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(RegioneInforma) L'AGRICOLTURA LAGONEGRESE (1911-1915)

21 aprile 2005

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(ACR) - Il periodico agrario mensile della Real Cattedra Ambulante di Agricoltura per il Circondario di Lagonegro fu pubblicato con un anno di ritardo rispetto agli altri strumenti informativi delle Cattedre dei circondari di Melfi, Potenza e Matera, per un'esigenza avvertita come un bisogno necessario. Il direttore de "L'Agricoltura Lagonegrese" il prof. Salvatore Jovino, titolare della Cattedra di Agricoltura di Chiaromonte, nelle "Parole di presentazione" sottolineò, infatti, come "quel modesto giornale agrario" nascesse dal bisogno di restare costantemente in contatto con gli agricoltori del circondario, dove "le difficoltà di comunicazione, il numero piuttosto grande dei centri abitati e l'elevato costo delle peregrinazioni dei funzionari" limitavano i contatti personali. Nel ribadire i compiti e le funzioni della Cattedra che, con i rispettivi poderi annessi, aveva sede a Chiaromonte e sezione a Lagonegro, il direttore invitava alla collaborazione per razionalizzare la pratica agricola e elevare "a grado a grado" il reddito della terra e delle produzioni. Nei dodici numeri pubblicati nel 1911, presso la tipografia Antonio Liccione di Melfi, a partire dal gennaio di quell'anno, si può cogliere l'orientamento di quella istituzione agricola, teso a creare un nuovo spirito di cooperazione fra i produttori, "grossi e piccoli possidenti". Fra gli ostacoli che si frapponevano al progresso dell'agricoltura Jovino individuava sia la mancanza di istruzione tecnica sia la deficienza sul posto di macchine e materie prime per l'agricoltura, garantite e a buon mercato. Da ciò l'impulso offerto dalla Cattedra per la creazione di un "Consorzio Agrario Cooperativo di Val d'Agri", sotto forma di società anonima a capitale illimitato (sorto il 13 febbraio 1911, con atto pubblico rogato dal notaio G. B. De Pierro). Il consorzio aveva sede a Santarcangelo e filiali a Roccanova e San Chirico Raparo. La carica di Presidente del Consiglio di amministrazione fu affidata al dottor Giuseppe Scardaccione, mentre il direttore della Cattedra di Agricoltura di Chiaromonte fu nominato fra i consiglieri. Nel giugno del 1911 Saverio Jovino salutava "con vivo compiacimento" la nascita di un altro Consorzio agrario cooperativo nel circondario. A Senise infatti era stato costituito, con atto rogato dal notaio Rossi il 15 giugno, il Consorzio Val di Sinni". Dotato di un capitale azionario "risultante di 245 azioni da lire 15 ognuna distribuito fra 108 azionisti", sorgeva in una zona, commentò il direttore, dove si andavano affermando sia la coltura erbacea sia il consumo dei concimi che l'uso delle macchine agricole, richiamando l'iscrizione di nuovi soci da tutti i comuni collegati a Senise. L'attività dei due consorzi, sottolineava ancora Jovino, avrebbe favorito una progressiva trasformazione economico-agraria, intensificando la coltura su scala "non ristretta", fornendo così la possibilità di una più vasta colonizzazione. Ma il direttore della cattedra di Chiaromonte avvertiva: "se i proprietari non eleveranno la fertilità della terra, sia con macchine e concimi che con coltivazioni miglioratrici, la colonizzazione in Basilicata, nella sua tipica forma di contratto basato sulla compartecipazione agli utili, non farà un passo". Per questo motivo egli riteneva che la nascita di un consorzio in zone dove era possibile una intensificazione colturale, rappresentasse "un reale cammino verso la colonizzazione". Nel corso del 1912 il direttore della Cattedra di Chiaromonte, prof. Saverio Jovino, divenne titolare della Cattedra di Matera. Il posto di direttore della Cattedra di Chiaromonte venne affidato invece a Eugenio Baudin, il trentaquattrenne siracusano già reggente di sezione a Monteleone Calabro. Nel 1913 "L'Agricoltura Lagonegrese" al suo terzo anno di pubblicazione cambiò veste e formato. Era ferma convinzione del nuovo direttore Baudin che "il formato gazzetta" precedentemente usato poco convenisse ai giornali agrari. Non si trattava di un'osservazione di poco conto, poiché la forma scelta era ed è parte integrante della sostanza. Per Baudin infatti il formato "Gazzetta" traduceva "le vicissitudini di una vita intensa e tumultuosa, in cui le impressioni si sovrappongono e hanno l'importanza del momento" mentre riteneva "il fascicolo" la forma più adatta per un giornale agricolo "di piana e spicciola propaganda quale doveva essere e restare il periodico della Cattedra". Tali concetti Baudin volle ribadire nell'editoriale "Poche parole ai lettori", sul primo numero de "L'Agricoltura del Lagonegrese", organo dei Consorzi agrari di Val di Sinni, Val d'Agri e dell'Alto Lagonegrese", che dedicò un approfondimento tematico alle malattie della vite e del vino e all'impianto dei nuovi vigneti, con suggerimenti riferiti anche alla potatura dell'uliveto. I numeri mensili, succedutisi sino al luglio del 1915, proseguirono con approfondimenti tematici riguardanti la potatura e concimazione degli agrumi, trattando inoltre altri argomenti quali l'erba medica, la zootecnia, la costruzione di case coloniche e redigendo note enotecniche, veterinarie e approfondimenti zootecnici. Sul periodico venne propagandata l'iniziativa, assunta dal Prefetto della Provincia di Basilicata, Vincenzo Quaranta e dal presidente della deputazione provinciale, di istituire una Mostra Zootecnica da tenersi a Potenza in occasione della tradizionale fiera d'agosto. Una iniziativa posta sotto la presidenza onoraria del Ministro dell'Agricoltura e assistita da un comitato esecutivo presieduto da Rocco Buccico di Ruoti, e che aveva per segretario il prof. Romolotti, direttore della Cattedra di Zootecnia di Bella. Mentre il professor Gaetano Baudin era direttore della Cattedra di Agricoltura di Chiaromonte fu chiamato a far parte di una commissione che si recò in Albania nel 1913 e, di ritorno, a fondare in Sardegna, nel 1914, la Cattedra ambulante di agricoltura di Nuoro. Lì rimase per oltre sei mesi, ma l'uscita del periodico fu assicurata dall'opera dei suoi collaboratori, specialmente da Riccardo D'Amelio. Il direttore siracusano intervenendo sulla crisi granaria, nel febbraio 1915, si schierò a favore della requisizione del grano da parte del Governo per evitarne l'incetta e i rialzi speculativi. Successivamente affrontò, sugli ultimi numeri del periodico, la questione della conduzione e dei patti agricoli. (I.S.)

Redazione Consiglio Informa

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