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(RegioneInforma) "A VOLTE RITORNANO"

10 ottobre 2005

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(ACR) - Un libro tutto cuore. Leggendo l'ultimo lavoro pubblicato dal giornalista Pino Gentile l'effetto non può essere che di pieno coinvolgimento, per gli sportivi e i "malati" di calcio e non solo. Un salto nel passato per rivivere il Potenza miracolo, quello che spadroneggiava e sbancava. "A volte ritornano" s'intitola il libro che ripercorre gli anni magici del Potenza in serie B. Cinque anni, dal1963 al 1968, raccontati minuto per minuto. "Viaggio nella memoria per chi ha voglia di sognare" si legge nella presentazione. Un sogno, un mito che non tramonterà mai nonostante gli anni, che la memoria non cancellerà perché è un pezzo di storia che servirà da monito per le nuove generazione come lezione calcistica, ma soprattutto di vita. "I tempi d'oro del Potenza Sport Club di Carrera, Canuti, Barcellino II, Boninsegna, Rosito, componenti dell'attacco raffica, sono soltanto un bel ricordo. Questi personaggi … sono però sempre vivi nei nostri cuori, nei cuori dei "prigionieri del sogno", che non moriranno mai per la lezione, non solo di calcio, ma anche di vita che ci hanno lasciato". Non sono i giri d'affari, né la guerra per accaparrarsi i diritti televisivi i protagonisti del libro, ma la passione per una dimensione del calcio diversa da quella di oggi, dove sono mitizzati i valori sani di questo sport, oggi offuscati e messi in penombra. Un titolo a prestito che ricorda per associazione il best-seller di Stephen King, non per esorcizzare le paure di vampiri e streghe che animano i venti racconti, ma per evidenziare nomi e atleti il cui ricordo resta indelebile. Nel libro di king si descrive un mondo irreale. E' reale, invece, la storia del Potenza e i personaggi che l'hanno animato. Dopo 40 anni da quella straordinaria realtà del "grande Potenza", di quella parentesi calcistica d'oro, sono ritornati Canuti, Bercellino e compagni. Questo il doppio senso del libro. Un raduno rossoblù, una rimpatriata con i protagonisti di quegli anni organizzato dal centro giovanile culturale Newman. Il 28 maggio scorso, infatti, le glorie del passato sono arrivate a Potenza per far rivivere quel sogno che diventò realtà. Un incontro con l'autore per capirne di più. Cosa è cambiato nel mondo del calcio? "E' cambiato tutto. Non c'è alle spalle delle squadre un retroterra societario serio e all'altezza. Questo miracolo del Potenza si spiega con la compattezza, la serietà, l'organizzazione e la competenza di quei dirigenti del passato. Si parla di miracolo perché si operava sempre e comunque con un bilancio misurato che puntava sui ristretti aiuti di Comune e Provincia, ma anche di sacrifici personali e di impegni, di dirigenti come Ferri, Sarli, forse anche Petrullo, che hanno sottoscritto delle cambiali e poi la competenza. Esplosione del Potenza dovuta alla strategia tecnica e tattica di Ferri che sul campo si rivelò un vero stratega ingabbiando (e siamo nella stagione '65-'66) addirittura un mostro sacro del calcio italiano dell'epoca come Gipo Viani battuto al Viviani con il suo Genova con un secco 2-0 con doppietta del compianto Giusto Edoli". Cosa manca al Potenza attuale? "Manca il calore, l'entusiasmo della gente che si visto sfumare di mano il giocattolo Potenza dopo 10 anni di anonimato calcistico riscattati in parte dalla conquista sia pure per ripescaggio della serie C2, un campionato certamente più consono alla tradizione del sodalizio rossoblu e i cui meriti spettano principalmente al presidente Raffaele Marino, scomparso alcuni mesi fa. Purtroppo questa risalita dopo i facili entusiasmi dell'inizio non ha dato riscontri positivi, sia a livello tecnico, ma anche dirigenziale. Questa macumba che si perpetua da tanti anni è dovuta al fatto che in seno alla società mancano esponenti del mondo potentino nel suo insieme, un collante importante per un campionato di terza serie dal grande spessore che necessita di certezze sul piano finanziario, tecnico ed amministrativo. Tutto questo non c'è. Dopo il disimpegno di De Canio, Donofrio, Zaccagnino ed altri, il presidente Luigi Calluori è un uomo solo al comando di un timone dall'incerta navigazione". Un libro per chi ha ancora il coraggio e la voglia di sognare, di ricordare. Pagine e foto ingiallite per far rivivere lo squadrone Potenza, per ripercorrere a tappe un calcio che non c'è più, fatto di passioni, silenzi ed emozioni. Dal 1919 ai nostri giorni, dal Potenza di Alfredo Viviani a quello del patron Luigi Calluori. Un cammino calcistico dei leoncini ma non solo. I protagonisti di ieri e di oggi che hanno testimoniato la lucanità nel mondo: il guaradalinee internazionale Enzo Mitro, il campione del mondo 1982 Franco Selvaggi, il calciatore Francesco Colonnese alla corte delle grandi, l'allenatore Luigi De Canio che da Pisticci ha portato l'Udinese in Europa, il procuratore federale Emilio Frascione, il primo fischietto lucano in serie A, Pierluigi Lamorgese, l'unico allenatore straniero in serie D, Ranko Lazic, il cannoniere della serie B, Gaetano Montenegro. "Anche una piccola società di calcio" si legge nella parte dedicata al fallimento del Potenza e l'addio alla serie C1 "ha una sua storia, costellata di successi e di immancabili delusioni. Quella del Potenza Sport Club è particolarmente travagliata, sofferta. In quanto la legge del calcio non ammette miracoli, dalla sua alchimia non è ancora scaturita la formula magica dell'elisir di lunga vita". Una squadra giovane, che dà spettacolo, che convince e vince, che nella stagione 1964-'65 sfiora la serie A, l'anno dell'attacco raffica con Buoninsegna, Bercellino II, Carrera, Canuti e Rosito. La compagine lucana si piazzò al quinto posto con 44 punti e neanche gli scongiuri a san Gerardo servirono per la promozione, per il balzo nella massima serie. Semplice la formula magica preparata da Nino Ferri e mister Egizio Rubino: ambiente sano, intesa tra società e calciatori, spirito battagliero. Un Potenza che a ogni inizio campionato doveva fare i conti con le magre casse, che ogni anno doveva privarsi di perle scoperte e prestate dai grandi club come Juve e Inter. La stagione '67-'68 segna invece la fine di una favola e la retrocessione in C: "l'inizio della fine dei tormentati e per tanti versi mortificanti, decenni successivi". Inizia un'altalena tra presidenti e allenatori, un ping-pong di promesse per rilanciare la squadra, ma la favola è irripetibile. Nel 1994 il fallimento del Potenza Sport Club e la discesa in serie D. Anni di anonimato calcistico fino al rilancio in C2 nella stagione 2003-2004. Il resto è storia recente. (I.D.M.)

Redazione Consiglio Informa

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