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(RegioneInforma) "LA MELA MALATA": FRA REALTÀ E IMMAGINAZIONE

15 ottobre 2005

© 2013 - mela.jpg

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(ACR) - Un male della società moderna, che ha segnato un'epoca, che ha rappresentato un punto di svolta. Un nome, un evento epocale: Mani pulite. E' questo l'argomento che fa da filo conduttore alla narrazione dell'ultimo libro del giornalista Rai, Rocco De Rosa. Una società malata, ma salvabile. E quella mela verde che campeggia in una stanza, apposta sulla copertina del libro, rappresenta quella parte del sistema malato. E' il dipinto del pittore Reneè Magritte che De Rosa ha scelto. "E' malata la mela, non l'intero frutteto", ha affermato. Uno spiraglio di speranza e di redenzione. Un tema scottante quello affrontato nelle pagine del racconto, che si snoda nei diciotto capitoli tra politica, affari, complicati intrighi di passione e interessi. Nel definire il genere De Rosa prende le distanze dal suo mestiere quotidiano, dalla professione giornalistica. "Si tratta di un romanzo - afferma - che con la cronaca non ha nulla a che vedere. La trama è stata costruita su un humus quale quello di mani pulite, su un evento, una tragedia che è iniziata con Mario Chiesa, ma non si è conclusa". L'intento dell'autore, dunque, non è stato quello di scrivere una cronaca ma, piuttosto, di illustrare gli stati d'animo convulsi legati ai vari cicloni, mettendo a fuoco una miriade di vicende e dando una fisionomia al popolo di mani pulite. E' un tema che guarda alla società nella sua concretezza, con le sue luci e le sue ombre. "Non mi interessa - dice l'autore – la dimensione localistica dell'evento, ma l'effetto su larga scala. Mani pulite è un vizio che trova cittadinanza ovunque". E' vero che la Basilicata è stata lontana dalle vicende della maxi inchiesta, ma secondo De Rosa "la nostra Regione non è né migliore, né peggiore delle altre". I tanti personaggi presenti rappresentano lo spaccato di una società che fa della giustizia il suo vessillo, una società fiduciosa, che s'inchina davanti alla legge, ma ipocritamente la rifiuta. Non ci sono né assoluzioni, né processi contro questi personaggi. Si guarda sicuramente con occhio più benevolo quegli interpreti che hanno voglia di guardare avanti. Un linguaggio comunicativo, espressivo, molto vicino all'immediatezza, un linguaggio di tipo televisivo che va al cuore dei problemi. Il primo capitolo si apre con la descrizione di un grande edificio sul pendio della montagna che sovrasta la Valle dell'Agri, la valle del petrolio. Un palazzo sobrio e austero insieme. "Un edificio costruito almeno quarant'anni fa, quando l'agricoltura aveva un altro senso nella vita dei paesini del sud: era un'arte obbligata, un lavoro inevitabile per chi lo praticava. Non di rado fonte di miseria per braccianti e operai (…). L'edificio ricorda storie di vita, nate in quella campagna dove intrighi, passioni, amori finivano per nascondersi sotto l'immagine di una terra semplice e umile. Una terra a volte complice. Un palazzo ricettacolo di manovre e sentimenti, spesso lontanissimi dalla vita dei campi". Da qui parte la vicenda immaginaria costruita da De Rosa che si fonda su un fatto che ha segnato una stagione politica. Viene presentata una classe politica vittima del fenomeno di mani pulite. La politica è una componente globale, svolge un ruolo totalizzante, è espressione della società stessa. La Magistratura è una componente problematica, che metabolizza situazioni a cui bisogna dare una risposta. I valori positivi sono il lavoro, la produttività, il confronto con la società. Un evento che ha entusiasmato l'autore per la sua dinamicità, per le sue sfaccettature che vanno dalla pietà cristiana alla cattiveria, la buonafede, la tracotanza. De Rosa ha voluto così percorrere un sentiero che l'ha condotto a guardare con la lente di ingrandimento una società complessa e le vicende di una famiglia rappresentano quelle di un'intera collettività. Un'analisi nel microcosmo che conduce fuori confine. Una realtà dai contorni immaginari. Un'occasione su cui riflettere, un'occasione per interrogarsi sui mali che affliggono la società, salvandone la parte sana. Un messaggio di redenzione emerge dalla narrazione con l'immagine di Padre Pio, forza vivificante e momento di riscatto. (I.D.M.)

Redazione Consiglio Informa

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