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(RegioneInforma) "ANDARE A LA MERICA"
08 luglio 2005
“Per una storia dell’emigrazione italiana e lucana nel mondo”. Mostra documentale permanente sull’emigrazione italiana e lucana nel mondo
(ACR) - Libro pubblicato con il patrocinio della Regione Basilicata, dell'Amministrazione provinciale di Potenza e del Comune di Maratea e con la collaborazione dell'Azienda di Promozione Turistica della Basilicata. E' dedicato alla storia dell'emigrazione italiana e lucana nel mondo. Il testo si apre con un ricordo di Francesco Saverio Nitti, la definizione del catalogo della Mostra permanente sull'emigrazione coincide infatti, con il cinquantesimo anniversario della morte dello statista. Questa coincidenza ci porta a ripercorrere la vita di questo insigne lucano, non solo perché la mostra è espressione del Parco Storico, istituito dall'Associazione Amici di Maratea, intestato a Nitti, ma è, soprattutto, perché visse in prima persona, da esule, il problema dell'emigrante, cui da studioso e da politico ha dedicato non poca attenzione. Nitti era nato, come lui stesso aveva scritto e soleva ripetere, "nella più povera regione del povero sud" e aveva vissuto da vicino il dramma di chi, "lasciata ogni cosa più caramente diletta", si era dovuto avventurare per le vie ignote e remote del mondo, in cerca di lavoro e di pane. Francesco Saverio Nitti, statista ed economista lucano nato a Melfi, in provincia di Potenza nel 1868, è stato, innanzitutto, uomo di cultura, non solo perché non si risparmiò negli studi severi che si concentravano sulla questione dell'economia, ma perché credette fermamente che proprio la libertà, "respiro dell'anima, democrazia delle nazioni", è garantita solo dalla cultura, che riscatta, anzitutto, dalla schiavitù dell'ignoranza. Aveva ragione Carlo Levi quando vedeva in Nitti l'uomo "che amava i contadini e che aveva riscattato i difetti della borghesia meridionale". E' stato un intellettuale, Nitti, in molti hanno sottolineato di lui la dote culturale e il rigore morale, ingredienti essenziali per la realizzazione di un ambizioso progetto che, preparato dal "lungo studio e il grande amore", è verificato nella attività politica da lui svolta, essendo stato deputato dal 1904. Progetto che egli cercò di realizzare da Ministro dell'Agricoltura, dal 1911 al 1914, nel Governo Giolitti, da Ministro del Tesoro, dal 1917 al 1919, nel Governo Orlando e, finalmente, da Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell'interno ad interim dal 1919 al 1920. Un progetto che assumeva l'educazione dei giovani e perciò la cultura come pregiudiziale a uno sviluppo integrale, quanto rispettoso della natura, mediante la ricostruzione del territorio, in un'accezione decisamente moderna, compresa la bonifica e il rimboschimento, la statalizzazione dei grandi servizi, dalle assicurazioni sociali all'energia elettrica e le infrastrutture, il suffragio elettorale allargato e, quindi, una democrazia più partecipativa e coinvolgente. Nel suo lungo Esilio, durato dal 1924 al 1943, gli furono compagni Rosselli, Modigliani, Amendola e ancora, Salvemini, Godetti e Sturzo. Ma, caduto il Fascismo, forse non avvertì come alcuni di loro, l'urgenza di ritornare in patria "per tempestivamente intervenire". Rientrato, finalmente, in Italia, volle tornare, prima ancora che a Potenza, nella "sua diletta" Maratea, dove nel lontano 1918, affascinato dalla bellezza della natura e dalla civiltà della gente, aveva fissato la sua dimora soprattutto come luogo di studio. Scrive di quel giorno, Francesco Sisinni, "Ricordo quel giorno di rientro, vissuto come evento di festa: Maratea si era paludata come sa farlo solo per il suo Santo Patrono. Rivedo l'abbraccio commosso con mio padre, quasi a premio di una testimonianza lunga e coraggiosa, nel tripudio della folla marateota, guidata da mio zio Vitolo". La pubblicazione di questo catalogo completa l'impegno assunto dalla "Associazione Amici di Maratea" di organizzare un'iniziativa volta a diffondere presso un pubblico più vasto e più giovane la conoscenza di una parte della storia d'Italia, in particolare della Basilicata, e dell'emigrazione, attraverso una "Mostra Documentale" e una "biblioteca tematica" che hanno trovato sede al piano terra della settecentesca Villa Tarantini che ospita anche la Biblioteca comunale e il Centro Culturale di Maratea. Il catalogo, che riporta i pannelli fotografici e le ampie didascalie che accompagnano la mostra, si arricchisce della commemorazione scritta dal prof. Francesco Sisinni per ricordare Francesco Saverio Nitti, nel cinquantenario della morte. Il lavoro comprende anche una riflessione "sulle rimesse degli Emigranti", curata dal dott. Vittorio Acocella e, in appendice, una ricerca condotta dagli alunni dell'IPSSAR di Potenza coordinati dalla professoressa Maria Schirone. Il percorso narrativo è costruito sui principali luoghi tematici dell'emigrazione italiana, l'emigrazione lucana, in particolare, come conseguenza della miseria, delle condizioni igieniche, economiche, agricole e demografiche, emigrazione che prospettava nell'esodo la soluzione al dramma quotidiano. Infatti, in Lucania la causa principale dell'emigrazione era la miseria, così scriveva il prefetto di Potenza in una relazione del 1882. Nitti, allora giovane studioso, credeva che l'emigrazione avrebbe modernizzato l'intero Meridione, che gli emigranti avrebbero acquisito all'estero le cognizioni fondamentali della civiltà dei commerci e, al ritorno, avrebbero portato nelle campagne del Sud i ritmi e le logiche dei tempi moderni. Quando l'emigrazione cominciò ad assumere le caratteristiche di fenomeno di massa le polemiche infuriarono. Fu osteggiata dai proprietari terrieri, per i quali la fuga dalle campagne avrebbe portato all'aumento dei salari, e nel lungo periodo al pericolo estremo di mancanza di braccia per la coltivazione dei campi. La consideravano, viceversa, positivamente molti studiosi, poiché era un "fatto naturale che incentivava lo scambio di capitali, manodopera e prodotti. Oltre ai tradizionali fattori che favorivano l'emigrazione, giocò un ruolo importante l'attività di incitamento all'emigrazione da parte di agenzie di viaggio. Gli agenti di viaggio erano, talvolta, veri e propri emissari di società o Governi esteri, tipico il caso del Brasile, che negli ultimi decenni dell'Ottocento, incrementò l'immigrazione dall'Europa offrendo viaggi gratuiti, sino alla destinazione finale nelle "fazendas", e promettendo terreni coltivabili in proprio. Leggiamo nel libro che "Ai porti d'imbarco affluivano emigranti da ogni parte del paese, spesso stipati come merci su appositi carri ferroviari, i ritardi al porto erano frequenti e intenzionalmente organizzati, si rimaneva così ad oziare interi giorni, consumando i risparmi presso albergatori in combutta con gli agenti di emigrazione". La meta prevalente delle prime massicce correnti migratorie era l'America, successivamente, la ricerca del lavoro, motivo principale in una migrazione principalmente di carattere economico, abbraccia più mete, includendo l'Europa, l'Asia, l'Africa, l'Oceania. (a.c.)