taglio della lingua perché non riferisse l'accaduto, viene a conoscenza comunque del fatto osservandolo in un drappo nel quale la povera muta ha ricamato la violenza subita. La vendetta di Prone è terribile: uccide il piccolo Iti, figlio suo e di Tereo e ne imbandisce le carni al marito. Il dolore che ne consegue è inconsolabile; solo la pietà degli dei potrà porre rimedio azzerando la natura umana e trasformando i tre sventurati in uccelli, Procne in rondine, Filomela in usignolo, Tereo in sparviero. " Ma ancora non sono scomparse dal suo petto le tracce dell'omicidio, e le piume sono segnate dal sangue", dirà Ovidio di Procne, mutata in rondine, nelle Metamorfosi (VI, v. 670). E' un ruolo crudele e sanguinario, quello svolto dalla rondine nel mito e spiega anche il segno di auspicio di morte prematura che l'uccello trascina con sé per il fatto che Iti, così crudelmente sacrificato, era poco più che un bimbo. Per tornare alla similitudine di Virgilio, la rondine pervolat aedes, cioè è dentro la casa e non può non ricordare che uno dei precetti dei pitagorici suonava così: "non accogliere in casa le rondini" (Porfirio, "Vita di Pitagora" 42; Plutarco "Questioni Conviviali" 8, 7, I ).E' una regola ribadita dagli antichi (Platone nell' "Eutifrone" 44; Euripide, "Elena" v.1354; Cicerone, "De Natura Deorum" 3,99) quella di non accogliere sotto lo steso tetto o alla stessa tavola chi può contaminare le persone che vi si trovano. La rondine quindi contamina e porta la morte; è come se venisse a prendersi l'anima di chi abita nella casa. Oltre al precetto pitagorico, esistono altre testimonianze relative a prodigi negativi, manifestati da una rondine in uno spazio interno: Eliano, ne "La natura degli animali", racconta che una rondine fece il nido nella tenda di Alessandro II figlio di Pirro e questo evento manifestò chiaramente che l'impresa avrebbe avuto un triste esito. Ci si potrebbe chiedere se questo fascio di connotazioni simboliche negative della nigra hirundo può avere un riscontro, oltre che nel mito, anche nelle caratteristiche reali dell'uccello. In effetti la rondine è un essere a un tempo vicino e lontano, presente e inafferrabile e già gli antichi avevano notato alcuni particolari che rendono quest'uccello diverso dagli altri. Plinio, nella "Naturalis Historia" era colpito dal fatto che questo animale si nutre in volo senza posarsi, che è l'unico uccello carnivoro sprovvisto di artigli e Plutarco nelle "Questiones Conviviales" mostra le caratteristiche né domestiche, né selvatiche di questo animale. Ma possiamo concludere con Bettini che sarà bene lasciare al simbolo la sua capacità di significare. Non si potrà mai dire fino a che punto sia la realtà a motivare i valori simbolici o non sia , piuttosto, lui stesso, il simbolo, a deformare di significati la realtà. (R.C.)