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(RegioneInforma) OTTIMA SALUTE PER IL SETTORE OLIVICOLO LUCANO
24 maggio 2005
(ACR) - Il settore dell'olio extra vergine di oliva in Basilicata attraversa un momento di assoluto benessere. Lo testimoniano, tra le altre cose, le numerosissime richieste di partecipazione al corso di formazione per assaggiatori svoltosi a Metaponto, e le oltre quaranta aziende aderenti al premio regionale "Olivarum". Il corso di "sommelier dell'olio", promosso nella sede della società Metapontum Agrobios, rientra nel Programma di miglioramento della qualità dell'olio di oliva ideato dal Dipartimento Agricoltura e Sviluppo Rurale della Regione Basilicata insieme al Consorzio olivicolo lucano. Vi hanno partecipato trenta fra olivicoltori, imbottigliatori, frantoiani e addetti alla ristorazione, con l'intento di penetrare più a fondo il metodo del "Panel test". La società Agrobios si propone di formare un gruppo di assaggiatori che sia in grado di rilasciare certificati di analisi sensoriale. Si prevede, inoltre, anche l'iscrizione nell'elenco regionale di esperti assaggiatori di olio di oliva. Per quanto riguarda, invece, il premio "Olivarum" esso nacque nel 1999 su proposta della Regione Basilicata, ed è giunto nel 2005 alla sua sesta edizione. Principio ispiratore del progetto - che prevede una giuria di esperti degustatori pronti a individuare l'olio migliore tra le ditte partecipanti - quello di stimolare una sana competitività tra i produttori, il che non può che interferire anche sul versante della commercializzazione. Per un anno, infatti, l'olio vincitore potrà apporre il marchio di qualità sulla propria etichetta. Quest'anno il titolo di olio più buono "made in Basilicata" se l'è aggiudicato il «Nobile di Rotonda Fruttato». Ma al di là del vincitore di turno, ciò che sottende indiscutibilmente la manifestazione, quest'anno organizzata a Rapolla, è l'intento di accrescere qualità e quantità di olio prodotto, nonché di promuovere l'aggregazione tra i produttori. A testimoniare l'importanza di questo ambito premio, le oltre quaranta ditte partecipanti provenienti dalle aree lucane a maggiore vocazione oleicola: la zona del Vulture, della Val d'Agri, delle colline materane, del Marmo Melandro e del Parco Nazionale del Pollino. Campioni del loro miglior prodotto sono stati analizzati tenendo presente le caratteristiche fisiche, chimiche ed organolettiche. È pur vero, però, che per un risultato vincente più radicato nel tempo, ad accompagnare la qualità del prodotto - la cui importanza è senza dubbio essenziale - è necessario che ci sia anche la comunicazione di questo. Già, perché comunicare significa valorizzare le produzioni e, conseguentemente, anche la tutela del territorio. Il tutto non può che tradursi in spinta propositiva anche sul versante della commercializzazione: settore di estremo interesse grazie al quale le aziende possono continuare a produrre. Lo sa bene Marco Oreggia, giornalista della rivista «Gambero Rosso», incaricato di analizzare le strategie di mercato dell'olio di oliva. «Se sul fronte del consumo, nel settore dell'olio extravergine, - ha dichiarato - si registra una fase di crescita in un contesto economico globale caratterizzato da una profonda recessione economica, a livello di politiche di mercato, invece, occorre innanzitutto fare una netta distinzione tra i soggetti che operano nel mondo oleario italiano. Da una parte – continua – ci sono le grandi aziende multinazionali, diverse tra loro per capacità distributiva, politiche di comunicazione, di distribuzione, di prodotto e di prezzo. Dall'altra i piccoli produttori che operano per lo più in ambito locale e regionale e che di fatto mancano di un'adeguata politica e capacità distributiva ma perseguono politiche di nicchia attraverso prodotti di fascia alta e medio-alta». Per questi ultimi, secondo Oreggia, le difficoltà risiedono tutte nella distribuzione e capillarizzazione nella vendita, per superare le quali, le istituzioni dovrebbero agire da sostegno, creando un mercato specifico di questi prodotti e trasformandosi esse stesse in «vetrine dei territori e delle produzioni che in quei territori ricadono» senza tuttavia sottovalutare le politiche di comunicazione, strettamente correlate al mercato del consumo. Di qui, eventi, degustazioni, concorsi oleari e guide si trasformerebbero in momenti di grande interesse, in grado di aggregare, stimolare e confrontare le diverse realtà produttive della regione. (k.s.)