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(RI) QUALITA' E AGGREGAZIONE PER I PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI LUCANI
08 giugno 2007
(ACR) - Anche quest'anno è il vero protagonista nel settore dell'ortofrutta. E' il cavolfiore lucano, tipico esempio di come qualità e aggregazione, innegabili must su cui deve puntare il settore agroalimentare, non siano generiche indicazioni di un potenziale sviluppo economico, ma concrete leve che convergono e contribuiscono insieme ad un reale processo di crescita. Il prestigioso prodotto ortofrutticolo lucano, prodotto dal Consorzio "Mensasobria" di Lavello al quale aderiscono dieci produttori, vanta il supporto di un'aggregazione produttiva che garantisce le quantità. Ma dallo scorso mese di gennaio, quando la Camera di Commercio di Potenza ha rilasciato la certificazione di conformità, il cavolfiore lucano ha ottenuto anche un marchio di qualità, ed oggi può essere commercializzato con il marchio "Cavolfiore della Valle dell'Ofanto". "Siamo molto soddisfatti – ha osservato il presidente della Camera di Commercio di Potenza, Pasquale Lamorte – del successo di questo prodotto. Il sistema creato intorno al Cavolfiore della Valle dell'Ofanto deve costituire, per altri produttori, un modello da imitare per esportare un'immagine organizzativa moderna ed efficiente, capace di reggere la forte competizione dei mercati". Qualità e aggregazione, dunque: sono queste le parole chiave su cui deve puntare l'intero comparto ortofrutticolo italiano. E questo è anche il messaggio arrivato dalle recenti fiere internazionali, come "Fruit Logistica" di Berlino e "Macfrut" di Cesena, due prestigiose vetrine dell'ortofrutticoltura internazionale dove non sono mancati ortaggi e frutta della Basilicata. Entrambi gli appuntamenti hanno offerto uno spaccato complessivo del settore dell'ortofrutticoltura mondiale e, contemporaneamente, il quadro della situazione italiana in cui risulta sempre più urgente la necessità di attuare strategie per il rilancio di frutta e verdura "made in Italy". Dalle tre organizzazioni di produttori lucani presenti alla scorsa edizione, a Macfrut 2007 si è passati ad otto, con Assofruit - Società cooperativa di Scanzano Jonico, Pam - Produttori associati del Metapontino di Policoro, Op Esedra di Marconia di Pisticci, Op Agricola Felice di Tursi, Op General Fruit Basilicata di Scanzano Jonico, Op Lucaniafrutta di Policoro (raggruppati nel Distretto Agroalimenatre di qualità del Metapontino), il Consorzio export Mensa Sobria di Lavello e il Covil - Consorzio vivaisti lucani. Al cospetto di buyers e addetti ai lavori provenienti da tutto il mondo, le più pregiate colture lucane hanno fatto sfoggio di sé anche al Salone internazionale berlinese "Fruit Logistica". Tra i partecipanti all'evento berlinese anche alcune tra le maggiori organizzazioni produttive lucane del settore, come Assofruit di Scanzano Jonico, Pam - produttori associati del Metapontino di Policoro ed Esedra di Marconia di Pisticci, che hanno fatto ampio sfoggio di prodotti destinati al consumo fresco, come insalate, cavolfiori, peperoni, agrumi, fragole, pesche, albicocche, susine e altri prodotti di qualità particolarmente apprezzati soprattutto da buyers russi, cinesi e arabi. Proprio dalla partecipazione a eventi internazionali, come Fruit Logistic di Berlino e Macfrut di Cesena, è possibile rilanciare la competitività dei prodotti lucani sui mercati nazionali ed esteri in un momento particolare per l'intero settore che, a livello nazionale quanto a livello locale, stenta a reggersi di fronte ai colpi della globalizzazione. Nonostante l'ortofrutticoltura italiana, da sola, fornisca il 25 per cento dell'intera produzione comunitaria e nonostante l'innegabile trend positivo dell'ultimo periodo è, infatti, innegabile che l'andamento, più positivo rispetto al biennio 2004-2005, sia solo sotto l'aspetto dei ricavi e del volume di affari, ma non certo sotto quello delle quantità prodotte.
Secondo quanto è emerso al Macfrut di Cesena, nell'ultimo periodo, si è registrato un "aggiustamento" della produzione lorda vendibile rispetto all'andamento negativo degli anni scorsi, con un incremento del 2,2 per cento (dagli 11.450 milioni di Euro del 2004 e dagli 11.250 milioni di Euro del 2005, si è passati agli 11.500 del 2006); mentre un incremento più deciso riguarda il fatturato complessivo: nel 2006 il fatturato è stato di 22,6 miliardi di Euro, registrando un incremento del 2,7 per cento sul fatturato del 2005 (22 miliardi di Euro) e dello 0,4 per cento su quello del 2004 (22,5 miliardi di Euro). E, se pur buona è stata anche la performance dell'interscambio coi mercati esteri, per cui il saldo attivo, cioè la differenza fra import ed export, è aumentato del 20 per cento, raggiungendo quasi 642 milioni di Euro, è tuttavia negativo il dato dei volumi prodotti: 24,5 milioni di tonnellate che segnano un -5,6 per cento sui totali 2005 (poco più di 26 milioni di tonnellate) e un -7,1 per cento sul 2004 (24,4 milioni di tonnellate). Di fronte alle spinte della globalizzazione, osservano gli esperti, è necessario che l'Europa trovi il giusto contrappeso con paralleli e sempre più necessari processi di internazionalizzazione: la valorizzazione legata al territorio o alla tipicità (prima fra tutte Igp e Dop) e le certificazioni di filiera rappresentano il vero valore aggiunto di prodotti ortofrutticoli che da indifferenziati diventano beni alimentari caratterizzati, ovvero da commodities diventano specialities. Qualità, dunque, ma non solo. Per l'Italia c'è anche la pressante urgenza di creare le condizioni per un reale accordo organico tra i vari soggetti che compongono l'intera filiera dell'ortofrutticoltura. Un accordo, cioè, che porti a diminuire i passaggi burocratici, abbatta i costi di produzione e concentri l'offerta. Gli effetti della globalizzazione mettono, infatti, a nudo la fragilità organizzativa del comparto dell'ortofrutta in Italia e la sua debole capacità di governo dell'offerta, di immettere sul mercato prodotti in maniera organizzata, che corrisponde appena al 30 per cento dei volumi. Anche a livello locale sono fortemente percepibili i cambiamenti che si manifestano a livello nazionale, europeo e mondiale. Una realtà complessa, quella del settore ortofrutticolo in Basilicata, per cui valgono gli stessi must indicati a livello nazionale, dunque: qualità e aggregazione. Punta di eccellenza dell'agricoltura lucana, il comparto dell'ortofrutta impiega oltre 10mila addetti, di cui 8mila solo nel Metapontino e nel complesso incide sulla Produzione lorda vendibile regionale per circa il 42 per cento, per 310 Meuro (224 Meuro sono ricavati nel Metapontino). Frutta, agrumi e orticole rappresentano la produzione maggiore con circa 6 milioni di quintali prodotti (dati Istat- Ismea 2002) pari al 49 per cento della intera produzione agricola lucana (4 milioni di quintali solo nel Metapontino). Negli ultimi dieci anni le produzioni, in termini di quantità e di produzione lorda vendibile si sono triplicate: agrumi, pesco, albicocca e fragole sono tra i maggiori prodotti di spicco e, in particolare, per l'albicocca, il clementino e la fragola la Basilicata si pone tra i maggiori produttori in Italia. Per i prodotti ortofrutticoli lucani la qualità non è certo attributo secondario: i fagioli di Sarconi, i peperoni di Senise vantano già il marchio di qualità Igp, mentre sono in attesa di certificazioni territoriali altre produzioni, come il fagiolo poverello di Rotonda, le fragole del Metapontino, le mele dell'Alta Val d'Agri, l'albicocca di Rotondella, l'arancia staccia e il percoco bianco di Tursi, la melanzana rossa del Pollino. E' necessario che i prodotti lucani si presentino sul mercato nazionale ed internazionale come proposte commerciali di peso, non solo sotto il profilo della qualità, per la quale Basilicata ha sicuramente notevoli carte da giocare, ma anche in maniera aggregata sotto il profilo della quantità: risulta vitale per il settore ortofruticolo lucano puntare sulla capacità di fare massa critica, compattare l'intera filiera e, magari, adottare un marchio unico in grado di affrontare la concorrenza che arriva dei Paesi europei ed extraeuropei. Sono 14 le Organizzazioni dei produttori lucani, con circa 2mila soci che commercializzano il 30 per cento della produzione regionale. Sono 50 gli impianti di lavorazione in Basilicata e 18 le aziende di trasformazione. La nuova programmazione regionale 2007-2013 ha scelto di puntare molto sulle aree dedicate all'agricola intensiva, di cui dovranno essere utilizzate e valorizzate a pieno le specifiche attitudini territoriali e, in particolare, ha riposto grandi aspettative nei distretti agroalimentari, "strumenti basilari - ha dichiarato in più occasioni l'assessore all'Agricoltura e Sviluppo rurale, Gaetano Fierro - che hanno il compito di organizzare le filiere in tutta la loro ampiezza, dalla produzione sino alla commercializzazione. Per affrontare la competizione globale negli assi prioritari regionali è stabilito che si debba lavorare al potenziamento dell'associazionismo in special modo nei settori dell'ortofrutta e dei servizi di assistenza tecnica alle aziende agricole, in modo che possa affrontare nel migliore dei modi le avversità atmosferiche e le problematiche dovute alla globalizzazione dei mercati. Risulta prezioso, in tal senso il lavoro che si sta facendo attorno all'istituzione dei due distretti, quello ortofrutticolo del Metapontino e quello agroalimentare del Vulture, attraverso i quali sicuramente daremo una svolta all'organizzazione logistica e organizzativa delle produzioni agricole lucane". Un'immagine coordinata, dunque, quella che la Basilicata sta cercando di dare dei suoi prodotti agroalimentari, apprezzata anche dal ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Paolo De Castro, che nel corso della recente manifestazione di Cesena, guardando proprio al comparto ortofrutticolo lucano, trainato in particolare dal Distretto del Metapontino, ha sottolineato la capacità dei produttori di guardare all'aggregazione, fare sistema e costruire modelli produttivi che, dal punto tecnico e commerciale, siano in grado di sostenere la competizione e intessere positivi rapporti con buyers di tutto il mondo, particolarmente interessati ai prodotti di qualità, orgogliosamente, made in Basilicata. (C.L.)
Fonti:
- http://www.macfrut.com/bacheca/ita/index.php
- Il Quotidiano -02-05-2007 – "Un marchio per rilanciare l'ortofrutta"
- http://www.basilicatanet.it/news/article.asp?id=492317
- http://www.basilicatanet.it/news/article.asp?id=539065
- http://www.basilicatanet.it/news/article.asp?id=421249
- http://www.basilicatanet.it/news/article.asp?id=305231
- http://www.basilicatanet.it/news/article.asp?id=541997
- http://www.basilicatanet.it/news/article.asp?id=559555
- http://www.basilicatanet.it/news/article.asp?id=560396
- http://www.basilicatanews.info/index.php?option=com_content&task=view&id=712&Itemid=31