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(RegioneInforma) CREDITO ETICO E CO.PRO, A CACCIA DI UN FUTURO UN PO' MENO PRECARIO
26 maggio 2006
(ACR) - Etica è una parola forte. Se poi si accompagna alle parole finanza oppure credito il cortocircuito sembra inevitabile. Eppure sono ormai diversi mesi che un progetto sperimentale della Provincia di Potenza sta tentando di tenere insieme le due cose. Si chiama "credito etico" ed ha la veste di un solido fondo di garanzia che punta a gettare le basi per una trasformazione in senso eticamente orientato del mondo del credito bancario. La leva strategica che è anche il fulcro dell'intera operazione è il microcredito, inserito all'interno di un progetto apripista, una misura sperimentale che a tutte le carte in regole per diventare il pilastro credibile di un nuovo welfare che abbia nella schiera degli atipici e dei lavoratori a progetto o a chiamata il suo ideale target di riferimento.
L'esempio mondiale più riuscito di microcredito è quello ormai celebre Grameen Bank, che a partire dal 1977 è riuscita a raccogliere fondi e dare prestiti tra i "più poveri dei poveri" del Bangladesh, ai quali nessuna banca si sarebbe sognata di dare nemmeno un soldo. Pur senza richiedere garanzie, è riuscita a dare microfinanziamenti a oltre due milioni di persone e nel 2001 ha erogato prestiti per oltre 2.500 milioni di dollari. L'Italia ha scoperto solo di recente la possibilità di sfruttare il microcredito come motore in grado di ridare fiato all'economia locale: nei numerosi progetti avviati sino ad ora il microcredito ha significato la concessione di prestiti a piccoli artigiani, a giovani che volessero aprire un'attività, a disoccupati con un progetto imprenditoriale, a piccole aziende esposte al rischio usura. La microfinanza è riuscita a farlo perché legata al territorio: ha gli strumenti per analizzare la serietà del progetto, conosce la situazione di chi lo richiede, può insomma valorizzare il patrimonio di relazioni di chi vuole un prestito. Le garanzie le dà un gruppo, un'associazione di quartiere, la parrocchia. Un esempio viene dalle Piagge, periferia degradata di Firenze dove con il sostegno della Mag 6 è nato un progetto di microfinanza i quartiere dove si raccolgono fondi e si erogano prestiti a un livello locale con cifre piccole, ma sufficienti per avviare un'attività. Sulla strada del microcredito si muove anche il progetto di credito etico messo in piede dalla Provincia di Potenza con una formidabile novità che è tutta nell'identikit dei beneficiari: non intraprese dalle dimensioni medio – piccole, ma lavoratori atipici, occasionali e stagionali ai quali la mancanza delle necessarie ed esose garanzie abitualmente richieste dalle banche nega l'accesso ai tradizionali circuiti del credito. Un primo passo verso un welfare più giusto e più umano, un manifesto per uno "Stato del benessere" più attento verso i bisogni dei più poveri che arriva proprio mentre Stati e Governi, soprattutto europei, stanno giocandosi l'infuocata partita relativa al rinnovamento degli stati assistenziali. In un dibattito ancora aperto ed infuocato che ha visto i neoliberisti tentati dall'uso delle forbici per cancellare lo stato sociale fare a pugni con le ricette della sinistra progressista che continua a vedere nelle prestazioni erogate dagli Stati una formidabile leva di sviluppo economico e sociale. Come in duello nel quale a litigare sono da un lato i conservatori per i quali tutte le forme di tutela sociale peseranno sempre più come macigni sulle lente economie degli Stati e dall'altro la sinistra progressista che guarda invece al modello delle economie più competitive di Eurolandia (Danimarca, Finlandia, Svezia) che sono anche le più all'avanguardia in materia di tutela sociale.
Mentre al tappeto soprattutto in Italia resta un sistema di protezione sociale che come un tessuto mostra ormai la corda: lo stato sociale tradizionale non esiste più, scalzato dall'impatto con una società che alle politiche sociali destina sempre meno risorse mentre l'alternativa al welfare vecchia maniera ancora stenta a decollare. L'assenza di ogni forma di protezione sociale si trasforma perciò in una spada di Damocle drammaticamente calata soprattutto sulla testa di quanti, dato il tenore e l'andamento della macchina economica italiana, sono costretti a fare a pugni con il futuro: del domani vedono poco o niente e se pure lo scorgono è nero, costretti a vivere alla giornata e a braccetto con un odioso senso di precarietà. Il mercato del lavoro sempre più precario e lo Stato che già da tempo va ripetendo che bisogna gestirsi da soli il presente ed il futuro hanno creato un esercito di giovani e meno giovani che forse non riuscirà a soddisfare nemmeno i desideri più semplici e di buon senso, gli stessi che hanno appagato i loro genitori: il lavoro fisso, la conquista che gratifica e rassicura per tutta la vita, un reddito che consenta di risparmiare per poi acquistare un cosiddetto bene durevole (leggi la buona vecchia casa di proprietà), o abbastanza denaro per mantenere un buon livello di vita anche al momento della pensione. E' la generazione chiamata dei mille euro al mese che non conosce garanzie né riconoscimenti, che ignora diritti e tutele, sistematicamente esclusa da ogni forma di protezione sociale. Non ultima la possibilità di accedere a forme di credito bancario, costretta com'è a barcamenarsi in un mondo finanziario nel quale le banche sempre più assomigliano al gatto ed alla volpe di collodiana memoria. Di fronte alle loro difficoltà è stata la Provincia di Potenza a correre ai ripari con un progetto che tenta di salvare il salvabile intervenendo laddove si può per far sì che anche co.co.cò e co.prò possano sentirsi finanziariamente più tutelati nel bel paese della crisi che non passa.
Alla legittima aspettativa coltivata dalla "generazione low cost" di poter contare su piccoli prestiti che consentano anche al lavoratore atipico di riparare l'auto sfasciata o di acquistare un computer la Giunta provinciale, rimboccatasi le maniche, ha risposto con lo stanziamento di 100 mila euro che sono scivolati in un fondo di garanzia per piccoli prestiti a lavoratori disagiati.
Un'iniziativa sana, trasparente e facilmente accessibile che apre un varco al mondo del credito per i cosiddetti non – bancabili attraverso la creazione di una fonte davvero affidabile cui fare riferimento nel caso di incertezze economico – finanziaria.
Lo strumento principale di questa strategia è il microcredito, ovvero l'erogazione di piccoli prestiti dall'importo non superiore a 5 mila euro. Contro le condizioni proibitive proposte da banche e finanziarie il credito etico stabilisce per la restituzione condizioni più flessibili e a un tasso maggiormente sostenibile rispetto a quelli applicati dal mercato e per la restituzione un lasso di tempo della durata anche di tre anni.
Il giovane precario lucano è posto alla ribalta della scena politica regionale con tutte le sue difficoltà, i suoi sogni e le sue speranze e si trasforma nella misura sulla quale tarare un nuovo sistema di "protezione sociale" capace di includere soprattutto il nuovo soggetto costituito dalla generazione dei poco meno o poco più che trentenni: i ventenni – trentenni di oggi, schiacciati da una precarizzazione spesso selvaggia che li condanna come nuovi poveri. E che la qualità di non – bancabili, chiudendo loro le porte del credito, rischia di trasformare nel potenziale terreno su cui coltivare e far attecchire anche fenomeni di finanziamento parallelo e spesso illegittimi, tra cui soprattutto l'usura. Non a caso il credito etico nasce da una convenzione che la Provincia di Potenza ha stipulato con il tandem costituito da Banca Etica e la Fondazione provinciale antiusura "Interesse Uomo". A don Marcello Cozzi alla cui porta si rivolgono coloro i quali decidono di prendere parte al progetto sono state indirizzate 16 pratiche delle quali 7 sono divenuti mutui finanziati e 2 dirottate sul fondo antiusura. Le risorse mobilitate fino a questo punto ammontano a 33 mila euro.
C'è ora una sicurezza in più che dà un senso di calore e di appartenenza a una società quella italiana fin troppo scompaginata che prima o poi dovrà rispondere al bisogno di tutele delle giovani generazioni con un approccio più sistematico che si muoverà lungo il solco già tracciato dal "credito etico". ( R. P.)
Bibliografia
- www.creditoetico.it
- www.provinciapotenza.it
- www.runic-europe.org
- www.yearofmicrocredit.org
- www.unimondo.oneworld.net
- www.finanzaetica.it
- www.cantieresociale.org
- www.saa.unito.it
- Marco Mira d'Ercole sul sito www.lavoce.info
- Livia Turco su "Il Riformista" del 2 febbraio 2005
- Francesco Montemurro su "Il Sole 24 Ore" del 18 aprile 2005
- Paul Nypur Rasmussen su "Il Sole 24 Ore"
- Andrea Bajani, "Mi spezzo ma non m'impiego", Einaudi 2006
- Andrea Giardina, "Profili storici dal 1900 ad oggi"
- Laura Pennacchione, "C'è un futuro per il modello sociale europeo?", ed. Ediesse
- Lunaria, "La finanza etica in Italia. Come e perché promuoverla", Supplemento a Banconote, novembre 2000.