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(RegioneInforma) L'ISTITUTO ZOOTECNICO DI BELLA E LA PASTORIZIA LUCANA
26 aprile 2005
(ACR) - L'Istituto Zootecnico di Bella fu creato nel 1912, quando Ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio era l'on. Francesco Saverio Nitti. Sorto nell'omonimo comune presso la stazione di Bella-Muro della linea ferroviaria Napoli - Taranto, aveva una struttura, dotata dal 1916 di fabbricati adattati per la sistemazione di riproduttori bovini ed ovini, con annessa un'azienda agraria di 82 ettari, in parte irrigabile. La struttura era finalizzata a diffondere riproduttori nelle varie zone della Basilicata e nel Mezzogiorno per il miglioramento delle diverse specie più adatte nel settore bovino, ovino e suino, così come per la riproduzione del mulo e la pollicoltura, istallando pollai a scopo sperimentale e industriale. Spettava a quella istituzione far conoscere le pratiche razionali di allevamento e alimentazione degli animali, in modo da trasformare gradualmente l'allevamento brado in quello semibrado e stallivo. Nell'azienda agricola di Bella dovevano essere prodotti foraggi freschi e secchi per gli animali e l'erba medica da incentivare in un'area dove si prevedeva che, data la disponibilità di acqua proveniente dal lago artificiale di Muro Lucano, sarebbe stata facilitata l'irrigazione di quell'ampia vallata e di quel podere. Nel mese di marzo del 1916 il direttore del Regio Istituto Zootecnico di Bella, prof. Alberto Romolotti, fece pubblicare presso la tipografia "Fulgur" di Potenza un numero di saggio de "La Pastorizia Lucana", destinato a divenire un foglio mensile di informazioni. Su quel periodico Romolotti continuò a divulgare nel dettaglio gli scopi da perseguire nel campo caseario: contribuire a migliorare la tecnica di fabbricazione dei due principali tipi di formaggio prevalentemente lavorati a mano in Basilicata, il pecorino e il caciocavallo. Il direttore proponeva di utilizzare meglio le sostanze del latte, "senza introdurre sostanziali modificazioni nella lavorazione del formaggio locale", in modo da "ottenere un tipo di formaggio più sano e più uniforme, e quindi commercialmente più accreditato". Si perseguiva, inoltre, la diffusione di un sistema più razionale di mungitura delle vacche e e delle pecore e l'utilizzo dei residui del caseificio, altrimenti perduti, per l'alimentazione del bestiame. Ma l'azione dell'istituto non doveva limitarsi, per Romolotti, soltanto al campo zootecnico. L'attività doveva proseguire "nel campo della ricerca sperimentale" e perseguire, in quello economico - sociale, "l'istruzione di bovari e pastori, con pochi e chiari principi, sempre illustrati da nuovi esempi pratici". Il direttore con enfasi così affermava: "La stalla, l'ovile, il caseificio saranno il campo pratico delle conversazioni zootecniche, spurie da teorie e da esperimenti di gabinetto". Romolotti diede conto, sul giornale, della sua personale attività presso quell'istituto zootecnico sin dall'ottobre del 1912. In attesa che fossero compilati e studiati i progetti dei fabbricati e fosse definita la questione riferita all'acquisto dei terreni, il direttore iniziò, infatti, un giro di istruzione e di propaganda nella Provincia, per studiare sul posto le condizioni e i metodi di allevamento del bestiame locale. Si servì di tutti i mezzi disponibili di propaganda per far conoscere agli allevatori gli scopi e le finalità dell'istituto, tesa ad integrare l'iniziativa privata, scarsa ed inefficiente, per concorrere al miglioramento della pastorizia locale. Un' "opera lenta, attiva e costante", come testimoniava il Romolotti, che fece conoscere quella struttura presso gli Enti pubblici e gli allevatori, con l'attivazione di conferenze, l'effettuazione di sopralluoghi e la diffusione di consigli e suggerimenti. L'istituto zootecnico cercò di avviare anche, in collaborazione con le autorità preposte e con le Reali Cattedre Ambulanti di Basilicata, manifestazioni zootecniche, concorsi, mostre e mercati di bestiame. Il direttore de "La Pastorizia Lucana" prese atto con soddisfazione dell'approvazione da parte del Consiglio Comunale di Potenza della delibera, adottata il 22 dicembre 1913, riguardante la creazione nel capoluogo di un mercato mensile di bestiame. Tale istituzione accoglieva la proposta dell'Istituto zootecnico che, con un opuscolo a stampa, ne aveva illustrato la convenienza e la necessità, predisponendo un apposito regolamento. Nell'inverno di quello stesso anno, nella "vaccheria" della Real Cattedra di Agricoltura di Potenza, il direttore dell'istituto di Bella tenne un corso pratico di zootecnica per massari e contadini. Il corso forniva nozioni teoriche sull'alimentazione, i ricoveri e il governo degli animali, ma anche sulle norme pratiche per una igiene razionale e preventiva per frenare le frequenti malattie infettive nell'allevamento. Venivano fornite, inoltre, istruzioni sulla mungitura, sull'allattamento e divezzamento dei vitelli, sull'assistenza al parto di bovini, suini e ovini e illustrate le principali regole di conoscenza sugli animali agricoli e sul loro commercio in fiere e mercati. Seguito con interesse da contadini e massari, il corso si concluse con una solenne cerimonia di premiazione nella sala del Consiglio comunale di Potenza, alla presenza delle autorità locali e di moltissimi allevatori. L'attività del direttore dell'Istituto di Bella si concentrò, nel 1914, sull'organizzazione della Prima mostra zootecnica voluta dal Ministero, dalla Provincia, dal Commissariato, dallo stesso Istituto zootecnico e dalle Cattedre ambulanti di Agricoltura della Basilicata. Il comitato esecutivo, presieduto dal commendator Rocco Buccico di Ruoti, componente del Commissariato Civile della Basilicata e del Consiglio Superiore delle acque e foreste (ne era vice – segretario il dott. Alfredo Martorano) annoverava tra i consiglieri anche il direttore di Bella, che riuscì così a portare a compimento l'organizzazione della prima mostra zootecnica provinciale a Potenza il 31 maggio del 1914. La mostra si svolse nell'ampio piazzale di fronte il macello pubblico e meritò l'elogio del nuovo Ministro dell'agricoltura, indutra e commercio, l'onorevole Casavola. "L'Agricoltura Potentina", il periodo della Cattedra di Agricoltura di Potenza e della sezione di Tramutola, dedicò tre numeri a quell'iniziativa, pubblicando l'elenco delle mostre del bestiame, dei prodotti di lana e caseari e dando spazio informativo al direttore dell'Istituto zootecnico di Bella. Nel 1916 Romolotti diede alle stampe un foglio mensile di informazioni, "La pastorizia lucana", con il proposito di "volgarizzare le buone pratiche zootecniche e delle industrie affini alla produzione ed all'allevamento del bestiame". Ma quel foglio ebbe breve vita. Al numero zero del mese di marzo, seguirono, soltanto altri tre numeri (pubblicati nei mesi di maggio, giugno e luglio) quando ormai la guerra del 1915-1918, già decimava sul fronte uomini ed animali. (I.S.)