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(RegioneInforma) EUROPA MEDITERRANEA: UNA COLLANA SULLA STORIOGRAFIA LUCANA

26 aprile 2005

© 2013 - euromed.jpg

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(ACR) - Una collana di testi dall'ampio respiro e dalle tematiche particolarmente rilevanti per la valorizzazione, la conoscenza e lo sviluppo delle tesi relative alla storiografia locale e internazionale. Sei i libri, presentati a Potenza, nell'aula magna dell'Ateneo lucano che fanno parte della collana, edita da Piero Lacaita, dal titolo altamente suggestivo e accattivante: Europa Mediterranea. Si tratta di veri e propri contributi storico- sociali relativi ad un'area europea di cui, ancora oggi, è difficile stabilirne i confini: il Mediterraneo. Un bacino ampio e multiforme, fatto di realtà e d'identità le più variegate, ma soprattutto di tante piccole storie e punti di vista tra i quali il Mezzogiorno d'Italia non può costituire che una prospettiva, seppure molto significativa. Alla base del progetto editoriale presentato dal Dipartimento di Scienze Storiche, Linguistiche e Antropologiche dell'Università della Basilicata, la necessità di immettere la storia del Mezzogiorno italiano in un sistema di coordinate e di interpretazioni diverse da quelle imperanti. L'incontro si è aperto con i saluti del direttore del Dipartimento di Scienze Storiche, Linguistiche e Antropologiche dell'Ateneo di Basilicata, Fabio Scialpi, il quale ha introdotto alla presentazione dei testi, frutto degli studi scientifici realizzati durante il Dottorato di ricerca in storia dell'Europa mediterranea. dall'antichità all'età contemporanea. Un'occasione, questa, per discutere di argomenti, problematiche storiche e di trasformazioni sociali di estrema attualità e che riguardano, molto da vicino, anche la nostra piccola realtà lucana. "Particolarmente difficile- hanno concordato i presenti al convegno- collegare le singole e multiformi vicende che aprono sull'orizzonte europeo di area mediterranea senza dover smentire le interpretazioni storiografiche e critiche attuali". In questo senso, l'approccio, i percorsi scelti e trattati nei testi della collana appaiono estremamente innovativi, sia per argomentazioni che per metodi di studio. Infatti, "la collana- ha sottolineato il docente- non si limita ad offrire uno spaccato di storia locale, quella di alcune città e regioni del Sud d'Italia, ma anche una panoramica estremamente variegata di contenuti e prospettive". Anche a parere del Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Rita Librandi, "è la varietà degli argomenti trattati a contraddistinguere questi testi che vogliono, innanzitutto, rispecchiare e testimoniare il fervore della ricerca storica avviata, da lungo tempo, dall'Ateneo lucano con l'istituzione, otto anni fa, dei dottorati di ricerca in storia". Dal lavoro di Giuseppe Cirillo a quelli di Aurelio Musi, Maria Anna Noto, Luigi Aloni, Francesco Campennì, Antonino De Francesco e di Antonio Lerra sono emerse riflessioni e spunti inediti per la riformulazione, in termini storiografici e storicistici, degli orientamenti storici e delle tesi fin ora sostenute in merito alla definizione geo-politica dell'Europa mediterranea. "Le tematiche prese in considerazione- ha affermato Librandi- non hanno lo scopo di determinare un concetto organico, unitario e ben definito d'Europa e della sua accezione mediterranea". Piuttosto, ciò che è emerso specificatamente, prima dalle relazioni di Antonino De Francesco e, dopo, da Antonio Lerra e Aurelio Musi è che i singoli percorsi testuali convergono su un obiettivo comune, ovvero "recuperare- ha sottolineato De Francesco- alcuni tratti di fondo (taluni veramente particolari ed eccezionali) del Mezzogiorno d'Italia e puntare l'attenzione sulla maniera e le cause che hanno determinato, tra il 500' e il 700', l'interrelazione tra una identità sociale accentrata e accentratrice e un'altra di carattere essenzialmente periferico". In altre parole, i volumi sono frutto di percorsi individuali e di gruppo che si muovono lungo il ciclo della modernità. Le tematiche dei libri presentati sono, dunque, ad ampio spettro perché - come messo in rilievo da Antonio Lerra - non si prendono in esame solo quelle dimensioni socio- politiche, economiche e religiose o, addirittura, la storia della storiografia dell'Europa mediterranea, ma si presta particolare attenzione anche ai fatti, per così dire, di casa nostra". Queste le direttrici generali, i grandi assi tematici: la fisionomia della società feudale vista in un periodo focale della sua trasformazione; il rapporto tra sentimenti di fedeltà e di appartenenza; le chiavi interpretative date dal modernismo, l'età contemporanea e medievale. Queste linee costituiscono, per ognuno degli intervenuti "sono solo il sostrato - ha aggiunto il docente - dal quale è impossibile prescindere per delineare uno spaccato storico internazionale, ma fungono da molla per attestare il valore delle singole storie locali del Sud d'Italia, nei propri rapporti sociali e di potere con le Istituzioni politiche e pontificie e nelle specifiche strategie di sopravvivenza delle strutture nobiliari dell'epoca medievale fin oltre l'età contemporanea e moderna" . La questione agricola, tipica delle aree del Mezzogiorno rappresenta, in questo contesto, un elemento eccezionale che fa da lente di ingrandimento sulle cause che hanno prodotto la trasformazione delle relazioni di potere tra città e periferia e lo sfruttamento del latifondo da una pratica essenzialmente agricola ad una pastorale. Tali fenomeni sono stati ripresi e analizzati anche da Aurelio Musi, storico, autore del testo "Benevento…" nonché ideatore dell'intera opera, insieme al preside dell'Università di Milano, De Francesco. Musi ha espresso giudizi positivi sui prodotti realizzati che –ha commentato- "sono contributi complementari l'uno rispetto agli altri che tentano, riuscendoci felicemente, di cogliere i particolari fili interni, le sfaccettature di storie locali e circoscritte che compongono l'intelaiatura generale di un quadro più vasto e complesso". "Insomma- ha concluso Musi- l'idea generale di fondo, quella che sottende il progetto editoriale e che affianca due voci, l'Europa e il Mediterraneo, lontane e diverse ma dai legami comuni, è vincente e avvincente. Indistintamente, tutti i lavori presentati non sono innovativi per quanto concerne i contenuti della ricerca quanto, piuttosto, per l'interpretazione e la trattazione delle tematiche in rapporto all'idea di Europa che si voleva far passare: un'Europa mediterranea aperta, non circoscrivibile e che ha nella sua storia lacerata e lacerante i connotati identificativi del suo DNA." (L.L.)

Redazione Consiglio Informa

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