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(RegioneInforma) LA MEMORIA DEL PASSATO, LA REALTÀ DEL PRESENTE E LA PROIEZIONE DEL FUTURO

06 settembre 2005

Tutto questo in scena alla Festa dell'Appennino Lucano

© 2013 - muro_lucano_appennino.jpg

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(ACR) - Un passo nel Passato, una pausa nel Presente, un salto nel Futuro. Tre giorni per parlare a ampio raggio sulla regione, su quello che è stato fatto, sulla condizione attuale e sulle linee programmatiche da seguire per rilanciarla sugli scenari globali. Interagire per progettare il futuro: sembra proprio questo, detto a grandi linee, il messaggio che, sinteticamente, emerge dalla "tre giorni" di incontri e dibattiti che si è svolta, dal 26 al 28 agosto, alla Montagna Grande di Muro Lucano, durante la festa della dell'Appennino lucano. Un tema emblematico è stato oggetto di approfondimento, proposte e confronti: "Il passato si ricorda. Il presente si discute. Il futuro si programma". Sull'importanza di questa manifestazione, il presidente della "Basilicata Turismo", Gerardo Mariani, ha sottolineato a più riprese che questo è "un appuntamento durante il quale si cerca di mettere insieme i saperi per delineare lo sviluppo del territorio". Lontano dalla retorica della bellezza, dalla contemplazione romantica delle risorse paesaggistiche, dalla "miseria umana", dalle faziosità politiche per un obiettivo unidirezionale da perseguire: il bene comune. Bisogna sinergizzare gli interventi, condividere gli obiettivi, coordinare le iniziative in un progetto di rete, potenziare e creare infrastrutture. Questi i suggerimenti per la crescita non solo di questa zona, di interesse ambientale e speleologico per la presenza delle grotte, ma di tutta la regione. Bisogna superare la logica estetica e passare a quella pratica. "Siamo passati", ha detto Gianfranco De Leo, come rappresentante dell' "Aato rifiuti", "da una civiltà contadina, caratterizzata da una forte identità a una fase lunga di indeterminatezza. Questa è una regione incompiuta e indefinita, un po' patrimonio culturale, un po' petrolio, un po' attività produttive, ma non competitiva in scenari globali che cambiano continuamente". Da un'analisi sommaria, la causa maggiore non è da individuare nella mancanza di progettualità e nella disponibilità di fondi, ma in una mancanza di fiducia come popolo. "Bisognerebbe investire innanzitutto sui saperi", ha continuato De Leo, "ma non balbettando sulla formazione e neanche facendola saltuariamente". Questo è stato uno spunto, una traccia di lavoro su cui operare. La bellezza valorizzata diventa economia: questo il suggerimento che viene da un occhio esterno, attratto dalle meraviglie del paesaggio, come quello del dott. Rocco Milano, presidente dell'associazione "Art's planet". "Creare una grande città": questa l'idea lanciata da Milano. "Un'idea che potrebbe apparire futuristica o fantascientifica", ma assicura il presidente di Art's planet, "non è così". Bisogna credere ciecamente nelle proprie potenzialità. Progettare un qualcosa di unico, una "grande città" indirizzata all'arte, creata con la genialità, la creatività dell'arte, che può essere utile oggi, indispensabile domani; un punto di ritrovo per tutti gli artisti. "Dobbiamo conoscere", ha ribadito Milano, "la nostra cultura e poi avere gli strumenti per valorizzarla". Inoltre, come ha detto l'on. Mario Lettieri, bisogna fare uno screening del territorio e operare in base alle esigenze "di questi eroi della montagna". Un dato oggettivo: la Basilicata è piena di risorse ma, purtroppo, bisogna registrarne la poca fruibilità. Le premesse morfologiche ci sono, ma bisogna creare infrastrutture. "Il problema", come ha sottolineato il direttore dell'Azienda per la promozione turistica, Iso De Bonis, "sta nella difficoltà di trasformare risorse reali, in prodotti vendibili. La speranza è quella di avere al più presto le grotte di Muro lucano, "i Vucculi", nel pacchetto promozionale dell'Apt". "Non c'è sviluppo economico se non c'è crescita demografica", così ha esordito il già consigliere regionale, nonché presidente del Consiglio regionale, Michele Radice. "Siamo una regione senza memoria storica, viviamo ogni epoca cancellando quella precedente. Bisognerebbe recuperare le tradizioni, gli antichi mestieri, rivitalizzare i centri storici". Due i comportamenti da eliminare: non bisogna puntare su programmazioni effimere, sporadiche che trovano spazio nella stagione estiva, bensì su iniziative di medio-lungo termine e i nostri amministratori non devono confondore la conservazione e il recupero con la valorizzazione. È una questione di testa, di Dna, di cultura radicata: ci accontentiamo di quello che abbiamo, come siamo. Non abbiamo un'idea vincente da lanciare per entrare in gioco, in competizione con altre realtà. Il quadro tratteggiato, con pennellate incisive, dal parlamentare, Antonio Boccia, ha queste tinte: "c'è stata sempre attenzione da parte del Governo di centro sinistra per i problemi della montagna, in particolare, per l'Appennino meridionale. Il passaggio da un'attenzione episodica, quale quella delle feste di montagna, alla legge 1102 che strutturava attraverso la nascita delle Comunità montane un impegno della parte amministrativa per le realtà comunali e territoriali di montagna. Oggi la montagna lucana è una realtà palpitante, ricca di strutture ricettive, di imprese agricole e zootecniche, adeguatamente rimboscata che attraverso i punti forti dei parche e delle riserve rappresenta una realtà appetibile per il turismo e in generale per lo sviluppo. C'è un neo: purtroppo, in questi ultimi quattro anni, il Governo nazionale di centro destra ha frenato tutto questo itinerario con politiche che per favorire la competitività hanno difeso i momenti forti e indebolito le realtà deboli come appunto la montagna". Come coniugare ambiente, economia e sviluppo? Fattori slegati e incompatibili? Pare proprio di no. La montagna è una risorsa in termini turistici e occupazionali, che va preservata e valorizzata al tempo stesso. La presidente della Seconda Commissione Consiliare della Regione Basilicata, Emilia Simonetti, ha sottolineato che "il compito della classe politica per cambiare rotta è quello di imporsi una tabella di marcia per non perdere l'orientamento". Il vicepresidente della Giunta regionale, Gaetano Fierro, dal canto suo, ha sostenuto che "bisogna intervenire a livello pedagogico, facendo capire che la montagna è uno spazio fisico familiare e non da temere". In ultima battuta, per continuare a battere il sentiero, una richiesta esplicita da parte del presidente Mariani: istituzionalizzare la festa dell'Appennino lucano. L'impegno dei politici presenti, è stato quello di inserire la manifestazione nelle iniziative dei grandi eventi regionali. "Ricomincio da tre", parafrasando il compianto Troisi. Dopo tre anni, è ormai giunto il momento per fare il salto di qualità e puntare in alto. Le premesse ci sono, bisogna ora fare meno chiacchiere ed essere operativi. E' d'obbligo la citazione per il gruppo della "Cooperativa Pro Muro" che ha gestito con sacrificio e spirito di adattamento la parte culinaria. Piatti tipicamente lucani sono stati sfoggiati sui tavoli: dagli antipasti misti alla pasta fatta in casa, cucinata in tutte le salse, e non potevano mancare le grigliate per ogni palato. Viso stanco, ma animo battagliero: è la presidente della cooperativa, Maria Mangone, che esprime tutta la sua convinzione nella "bontà" dell'iniziativa e "spera che l'anno prossimo ci siano le condizioni lavorative per offrire un servizio di qualità, e non solo, di passione e credo". (I.D.M.)

Redazione Consiglio Informa

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