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(RegioneInforma) LE AREE PROTETTE DELLA BASILICATA: ATTUALITA' E PROSPETTIVE
30 giugno 2005
(ACR) - La Basilicata attualmente possiede una elevata percentuale di territorio protetto. E'ricca di splendidi paesaggi ed è fonte di innumerevoli siti di interesse paesaggistico e naturalistico. La terra lucana ospita il Parco Nazionale del Pollino che, con i suoi 192.500 ettari circa, è attualmente il più vasto Parco Nazionale presente sul territorio italiano. Questo dato, seppur rassicurante, non deve assolutamente rappresentare un traguardo per le politiche di sviluppo territoriali. Difatti, delimitate accuratamente queste aree, bisognerà cercare di innescare un processo di sviluppo essenziale per produrre reddito necessario a creare una totale autosufficienza economica. Si tratta, insomma, di innescare un processo che porti innovazioni qualitative sia nelle gestione razionale del territorio, sia nella istituzione di efficienti filiere agro-alimentari. Positivo è stato l'impegno della Regione Basilicata che ha rilanciato i Piani di Assestamento per salvaguardare i boschi esistenti. Ricchi di legna da ardere e di legname da lavoro ed ormai da troppo tempo in attesa di essere utilizzati, i nostri boschi versano, in molti casi, in uno stato di grave degrado e deperimento. Non sono poche le realtà forestali in cui vi sono alberi secchi, eccessiva necromassa giacente sul suolo e totale assenza di rinnovazione boschiva. Su tali circostanze è opportuno e necessario intervenire per rimuovere il seccume che, oltre a costituire veicolo di diffusione di possibili malattie, costituisce esca favorevole per l'avvio e l'inserimento degli incendi boschivi. Se ciò si verifica il bosco, improvvisamente, perde ogni capacità di produrre positivi effetti per l'uomo. Per tale ragione bisogna sostenere l'operato che le Istituzioni attuano a favore degli ecosistemi e per riprendere la preziosa azione di gestione del patrimonio boschivo, zootecnico e faunistico che ha caratterizzato il governo delle foreste negli anni '70 ed '80. La Basilicata possiede tutti i requisiti e le potenzialità necessarie per migliorare i processi produttivi in questo settore. Il Parco di Gallipoli Cognato, ad esempio, è dimora di circa mille capi di Bovini Podolici i quali risultano essere un vanto per l'intera regione. La produzione di caciocavallo podolico è una realtà interessante che, nel contesto nazionale, non deve essere ignorata. La istituzione di una filiera e la necessaria "sponsorizzazione" di una produzione di qualità non devono essere confusi come un fenomeno di assistenzialismo per pochi, ma devono essere gli obiettivi prioritari della politica dei parchi tesi alla valorizzazione dei prodotti esclusivi e tipici dell'area interessata. Su tale base, sicuramente, si potrà instaurare un turismo selezionato e propenso non solo a fruire delle bellezze che la nostra terra possiede, ma ad apprezzare l'operato dei produttori e degli addetti al settore. I parchi sono frutto di una strategia dell'ultimo decennio e sono, in molte realtà, stati necessari istituirli per "restaurare" situazioni ambientali quasi del tutto degenerate. L'idea del parco nacque nel 1872 con la istituzione del primo parco nazionale del mondo di "Yellowstone", negli Stati Uniti che si rivelò una eccellente sistema di protezione dell'ambiente inteso come territorio, animali selvatici e foreste. Il messaggio di Yellowstone fu importantissimo in quanto per la prima volta l'uomo si poneva seriamente il problema di come proteggere e salvaguardare un territorio. I parchi, infatti, sono oggi la miglior forma di salvaguardia degli ecosistemi, dello sviluppo delle attività agro-silvo-pastorali e dello sviluppo dell'artigianato. Grazie alla alla emanazione della legge sui parchi agli inizi degli anni novanta, si può affermare di aver creato un percorso di crescita culturale ambientale nell'uomo avvicinandolo, mediante un'azione divulgativa molto attenta, a realtà naturalistiche lontane dallo stile di vita quotidiano delle grandi città. Ad oltre dieci anni dalla legge 394/91 "legge quadro", i risultati dell'intenso lavoro delle istituzioni competenti è ormai rilevante ed evidente. Il sistema parco è un sistema che funziona in quanto è capace di innescare un sistema di maggiore efficienza alla gestione del territorio. Il lavoro, però, non deve essere interrotto e disarticolato in quanto la nuova sfida si incentra nel creare quel sistema di aree protette interconnesse tra loro in modo da realizzare un grande progetto di area protetta unita da corridoi naturalistici necessari a salvaguardare gli ecosistemi e a promuovere lo sviluppo. In questo contesto, tuttavia, non bisognerà dimenticare che, con la "antropizzazione" dei boschi, si dovrà riporre grandissima attenzione per prevenire azioni che possano alterare lo stato del territorio. Tutelare gli ecosistemi dovrà essere il principale obiettivo di ogni attento amministratore. La biodiversità che la regione Basilicata possiede è una immensa ricchezza non deve essere intaccata portando degrado e devastazione. Le aree protette rappresentano la possibilità di mettere al sicuro una parte del nostro territorio ed il cittadino-fruitore deve rispettare questa volontà manifestando solidarietà verso coloro i quali si sono per anni impegnati nel progetto dei parchi. Guardare il bosco come una risorsa economica è una necessità che si sposa bene con le utilizzazioni forestali e con la gestione del bosco stesso. Ciò nonostante non è l'unica azione da intraprendere. Si potranno valorizzare le risorse boschive creando centri visita, facendo conoscere la fauna selvatica e realizzando centri naturalistici che, se oggi appaiono idee ambiziose per le zone svantaggiate della Basilicata, in altri contesti sono realtà necessarie ad avvicinare turisti provenienti non solo da regioni contermini. La crescita del territorio protetto in Basilicata è per tutti noi un motivo di orgoglio ma anche una nuova responsabilità. Si spera che gli Enti preposti alla gestione del territorio non trovino difficoltà nel valorizzare queste bellezze paesaggisticamente importanti ed apprezzabili. L'auspicio è che le popolazioni siano aperte alle innovazioni che un parco può proporre e apportare e che in questo contesto non venga tralasciato l'impegno quotidianamente riposto, a titolo di volontariato, dalle associazioni ambientaliste. Solo in questa direzione potremo pubblicizzare e rilanciare le bellezze che la Basilicata possiede affacciandoci verso una nuova concezione di turismo che vede un legame sempre più forte ed indissolubile tra natura, ambiente e territorio. Solo in una realtà di collaborazione, infine, potremo promuovere il nostro prodotto sui mercati di tutta la nazione ed mostrarci sempre più orgogliosi di essere lucani. (Carmine Cocca)