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(RegioneInforma) IN CALO I CONSUMI DELLE FAMIGLIE LUCANE

28 settembre 2005

© 2013 - mercato.jpg

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(ACR) - In calo i consumi delle famiglie lucane, per effetto della crisi economica. Negativo è anche il bilancio delle imprese del commercio, con eccezione della grande distribuzione. Segnali positivi arrivano solo dal settore alimentare e dall'occupazione dipendente. E' questo il quadro in chiaroscuro tracciato dall'Osservatorio economico della Basilicata di Unioncamere, riferito all'andamento del settore commerciale nel primo semestre 2005. Le notizie più allarmanti riguardano la spesa delle famiglie. Nel 2004, secondo i dati di un'indagine sui consumi condotta dall'Istat, la spesa media mensile per famiglia in Basilicata è stata di 1.766 euro, con una perdita di 80 euro rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La contrazione ha riguardato sia i generi alimentari (meno 3,4 per cento), sia i beni e servizi accessori (arredamento, elettrodomestici, abbigliamento, calzature). In picchiata anche la variazione della spesa mensile familiare per il tempo libero e la cultura. Di segno inverso, più che positivi, sono i consumi per i servizi sanitari (+ 46,6 per cento), le comunicazioni (+ 8,3 per cento), l'abitazione (+ 3,8 per cento). Qualche spiraglio, secondo l'Osservatorio economico della Basilicata, si dovrebbe avere a fine anno, con un recupero dei consumi delle famiglie lucane, pari all'1,2 per cento. Secondo Unioncamere, oltre alla crisi economica, è anche la dinamica dei prezzi a generare sfiducia tra i consumatori. Nel primo semestre di quest'anno, si sono avuti forti aumenti per la casa, l'acqua, l'elettricità e i combustibili (+ 4,5 per cento), accanto ai prezzi maggiorati riguardanti l'istruzione, i mobili, l'arredamento e i trasporti (tra il 3,5 e il 3,9 per cento). A soffrire sono anche le imprese commerciali, soprattutto i settori dell'abbigliamento e degli accessori, che subiscono l'avanzata della forte concorrenza cinese, tanto che un terzo di questi esercizi ha dichiarato di avere delle giacenze di prodotti alla fine del primo semestre. Le difficoltà del settore commerciale si riscontrano anche nel saldo di natività-mortalità delle imprese commerciali, che è il peggiore degli ultimi anni. In particolare, nella prima metà del 2005, sono state 407 le iscrizioni al Registro imprese delle Camere di Commercio, con una flessione del 3,3 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mentre ben 477 imprese sono state costrette a chiudere battenti. Per quanto riguarda l'occupazione dipendente nel settore commerciale, il confronto tra il primo semestre 2005 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, fornisce segnali incoraggianti. C'è un'espansione di ben 16 punti percentuali, a fronte di una lieve flessione di quella indipendente (meno 0,2 per cento). Secondo Unioncamere, la spiegazione di questo andamento positivo sta nella progressiva sostituzione dei piccoli esercizi commerciali con strutture di vendita più grandi, che hanno permesso un incremento dell'occupazione pari al 6,7 per cento. Sono soprattutto le donne ad usufruire di questo incremento di occupazione con un exploit del 30 per cento, nel primo trimestre di questo anno, mentre decresce quella maschile (meno 5,6 per cento). A conferma del buono stato dell'occupazione dipendente nel settore commerciale arrivano i dati dell'ultima indagine Excelsior sulle previsioni occupazionali per il 2005. Le imprese commerciali lucane hanno previsto di assumere 520 unità lavorative a fronte di 320 "uscite", per pensionamenti, dimissioni e licenziamenti. Inoltre, si evidenzia una forte mobilità lavorativa nel settore, come continue "entrate" e "uscite" durante l'anno, che testimonia il ricorso, sempre più frequente, a modalità di impiego flessibile della manodopera. (R.A.)

Redazione Consiglio Informa

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