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(ACR) I TEMPLARI A FORENZA: TRA MITO E REALTÀ

20 novembre 2007

© 2013 - templars_burning.jpg

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(ACR) - Che la Basilicata sia stata crocevia strategico dei Templari non è ormai più un mistero. I Cavalieri più famosi, grazie a libri (su tutti, "Il Codice da Vinci"), a film ("Il mistero dei Templari", "La maledizione dei Templari", "Le Crociate") e anche ad antiche e nuove diatribe (santi o eretici?), sono sempre di attualità.
Tra l'altro, recentemente sono stati pubblicati i documenti degli archivi segreti vaticani: "Processus contra Templarios", gli atti in edizione integrale dell'antico processo ai Templari svoltosi tra il 1307 e il 1312. Un'edizione limitata, solo 799 esemplari, con la riproduzione fedele dei documenti dell'epoca in un preziosissimo volume. Tutta la documentazione riemerse dagli archivi nel 2001, grazie al lavoro della professoressa Barbara Frale.
Un errore di catalogazione l'aveva sottratta per 700 anni al lavoro degli storici. In sostanza, la studiosa fa emergere che quel processo fu vissuto come una battaglia politica tra papa Clemente V e re Filippo IV di Francia. Il re aveva accumulato pesantissimi debiti nei confronti dei Templari, che arricchitisi enormemente negli anni, avevano finanziato le sue guerre. Come sostengono alcuni storici, Filippo per evitare la bancarotta non trovò di meglio che rovesciare una valanga di accuse sui cavalieri del Tempio, a partire da quella, fondamentale nel processo, di eresia. Papa Clemente si convinse sì che i Templari erano colpevoli di alcuni peccati, ma non di quello di eresia. Tuttavia, nel 1312 dopo numerosi scontri con il re francese, ordinò che l'ordine venisse sciolto e i suoi membri perseguitati per quello che, secondo la professoressa Frale, fu definito il bene della Chiesa.
Furono gli uomini del re di Francia a occuparsi della soluzione finale, fra torture e roghi. La storia dei Templari, dalla loro fondazione (siamo tra il 1118 e il 1120, subito dopo la prima Crociata del 1096) come protettori dei pellegrini diretti in Terra Santa, al processo che ne decretò la fine per eresia, si è trasformata in leggenda che ai giorni nostri ancora attira la curiosità dei più.
Anzi, a volerla scrivere tutta, legata strettamente ai famosi cavalieri vi è anche la ricerca spasmodica, per molti versi anche fantasiosa, del Santo Graal, ovvero il calice che Gesù utilizzò nell'ultima cena e che poi servì per raccogliere il suo sangue dopo la Crocifissione. Articoli giornalistici, peraltro pubblicati su riviste prestigiose, hanno documentato la forsennata ricerca del Sacro calice che vede proprio nella terra di Basilicata, assieme alla Scozia e alla Francia, una delle mete preferite dei tanti studiosi, turisti o semplici curiosi.
L'interesse degli studiosi poi si è incentrato soprattutto sulla scoperta dei simboli templari presenti nelle chiese dell'Alto Bradano, ma non solo (Acerenza, Venosa, Castelmezzano, Serra di Vaglio, Lagopesole).
Proprio la più grande delle chiese lucane – la cattedrale di Acerenza – attrae le maggiori attenzioni sia per la grandezza (qualcuno si è chiesto per quale ragione sia stata costruita una struttura così grande proprio in una regione così piccola) sia per la presenza di una cripta restaurata nel 1524 dal conte Ferrillo Balsa, membro dell'Ordine dei Templari, che da una finestrella barricata nella cripta da circa 500 anni. Per non dire delle croci templari ad otto punte, dall'immagine di Gesù in posizione di morte che viene fuori da un calice. Inoltre, la cattedrale è dedicata al santo martire Canio che in gaelico sta per "magnifico sorvegliante".
Tra le altre chiese lucane, quella di Castelmezzano. Scavi intercorsi oltre dieci anni fa nella chiesa matrice di santa Maria portarono alla luce un'altra croce templare e un'iscrizione datata A.I.D. 1117 che recita: "Qui abiterò perché l'ho scelto, o stella mattutina", enunciando una frase inequivocabile anche perché, a detta degli studiosi, la stella mattutina era venerata dai Templari.
Ma la Basilicata – è soprattutto un suo paese, Forenza – è anche al centro di una disputa che ha per oggetto il fondatore dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Hugo de Payns (o Payens). Non si deve trascurare che la presenza dei Templari a Forenza è documentata in tanti modi.
Così come a Banzi ed Acerenza, a Forenza si insediò una roccaforte templare nella mansione di san Martino dei Poveri con un casale di 30 famiglie alle sue dipendenze. Facevano parte del casale anche terreni, un forno e un mulino. Tuttora resta traccia della mansione templare nella contrada di san Martino a nord del paese, vicino al torrente Macchiarotonda, vicino al confine con Maschito.
Articoli giornalistici pubblicati su quotidiani autorevoli (Il Sole 24ore) hanno adombrato l'ipotesi che il cavaliere fosse proprio di origini lucane e per la precisione di Forenza. Facciamo un po' di luce su questa affascinante ipotesi. Alla base di questa tesi, le ricerche compiute da Mario Moiraghi. Lo studioso milanese, pur non essendo un medievista in senso stretto (è laureato in ingegneria) ha svolto attività di ricerca sulla calligrafia medievale e ha promosso e organizzato un importante convegno su Raniero da Ponza, patrocinato dall'Università La Sapienza di Roma. Ha realizzato saggi, ricerche e convegni sulle catastrofi nella storia, sui fenomeni ereticali e sui cavalieri Templari.
Moiraghi afferma che l'Ordine venne fondato nel 1100 da Ugo de Paganis (interessante l'assonanza fonetica con Hugo de Payns), figlio dei signori di Forenza, Pagano ed Emma de Paganis, nobili salernitani trapiantati in Lucania. Alla base della sua affermazione una lettera del 1103, scritta e firmata da Ugo de Paganis a Gerusalemme per uno zio, nella quale si attestava l'esistenza dei Poveri cavalieri compagni di Cristo – in seguito chiamati Templari – già prima del 1118, anno al quale, come scritto, si fa discendere la nascita dell'Ordine. Come ha affermato ancora Moiraghi in un convegno tenutosi proprio a Forenza lo scorso anno: "Cosa ci faceva un uomo d'armi, dal nome tanto simile a quello arcinoto, a Gerusalemme?".
Una posizione questa che seppur suggestiva è però ancora fortemente minoritaria tra gli studiosi che continuano a far discendere le origini del fondatore da quelle francesi.
Non del tutto trascurabile il particolare che – come è stato notato anche da ricerche pubblicate dal sito www.storiamedievale.net, diretto dal professore Raffaele Licinio, medievista dell'Università di Bari e direttore del Centro studi Normanno Svevi – la tesi della discendenza italiana del fondatore non è del tutto nuova.

Già lo storico Filiberto Campanile sosteneva, nel 1610, che Hugo era nato a Nocera dei Pagani in Campania. Pietro Maria Campi, nel 1651, scrisse che il cavaliere era nato a Piacenza. In tempi più recenti, un autore, Domenico Rotundo, nel libro pubblicato nel 1983, "Templari, misteri e cattedrali", sostiene che un discendente di Hugo, un certo Tommaso dei Pagani, della signoria di Fiorenza in Basilicata, fu signore di Atina, Santopadre, e San Giovanni Incarico. In sintesi: se i discendenti di de Payns e/o de Pagani erano Templari perché, sosteneva quell'autore, non doveva esserlo proprio lo stesso Hugo?
C'è da sottolineare che la tesi che vuole il fondatore di origine italiana trova accoglienza nei siti neo–templaristi ed esoterici.
Simonetta Cerrini, medievista dell'università della Sorbona di Parigi, ha mostrato enorme cautela sulla tesi ventilata da Moiraghi e si è limitata a sottolineare la vocazione internazionalistica di Ugo: "Qualunque sia stata l'origine, sono certa che la vera vocazione di Ugo fosse internazionale. I Templari svolsero una rilevante opera di mediatori in Terra Santa, dove, pur restando combattenti, ebbero una convivenza fraterna con l'Islam". (M.C.)


Fonti:


  • "Il fondatore dei Templari? Era lucano", di Gennaro Grimalizzi, Sole 24ore, 30 agosto 2006
  • "Il fondatore dell'Ordine del Tempio era veramente lucano?" di Vito Ricci in www.italiamedievale.org
  • "Il Papa sacrificò i Templari per evitare lo scisma", Il Messaggero, 25 ottobre 2007
  • "I Templari a Forenza" di Gianrocco Guerriero, Libero Accesso, ottobre 2007.
  • "La valle dei Templari" di Francesca Bellino, I Viaggi di Repubblica, 8 giugno 2006.
  • L'italiano che fondò i Templari. Hugo de Paganis, cavaliere di Campania. Ancora, 2005.
  • L'Alto Bradano: il territorio, la storia, i paesi, le tradizioni, l'arte la gastromia. Comunità montana Alto Bradano.
  • http://www.templari.biz
  • http://www.templari.biz/preparazione/INDEX.HTML

Redazione Consiglio Informa

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