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(RI) BIBLIOTECA JOSEPH AND MARY AGOSTINE: UNA PROMESSA MANTENUTA
13 febbraio 2007
(ACR) - Una su dieci ha chiuso, i soldi ridotti a un terzo. Se questo è lo stato in cui versano le biblioteche, non c'è molto da dire, poco da aggiungere. Eppure la biblioteca comunale "Joseph and Mary Agostine" di Palazzo San Gervasio è una di quelle poche eccezioni, su oltre dodici mila istituzioni italiane, che può dirsi soddisfatta del lavoro sin qui svolto. Un'isola felice che non sembra essere toccata dalla grande crisi (come titolava recentemente in un dossier un noto quotidiano nazionale) che avvolge la "casa" del libro. Certo, non è una di quelle biblioteche la cui gestione trae i fondi esclusivamente da enti locali (il 52 per cento in Italia si regge – o si reggeva, ohibo! – in questo modo) né dipende dalle università né da enti ecclesiastici. Forse questo è il segreto della Joseph and Mary Agostine. Forse c'è dell'altro: la lungimiranza.
Il declino di molte istituzioni storiche, statali e universitarie, costrette dalla mancanza di risorse a ridurre orari, personale, servizi al pubblico, l'impossibilità di aggiornare il catalogo, perché soldi per comprare libri e per creare multimedialità non ce ne sono più, fotografano l'attuale stato delle biblioteche. Un problema serio se si pensasse che la stragande maggioranza dei frequentatori è composto da giovani e da studenti universitari, il cui rapporto con il libro passa anche attraverso la tecnologia.
I dati statistici disegnano un'Italia spaccata in due. Non solo, ci sono anche difficoltà nel censimento delle istituzioni. Ad esempio: l'Iccu, l'istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche, enumera 15.787 biblioteche. L' Istat, nella sua ultima ricognizione statistica che risale a tre anni fa, ne prende in esame solo 12.676, tra statali, nazionali, comunali, ecclesiastiche, universitarie e private. Quello che più "sconvolge" è la solita ripartizione geografica delle risorse e delle possibilità: anche in questo caso esiste un Sud diverso, più povero. E più si scende più la situazione è drammatica. Se al Nord esiste il 51,4 per cento delle biblioteche, al Sud abbiamo solo il 28 per cento, anche se è al Centro che si registra la più bassa percentuale. Inoltre, la metà delle isti-tuzioni del Mezzogiorno ha un patrimonio librario, sempre secondo l'Istat, "inferiore ai 5 mila volumi". A questa situazione di impasse si contrappone la rete delle biblioteche comunali. La formula vincente di questi anni è costituita da una rete di strutture grandi e piccole, funzionali, moderne, di quartiere, spesso anche decentrate e periferiche, aperte ad un pubblico specializzato, ma non solo; con buone sezioni per ragazzi, con sale dove sfogliare i giornali e una crescente presenza di postazioni internet e supporti multimediali. Un esempio riuscito è la rete delle oltre 30 biblioteche civiche di Roma, o la grande biblioteca multimediale di Pesaro. La Basilicata, in una situazione complessiva poco confortante, non sembra però essere toccata dalla crisi. Dati alla mano: 108 biblioteche, in gran parte comunali, per una dotazione libraria che al 2004 sfiora i 900 mila libri, sono numeri più che rassicuranti.
E nel panorama complessivo, la biblioteca di Palazzo San Gervasio è una delle più grandi e moderne istituzioni della Regione. Non solo: se gli esperti indicano nella formula della public library inglese, il futuro delle biblioteche, quella palazzese rap-presenta la concretizzazione di questa tendenza.
In sostanza, e per dirla con Igino Poggiali, presidente dell'Istituzione biblioteche di Roma, leader dell'evoluzione del nuovo modo di intendere lo spazio di lettura: "Il primo elemento di forza è la rivalutazione della figura dei bibliotecari, e l'idea della biblioteca come nuova piazza dell'offerta culturale, un luogo aperto, dove ci sono i libri ma anche la musica, internet, il cinema, la sezioni ragazzi, gli eventi, con un'affluenza che ha raggiunto il milione e mezzo di presenze nel 2005. Certo, da sempre le biblioteche sono quei luoghi classici dove i giovani con la scusa di studiare si incontrano". In quest'ottica bisogna anche ridefinire e capire il ruolo delle biblioteche in una società dominata da altri media (sua maestà la televisione, ad esempio). Cosa deve fare una biblioteca per sopravvivere? Cercare libri o lettori? Inseguire i dati quantitativi o quelli qualitativi? La carta stampata o la multimedialità? Forse, di tutto e di più. E la biblioteca palazzese - forte di una dotazione di oltre 18 mila testi (dati rilevanti a giugno 2006), di prestiti librari cresciuti in maniera esponenziale, della presenza di utenti più che raddoppiata in pochi anni e della nascente "sezione ragazzi" (il futuro prossimo per combattere la crisi e per "fondare" le nuove generazioni) - più di qualche certezza l'ha già in tasca. Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire cosa ci sia dietro la "Joseph and Mary Agostine Memorial Library". Tutto inizia grazie ad un palazzese, Giuseppe Mucciante, che emigra negli Stati Uniti, destinazione Boston, in cerca di migliore fortuna. Negli occhi e nella mente del giovane Giuseppe, nell'immediato primo dopoguerra, c'era lo sconforto e la rabbia di abbandonare il proprio paese: la miseria era troppo forte e le possibilità di sconfiggerla, inesistenti. Una mano d'aiuto come garzone di bottega nel salone di Antonio Caputo, gli aveva permesso quantomeno di passare un po' di tempo. Tempo che non sprecava neanche il lunedì, quando il riposo settimanale dei barbieri gli concedeva di trascorrere l'intera giornata ad ammirare i tesori della Pinacoteca d'Errico, prima che fossero trasferiti a Matera. Ma l'America era lì che lo aspettava. La terra promessa, piena di opportunità e sogni che diventano realtà, era un'occasione da non perdere. Il triste e doloroso sacrificio di abbandonare la propria terra e i propri affetti era il prezzo da pagare. Giunto negli Stati Uniti, Giuseppe pensò di cambiare il proprio nome in Joseph Agostine, quasi a voler troncare con il passato di sofferenza e povertà. Ma non era così: il proprio paese, la propria terra erano sempre nel suo cuore. E già il nome e cognome scelti, seppur inglesizzati, manifestavano, di più di quanto si potesse immaginare, il timbro indelebile del passato: Agostine era il nome del padre naturale che lui conobbe, ma non seppe, non volle o forse non potè amare fino in fondo. Tornò a Palazzo San Gervasio nel settembre del 1955. Vi rimase dodici ore, giusto il tempo di visitare la tomba della mamma, Filomena, morta nel 1928, e la sua vecchia e amata casa di via Forcella al numero 5. Testimonianze raccontano che Giuseppe/Joseph fermatosi davanti al portone chiuso della Pinacoteca d'Errico si commosse. Pensava forse di rivedere i quadri e i libri che avevano intrattenuto brillantemente la sua giovinezza. Qualcuno lo aveva però informato che durante la sua assenza erano stati completamente trafugati in quel di Matera. "Palazzo deve avere la sua biblioteca", promise. E se ne andò, definitivamente. Quando il 12 giugno del 1978, il testamento, a firma della moglie Mary, destinava la somma di un milione di dollari per l'istituzione nel paese di una biblioteca, si capì quanto Giuseppe/Joseph tenesse al suo paese natio. Aveva mantenuto la promessa con un grande atto d'amore. Pochi forse, in quel momento, s'accorsero che questo sarebbe stato l'inizio di nuove opportunità per Palazzo. Nata in una struttura originariamente destinata a mercato coperto, dopo i lavori di adeguamento strutturale e funzionale, l'istituzione "Joseph and Mary Agostine Memorial Library" è stata inaugurata il 12 giugno 2001, a ventitre anni esatti dall'apertura del testamento. Da quel giorno di giugno, la biblioteca è stata un fiorire di iniziative culturali a 360 gradi. Convegni, dibattiti, concerti musicali, cineforum, hanno allietato e ravvivato l'interesse della gente di paese e quello dei media. Nell'aprile 2004, un altro importante traguardo è stato ottenuto: l'adesione all'Associazione dei presidi del libro. Primo caso in Basilicata, la biblioteca comunale ha ulteriormente visto sancire il suo obiettivo di irradiazione di possibilità e, allo stesso tempo, ha raggiunto un traguardo di notevole importanza per la diffusione della cultura, non solo come valorizzazione delle particolarità locali, ma anche come momento imprescindibile di una crescita intellettuale che vada al di fuori dei confini geografici di un paese di circa cinque mila abitanti. L'editore barese, Giuseppe Laterza, ha evidenziato come intorno al libro si possa costruire il dialogo, mezzo imprescindibile in una società civile che sembra, oggi, aver smarrito il lume del confronto. "Il libro non è un'imposizione, ma una scelta – ha affermato l'editore barese – e deve partire dai bisogni di ciascuno". In sostanza, l'adesione al circuito dei presidi sta permettendo alla biblioteca di ospitare numerosi autori prestigiosi. E finora, la presenza di Gianrico Carofiglio, Piero Melograni, Enzo Quarto, Eva Cantarella, Franco Cassano, Andrea De Carlo, tra gli altri, ne è una brillante testimonianza. Così, sia in una grande città, sia in un paese come Palazzo, è possibile assistere e partecipare ad eventi di rilevante valore culturale. "La presenza dell'autore è un'occasione, ma sono i lettori i veri protagonisti", ha aggiunto ancora Laterza. Giuseppe/Joseph potrà ragionevolmente pensare che la sua promessa sia stata non solo mantenuta e realizzata, ma si rinnova ogni giorno a piè sospinto, per amore e dedizione. Con la consapevolezza che una biblioteca è uno strumento di orientamento, sì, ma anche custode altero di un sapere che durerà per sempre. Come il ricordo che la cittadina avrà di Giuseppe. (M.C.)
Fonti:
- Istat, Annuario delle Statistiche culturali 2003-2004, Roma, giugno 2006
- La Repubblica – "Dossier, biblioteche, la grande crisi: meno libri e fondi tagliati" di Maria Novella De Luca - 10 marzo 2006>li>Libero Accesso, mensile di informazione, "Il libraio di Palazzo San Gervasio" di Giuseppe D'Errico, nr. 35, Aprile 2004
- Libero Accesso, mensile di informazione, "Il piccolo principe dei libri" di Angela De Sario, nr. 56, Gennaio 2006
- http://www.basilicatanet.it/biblioteche/biblioteche.asp
- http://www.biblioteca.palazzosangervasio.net