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(RI) POTENZA, LA CITTA' VERTICALE: SALITE, DISCESE, SCALE… MOBILI, TRA STORIA E CULTURA

14 febbraio 2007

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(ACR) - Con i suoi 819 metri sul livello del mare, Potenza è il capoluogo di Regione più alto d'Italia. La città sorge lungo una dorsale appenninica nella valle del fiume Basento, che la percorre e attraversa quasi interamente nella sua parte inferiore. Dall'alto domina l'antico nucleo medievale, il centro storico, la "città vecchia", in parte ancora delimitata da quel che rimante dell'antica cinta muraria: questo è il cuore pulsante di Potenza e, ancora oggi, il centro vitale della civitas potentina. Qui, corre netta e, al tempo stesso, scandisce i ritmi della vita cittadina, la centrale via Pretoria su cui affacciano palazzi signorili, contraddistinti da portali, mascheroni, ampi cortili e giardini interni, ed impreziosita da antiche chiese, come quella della Santissima Trinità e del medievale duomo di San Gerardo con la bronzea facciata in stile neoclassico. Attorno al centro storico si è sviluppata, poco a poco, la cosiddetta "zona inferiore": questa è la parte più moderna di Potenza, che si estende al di là di quella antica, sull'altro versante della fondovalle e tutto intorno all'area pianeggiante segnata dal corso del Basento. Qui sono sorti, nel tempo, diversi quartieri, residenziali e non, insieme ad una fitta rete di attività commerciali. Oggi questa parte della città arriva a comprendere un hinterland assai complesso e vitale, che rappresenta qualcosa di molto distante dal consueto concetto di "periferia". I due livelli su cui si sviluppa la città di Potenza risultano ben evidenti e chiaramente identificabili tanto nella naturale fisionomia della città, quanto nella sua conseguente struttura urbanistica. Potenza, infatti, è per sua natura una città "verticale", chiamata da sempre ad assurgere al ruolo, non semplice, di "città cerniera" delle sue stesse membra adagiate e sospese a diversi livelli, sui dorsi scoscesi delle montagne: i numerosi sali e scendi, le scale e le scalinate, i ponti e i viadotti creano, quasi, molteplici città nella città, collegando, sostanzialmente e funzionalmente, la parte bassa con quella alta e viceversa. Per quanto nel corso dei secoli, sia stata costruita e ricostruita più volte, a causa di diversi terremoti, e abbia inevitabilmente modificato il suo prospetto urbanistico, adeguandolo via via alle esigenze della popolazione e del territorio, la città di Potenza non ha mai potuto trascendere la sua "verticalità", che vede, proprio nell'elemento architettonico della "scala", la sua massima e tradizionale espressione. Le scale, dunque, a Potenza, non sono da intendere solamente come puro e necessario elemento architettonico e funzionale della stessa struttura urbanistica, bensì anche come elemento comunicativo di identità dell'intero universo cittadino, portatore di valori simbolici e sociali. A tal proposito, è facile che balzi alla mente l'immagine riportata nell'Arma Blasonica della città. Michele La Cava, per primo, in "Gli stemmi della Provincia di Potenza", pubblicato nel 1884, nel passare in rassegna gli stemmi comunali di tutta la Provincia, per la città di Potenza indicava: "Leone coronato gradiente su di una scala". Ma l'interpretazione di La Cava, ripresa, poi, anche da Giacomo Racioppi, fu lungamente criticata e lo storico Antonio Tripepi, attingendo dalla testimonianza del conte Giuseppe Gattini, in "Curiosità storiche della Basilicata" pubblicato nel 1915, riferisce dell'errore interpretativo di La Cava che egli stesso si impegnava a chiarire e auspicava non fosse più ripetuto: "i leoni non salgono scale" e l'indiscusso leone gradiente ha alle spalle "una banda rossa trasversale". Eppure, se si pensa a quante rampe di scale attraversano in lungo e largo l'intera città, a quante di esse costeggiano le impervie salite e discese, a quanti gradini sostengono antichi angoli scoscesi, e alle scale, che in tempi moderni e ormai da oltre un decennio, sono diventate "mobili", forse sarebbe più giusto credere che a cadere nell'errore interpretativo non sia stato La Cava: anzi, che proprio lui, avesse visto giusto nell'immagine di quell'Arma Blasonica e che rappresenti esattamente "una scala": perché, in fondo, Potenza, città verticale, è la città delle mille scale! Il concetto di verticalità è, dunque, scritto nel dna di Potenza. Ma è stato con la realizzazione dell'impianto delle scale mobili, inaugurato nell'autunno del 1994, che il concetto di "verticalità" ha potuto trovare all'interno della struttura urbanistica della città la sua massima e più moderna espressione: la scala mobile "si ricongiunge al cuore del centro storico come un'arteria". Indubbio il valore dell'impianto, in quanto rappresenta, di certo, un significativo elemento urbanistico sul territorio nazionale. Le scale mobili di Potenza rappresentano ormai un'arteria principale della città che scorre tra viale Marconi, viale Dante, via Vespucci e piazza Vittorio Emanuele II da dove, tramite le due coppie di ascensori, istallate già da 1975, si arriva a via del Popolo e fin dentro il cuore della città, nell'adiacente Piazza Mario Pagano. E non per molto tempo ancora, queste saranno le uniche e sole: infatti, manca ormai poco per la consegna alla città dell'imponente ponte attrezzato sulla fondovalle con annesse rampe di scale mobili che condurranno direttamente da via Anzio a via Mazzini e Porta Salza. Le attuali scale mobili di Potenza, nate nel 1994 e dette "Prime", vantano un primato europeo in quanto a dimensioni: superano un dislivello di oltre 70 metri, si sviluppano su 244 metri di percorso pedonale interamente coperto, per una superficie complessiva di circa 2000 metri quadrati. Sono circa 4 mila le persone che transitano ogni giorno per le scale mobili; circa 6 mila se, invece, si considera anche il tratto degli ascensori. Il numero di passaggi, poi, diventa davvero esorbitante nel corso di eventi speciali, come la Notte Bianca o la festa patronale di San Gerardo con tradizionale sfilata dei Turchi, quando a percorrere le scale mobile di Potenza sono, generalmente, circa15 mila persone. Ad "abitare" ed "arredare" questo spazio urbano valorizzandolo, ben oltre gli elementi urbanistici e la sua congenita funzione di pubblica utilità, è intervenuto nel corso del 2006, un progetto: "Ambientart", "manifestazione del talento, della creatività e dell'impegno sociale e culturale di un gruppo di giovani (Cisl Arte, Wwf e Key Service) che - ha spiegato l'assessore alla Formazione, Lavoro, Cultura e Sport della Regione Basilicata, Carlo Chiurazzi - ha voluto rinnovare il senso di appartenenza alla propria comunità, offrire un recupero narrativo originale della sua memoria storica, connotare le scale mobili come vero e proprio landmark di Potenza nell'immaginario dei suoi abitanti e dei suoi visitatori". Con lo scopo di caricare di significati le scale mobili, spazio tradizionalmente deputato ad un passaggio anonimo e silenzioso, il progetto fa leva sull'inscindibile binomio "arte-cultura", nella convinzione che proprio "la cultura - ha detto il sindaco Vito Santarsiero - è ciò che dà un'anima alle nostre città". Oltre al sostegno del Comune, della Provincia di Potenza, del Dipartimento Formazione, Lavoro, Cultura e Sport della Regione Basilicata, dell'Apt (Azienda di Promozione Turistica), dalla Cotrab (Consorzio Trasporti Aziende Basilicata) il progetto ha attratto l'attenzione di non pochi partners privati, coinvolti in maniera non banale, in particolari "strategie di sinergia consortile" nella convinzione che è possibile uno sviluppo basato su cultura e comunicazione d'impresa. "Ambientart", dunque, nasce dall'esigenza di porre nella corretta dimensione simbolica le due funzioni interne all'elemento "scale mobili", ponendole in una dialettica superiore: da un lato la valenza sociale, in quanto è luogo quotidiano di aggregazione, dall'altro la valenza artistica e culturale, in quanto è luogo urbanistico d'avanguardia, fino ad elevarle alla dimensione simbolica, in quanto "luogo - simbolo" di una comunità che, protesa in avanti e verso l'alto nel concetto di mobilità verticale, ritrova tasselli della propria identità storica. "Si tratta - ha detto ancora l'assessore Chiurazzi - di una riscoperta, forse di una manipolazione artistica di una realizzazione urbanistica che perde così i suoi tratti meramente funzionalistici". Il passante non distratto si ritrova a scivolare lungo il percorso delle scale mobili che diventano, così, un contenitore scenico che racchiude messaggi e valori universali, ma che appartengono, soprattutto, all'identità e alla memoria dei lucani. E' stato inaugurato lo scorso 28 maggio 2006 il primo tassello del progetto "Ambientart": "Agibile", inserito tra gli appuntamenti previsti in occasione del Bicentenario di Potenza città Capoluogo. Si tratta di una mostra permanente che vuole essere un viaggio, attraverso il linguaggio dell'arte contemporanea delle opere esposte di 26 artisti, nel tessuto storico e sociale dei potentini, in particolare, e dei lucani, più in generale, partendo da una data ben precisa: il 23 novembre 1980. Il progetto, nell'ambito del più generale "Ambientart", è teso a fare delle scale mobili uno spazio d'allestimento permanente d'arte, cultura e comunicazione, una location per diversi linguaggi espressivi e creativi, rappresentando un momento di vera svolta nella dimensione comunicativa della città stessa nel suo rapporto con i cittadini, e non solo. "Iniziò nella terribile e tiepida domenica del 23 novembre 1980, quella crescita lucana che diventò - così racconta Vittorio Sabia - consapevolezza dei propri doveri e dei propri destini", quella crescita che proprio perché "nata dalla sofferenza - prosegue - è, forse, per questo più salda". Quella data, nella sua estrema tragicità, è diventata essa stessa il momento che ha segnato l'atto fondativo della Basilicata moderna, ancorata, da quel momento in poi, a forti valori come quello del lavoro, della solidarietà, del saper rinascere dalle proprie ceneri: i lucani, nell'intraprendere il lento processo di ricostruzione "hanno riscoperto - racconta ancora Sabia - l'orgoglio di una volta e hanno abbandonato l'angusto spazio in cui erano stati ingiustamente condannati da un isolamento storico e sono usciti allo scoperto". Il trauma del sisma fu, dunque, rivelatore della forza straordinaria di rigenerazione civile, umana e materiale: il sisma, del 10° grado della scala Mercalli, terrificante anche in quanto a durata, 84 secondi, mise a nudo l'estrema fragilità umana e quella strutturale di paesi e città di fronte all'irrefrenabile natura, ma allo stesso tempo "venne fuori il carattere montanaro dei lucani - conclude Sabia - che bandì la lamentazione e salì alla ribalta; se il corpo era ferito l'anima era integra e ricca di entusiasmi". Così l'esperienza dolorosa del sisma del 1980 consentì di individuare e isolare quegli elementi identificativi di una coscienza collettiva, fino a quel momento, "amnesica", povera, cioè, di tasselli identificativi di sé e di ancorarsi a precisi valori. E' proprio su tale spaccato della storia lucana che il progetto "Agibile" si focalizza, ripresentando i luoghi e gli stati d'animo dell'avvenimento che da condizione drammatica si evolve consapevolmente nella coscienza collettiva. Attraverso il linguaggio espressivo della pittura e della scultura, l'allestimento permanente è un recupero narrativo originale tra soluzioni scenografiche e forme dell'arte, didascalie della realtà e prospettive di analisi sul patrimonio della città. L'esposizione di reperti, di fotografie, di oggetti d'arte si pone, insomma, di far riaffiorare nel pubblico la memoria storica, in modo che essa sia identificativa di una città e di un popolo, quello lucano, e che entri in un contesto di vita quotidiana. Gli ideatori e organizzatori (Roberto Rosa della Key Service, Maria Raimondi del Wwf, Vito Palladino della Cisl, l'artista Arcangelo Moles e l'architetto Michele Danzi) già guardano oltre il progetto, attuato, "Agibile": sono, infatti, in fase di ideazione gli step successivi di "Ambientarte" che, sempre con l'apporto di forme artistiche contemporanee, si incentreranno su differenti archi temporali, scandendo e valorizzando ulteriormente il passato e la memoria storica lucana. (C.L.)

Fonti:

  • http://www.meetup.com/cities/it/potenza/
  • http://www.verdiarezzo.it/article.php3?id_article=188
  • http://www.cittaelettriche.it/news.htm
  • http://it.wikipedia.org/wiki/Potenza_(PZ)
  • http://www.basilicatanet.it/news/articleApprofondimenti.asp?id=524423
  • http://www.basilicatanet.it/news/article.asp?id=425501
  • http://www.basilicatanet.it/news/article.asp?id=456602
  • La Nuova Basilicata, 23 novembre 2005, "L'arte ritorna a vivere nelle scale mobili"
  • La Gazzetta del Mezzogiorno, 23 Novembre 2005, "Mostra d'arte permanente nel sottopassaggio di piazza Vittorio Emanuele"
  • Il Quotidiano, 30 Maggio 2006, "L'arte per esorcizzare il sisma"
  • Il Balcone del Conte, 9 Giugno 2006, "Ricordi agibili"

Redazione Consiglio Informa

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