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(RegioneInforma) "MARIANO LANZIANI DECORATORE PITTORE DI SANTI RITRATTISTA BORGHESE"

09 giugno 2005

Questo il titolo della pubblicazione patrocinata dal Rotary Club di Lauria e dal “Tangram” associazioni culturali che analizzano la realtà in cui vivono e operano nelle più svariate attività sociali ed economiche.

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(ACR) - "Decoratore Pittore di Santi Ritrattista Borghese", è il titolo della raccolta che ha voluto il Rotary Club, che comprende tutti i paesi del Lagonegrese insieme con l'associazione culturale "Tangrem", che in armonia con i loro scopi sociali cui si ispirano, hanno voluto rendere omaggio a Mariano Lanziani, perchè il suo ricordo sia vivificato. Mariano Lanziani nacque a Lauria il 12 febbraio 1883 da Giacomo Antonio, decoratore, e Antonio Chiarelli. Da giovane frequentò per poco tempo corsi serali presso l'Istituto di Belle arti di Napoli ove, perfezionò i rudimenti artistici insegnatigli dal padre. Doveva gia essere noto nell'ambiente ecclesiastico se, a soli vent'anni, dipinse una Madonna del Rosario sul soffitto della chiesa omonima di Trecchina, che è la sua prima opera a noi pervenuta. Parte di notorietà gli fu data dalla decorazione del salone della casa gentilizia dei Megale di Rivello che gli valse l'apprezzamento del vescovo di Policastro e, quindi, la committenza per la decorazione di molte chiese della Diocesi, Maratea, Trecchina, Rivello, Lauria, Lagonegro, Castelluccio, Latronico Viaggiano, Policastro, ecc. oltre alla decorazione di salotti di case borghesi di tutto il circondario. Si dedicò, inoltre, anche alla ritrattistica riproducendo, spesso da foto minute e sbiadite, figure di antenati della piccola borghesia locale. Persona alquanto riservata, condusse una vita appartata, morì a Lauria il dieci marzo 1970. Le associazioni, che hanno patrocinato questo catalogo, hanno inteso trarre dall'oblio questo artista, e assicurare alle generazioni future la conoscenza di almeno una parte della sua vasta produzione. Il Rotary Club di Lauria è convinto che l'effettivo sviluppo della zona passa necessariamente attraverso la codifica e le espressioni culturali più profonde ed autentiche. "Nel 1997 l'associazione Tangram" scrive Maria Anna Alberti, presidente dell'associazione, "da il via al "progetto Lanziani", che corrisponde alla profonda esigenza di conoscere e valorizzare i contenuti dell'opera dell'artista poiché specchio di un'epoca e di una realtà legate ai valori più semplici e più veri della nostra terra". Questo percorso culturale si propone come una rilettura della nostra storia e delle nostre radici, attraverso il filtro di una pittura "vernacolare" che si concretizzava principalmente nell'illustrazione di valori religiosi per il popolo delle chiese e nel commercio più quotidiano dei ritratti borghesi, così come richiedeva la committenza locale. " In una terra come la nostra", continua Alberti, " ancora profondamente legata al sentimento pratico della civiltà contadina, in cui l'arte diviene un mezzo immediato di comunicazione, più che un'astratta espressione creativa, è la comunità che esprime l'artista e se ne appropria per comprendere i colori e le forme della società che la identifica". La pittura di Mariano Lanziani si è sviluppata nella prima metà del Novecento, e per circa cinquant'anni ha spazianto dalla decorazione ai paesaggi, alla rappresentazione di Santi nelle Chiese della Diocesi di Policastro e oltre, nella Ritrattistica. Si colloca in una schiera di pittori napoletani, ma con una sua personalità che va al di là dell'onesto artigiano. Egli cerca di inviarci un messaggio che, a distanza di un trentennio dalla sua morte, appare appena sussurrato, in un aspetto culturale tutto suo. La sua è una pittura semplice, che si fa solenne religiosa in quel costante equilibrio tra figura e ambiente, spesso rivisitando opere di grandi artisti. E' proprio in assenza di modelli precostituiti, particolarmente evidenti nei tentativi di adeguamento ai "Profeti" di Michelangelo della Cappella Sistina o al "San Michele Arcangelo" del Reni della chiesa dei Cappuccini a Roma, che si misura la maggiore originalità del pittore e vale a dire soprattutto nelle opere a carattere profano. "Anche se", scrive Il professore Mario Alberto Pavone, " può sembrare un paradosso che un artista, così intensamente impegnato nell'ambito della produzione sacra, manifesti le sue maggiori potenzialità nell'ambito della ritrattistica e della decorazione di interni privati". Ma l'approfondimento specialistico, costituirà la spia di un cambiamento rivolto a ribaltare la propria condizione di copista e di produttore di immagini di stampo devozionale a favore di una nuova creatività che si relaziona col sociale attraverso una ben calibrata attenzione alle espressioni della borghesia in ascesa. Questo primo tentativo di approccio all'attività del Lanziani permette di verificare una serie di condizioni operative e di riflettere sulle scelte da lui maturate nelle diverse occasioni. Secondo quando emerge dal percorso delineato dalla curatrice del volume, attraverso un apprezzabile sforzo di ricostruzione delle tappe e dei modi che segnarono l'attività dell'artista, i suoi lavori appaiono rivolti in tre ben distinti filoni operativi, quello relativo alla tematica sacra, quello specificamente ritrattistica e quello della decorazione d'interni. E' stato un pittore che ha segnato un'epoca sul nostro territorio, ha fatto conoscere da vicino la magia della pittura a più di una generazione, un artista onesto che ha creduto profondamente nell'arte che ha prodotto, in un periodo in cui era veramente difficile vivere di sola arte. "E' un racconto fatto di immagini" scrive Lidia Orrico, curatrice del volume, "che passa come una brezza, appena sensibile alle cose, non svela gli avvenimenti che da sempre in questa terra non potevano offrire che magri frutti per la sopravvivenza del singolo e delle varie comunità. Si evidenzia come con "nulla" questo artista sia riuscito a strappare con tenacia, con impegno e con fatica mai scarsa, quel respiro che proietta il suo operato ben oltre l'orizzonte lauriota.". Le immagini si offrono allo sguardo con grazia, con dolcezza, con amore ma appena lo sguardo affonda trova un grande "acume" e una struttura dura e resistente, certo non effimera. (a.c.)

Redazione Consiglio Informa

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