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(RegioneInforma) "MARSICO NUOVO"

28 giugno 2005

© 2013 - marsicinuovo.jpg

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(ACR) - "Marsico Nuovo", il libro scritto da Maurizio Larocca, come si evince dal titolo, racconta, soprattutto con la fotografia, la storia di Marsico Nuovo. Per ciò che concerne la storia di quest'antico centro, occorre subito sottolineare che, in passato, era un centro fortificato, forse "l'Abellinum Marsicum" menzionato da Plinio, e occupava la parte più alta dell'attuale abitato di Marsico già tra il V ed il IV secolo a.C.. Marsico fece parte della federazione di città stato lucane che si oppose alla penetrazione romana in Lucania, giocando, presumibilmente, un ruolo decisivo per la posizione strategica occupata a controllo dell'imbocco della valle dell'Agri e delle vie che da qui portavano verso il potentino e il salernitano. In seguito alla conquista romana e alla creazione della colonia di Grumentum, il vecchio centro lucano di Marsico rischiò di essere dimenticato, così com'era accaduto per molte altre città della zona. Tuttavia, trovandosi sul tracciato principale della Via Herculea che attraversava l'intera regione collegando le colonie romane di Venusia e Grumentum, poté conservare la vitalità economica e politica necessarie a garantirne la sopravvivenza. Non abbiamo nessun documento che può testimoniare la vita della città durante il lungo periodo altomedievale ed è solo con l'arrivo dei longobardi che si hanno nuove notizie certe su Marsico. E' in questi secoli che la città assume grande importanza strategica nell' economia delle lotte tra longobardi, bizantini e saraceni per il possesso del Meridione d'Italia. "Venendosi a trovare", scrive l'autore, "sul confine meridionale del principato longobardo di Salerno, intorno al 940, la città fu elevata dal principe Gisulfo al rango di Contea e posta a capo di un vasto territorio di confine". Scopriamo, leggendo il libro, che fu abitata da illustre famiglie nobili, abbiamo notizia dei Malaconvenienza e di Rinaldo, figlio del valoroso Asclettino, che fu il primo signore normanno. Nel 1144 troviamo un'Altavilla, il conte Silvestro, cugino diretto del re di Sicilia. Agli Altavilla successero i Guarna e, nel XII secolo, la Contea di Marsico passò ai Severino. L'ultimo conte di Marsico e principe di Salerno, Ferrante Sanseverino, entrato in contrasto col vicerè di Napoli, fu esiliato nel 1552 e i suoi feudi furono messi in vendita. L'"Universitas" marsicana riuscì a raccogliere la somma necessaria al riscatto e venne perciò iscritta al Regio Demanio. Tuttavia, nel 1638, essendo le casse vicereali in dissesto e i cittadini impossibilitati a trovare le somme necessarie al mantenimento dell'"autonomia" amministrativa, la città fu nuovamente messa in vendita e acquistata dalla famiglia Pignatelli con il titolo di Principi. Si susseguirono, nella città, tumulti popolari collegati prima ai moti rivoluzionari di Masaniello, poi, a seguito della rivoluzione napoletana, anche a Marsico fu innalzato il simbolico "albero della libertà". Nel 1820-21 la città aderì ai moti carbonari e, infine, prese parte alle lotte per l'unità e l'indipendenza nazionale. Nel 1857 fu sconvolta dal terribile terremoto che rase al suolo gran parte dei paesi limitrofi e, impoverita dalle ondate migratorie avutesi in seguito alle due guerre mondiali, la città ha poi attraversato decenni di profonda crisi. Il tentativo odierno è quello di tenere vivo il ricordo del passato per trarne nuovi stimoli di crescita civile ed economica. Nei pressi della città, forse in località San Giovanni, sorse in seguito una "statio" dell'importante via romana che negli antichi documenti fu riportata con il nome di Acidios ( o Aciris – Agri ). Le numerose epigrafi qui ritrovate, tra cui un miliario della stessa Herculea, attestano l'importanza del luogo e testimoniano la vitalità del centro antico di Marsico anche in epoca romana. Una storia, quella di Marsico, raccontata a colori. Come sapientemente scrive l'autore: "visitare il centro storico di Marsico significa immergersi di colpo in un mondo sospeso, dove il tempo sembra scorrere più lento e lo spazio sembra adattarsi ai percorsi della memoria". Infatti, Marsico è piena di monumenti storici. Percorrendo la stradina che porta in cima alla collina della "civita", sul pianoro lo sguardo è subito attratto dalle due chiese medievali di San Gianuario e di San Michele. I due monumenti, che sono situati l'uno di fronte all'altro, vantano un millennio di storia, entrambi ostentano artistici portali e custodiscono tesori d'arte. A guardare il portale di San Gianuario "si rimane sedotti", i secoli non hanno scalfito la portata artistica dell'opera di mastro Melchiorre da Montalbano che, scolpendo il portale nel XIII secolo, ha voluto sintetizzare lo spirito religioso del tempo. Opera annoverata, a ragione, tra le migliori sculture medievali di Basilicata. Lo sguardo si sofferma poi sul portale di San Michele, il quale scaturisce anch'esso dall'arte di mastro Melchiorre: la sapiente disposizione degli elementi architettonici offre un insieme armonico ed elegante che fa dell'opera una delle migliori della scuola lapicida lucana del XIII secolo. Troviamo ancora, il palazzo Vescovile e il vecchio Seminario diocesano, che accompagnano lo sguardo verso l'alto campanile dell'ex convento di San Francesco. Scendendo per scale e viuzze, attraversando l'affascinante piazzetta ci si ferma ad ammirare la chiesa di San Marco. Qui dominante è il sontuoso palazzo Ventre, mentre più in là, verso il viale c'è l'imponente palazzo Ragone. Passando per largo Sant'Anna, dove si erge austera la mole del palazzo Romania, si sale verso il "portello" dove si incontra il delizioso palazzo Rossi-Menduni. Da qui è facile raggiungere il maestoso palazzo dei principi Pignatelli, ora sede del Comune di Marsico Nuovo. E' una costruzione imponente che sorge al centro del paese su Corso Vittorio Emanuele ed è arricchita da un cortile rinascimentale ad arcate di grande fascino, con l'importante presenza del pozzo cinquecentesco. Il portale di accesso, in pietra lavorata, immette nell'ingresso con la possibilità di ammirare l'affresco con lo stemma dei Principi Pignatelli. L'austera costruzione è fatta risalire agli anni intorno al 1670, ma il suggestivo pozzo del cortile, datato 1572, fa supporre che la fondazione risalga al XVI secolo. Continuando il cammino alla scoperta del "sito" troviamo le chiese di Santo Spirito e di San Rocco, ricche d'arte e di storia, poi il "casale", il palazzo Navarra, e, appollaiato in cima al Casale, è l'affascinante, medievale monastero di San Tommaso a dominare la scena. E ancora, la chiesa del Carmine, il palazzo Manzoni, situato su uno sperone roccioso. Infine, poco fuori dal paese, sulle rive del fiume Agri, si incontra la cinquecentesca struttura della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e, più lontano, si erge, su un'altura, il vecchio convento dei cappuccini, dalla semplice ma affascinante architettura. "Non fan mia gloria l'arte e / l'eleganza, ma sol che sedo qui ove / natura sgorga in abbondanza": cosi recita uno dei versi scolpiti nel 1827 sulla facciata della fontana, scrive Larocca , "la Fonte di San Giovanni, dove insieme con la natura è facile incontrare anche l'arte e la storia, luogo importante della storia della città. Qui nei secoli di Roma imperiale si celebravano riti in onore della natura, qui trovavano ristoro ed accoglienza i viaggiatori dell'Herculea, qui attingevano l'acqua i castellani del maniero medievale soprastante, qui per secoli si sono udite le cantilene delle lavandaie". Marsico non è solo arte e storia, basta addentrarsi in boschi e radure subito fuori paese e trovarsi di fronte a un'altra straordinaria ricchezza: la Natura. Sulle cime dei monti che circondano Marsico si aprono spesso incantevoli radure, una di esse oggi è occupata dal lago del monte Lama, le cui sponde offrono spunto per passeggiate entusiasmanti. Dulcis in fundo, attraverso una fitta rete di sentieri si può raggiungere anche il Parco delle Brecce, un' altra zona dove la natura offre il meglio di sé. (a.c.)

Redazione Consiglio Informa

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