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(ACR) LA SFIDA DELLE CERTIFICAZIONI AMBIENTALI

31 marzo 2008

© 2013 - emas_2.jpg

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(ACR) - Il concetto di "sviluppo sostenibile", ovvero un sistema economico che oltre all'interesse per il profitto salvaguardi anche l'ambiente, è penetrato anche nelle aziende lucane. Molti soggetti economici della Basilicata si sono dotati di una certificazione ambientale internazionale, come l'Iso 14001, o, addirittura, hanno avviato procedure per ottenere l' Emas, certificazione europea ambita per il suo alto valore strategico e d'immagine aziendale.

"L'Acta è un'azienda di tutela ambientale e quindi si è voluto che anche al suo interno fosse segnata da processi ambientali, perciò si è ritenuto opportuno cominciare con la certificazione Iso 14001 - spiega Giuseppe Monaco, responsabile qualità dell'Acta - La società, non solo è attenta in prima persona allo sviluppo sostenibile, ma presta anche molta cura alla selezione di fornitori che siano anch'essi certificati, affinché tutto possa seguire un corretto rispetto dell'ambiente".

Come l'Acta di Potenza così anche l'Ageco di Tito ha intrapreso un cammino verso una politica aziendale che equilibri un'etica ecologica con la produzione: "E' giusto seguire le indicazioni dettate dall'Europa e sottoscritte dall'Italia nell'ambito delle normative ambientali, soprattutto per aziende che si occupano dello smaltimento dei rifiuti e della raccolta differenziata come la nostra - afferma Giovanni Aguglia, titolare dell'Ageco di Tito scalo - Se l'azienda sceglie di aderire all'Iso14001, non solo diventa protagonista di uno sviluppo sostenibile, ma può anche usufruire di alcuni vantaggi quali sgravi fiscali o avere un punteggio più alto quando partecipa a gare d'appalto".

Le aziende lucane non si sono fermate all'Iso 14001 ma hanno deciso di andare oltre, ovvero di aderire volontariamente all'Emas, come la Val d'Agri, dove è in fase di completamento il progetto pilota "Territorio di eccellenza". Un programma di azioni tese a migliorare la qualità ambientale del territorio regionale attraverso la sperimentazione di un processo di certificazione ambientale territoriale che prevede di condurre circa trenta Comuni allo standard Emas. Un tentativo di conciliare l'esigenza di miglioramento del sistema di gestione ambientale locale con logiche imprenditoriali, implementando una specifica azione di sostegno (indirizzo e finanziamento) alla creazione di nuove imprese per la corretta gestione e manutenzione di sistemi di gestione ambientale.

Il concetto di sviluppo sostenibile nasce dall'accostamento di due realtà storico -economiche: la società industriale capitalistica, nata per creare benessere e responsabile della grave alterazione dell'equilibrio ecologico, e la recente necessità di "sostenibilità", ovvero l'urgenza di conservare e mantenere il patrimonio naturale da consegnare alle generazioni future. Questo nuovo approccio economico vuole migliorare la qualità della vita, conservando il progresso raggiunto, senza interferire con la salute del pianeta, e per far ciò deve orientare il sistema produttivo in modo tale da soddisfare i bisogni del presente senza distruggere le risorse naturali di cui l'uomo dispone. Il cardine del nuovo orientamento è l'eco-efficienza: una gestione aziendale che permetta l'osmosi tra la dimensione economica, quella ecologica e quella sociale.

La prima apparizione del termine "sviluppo sostenibile" è del 1987 nel Rapporto Bruntland, la relazione della Commissione Ambiente e Sviluppo delle Nazioni Unite. E' ripreso dall'Agenda 21, un documento nato dalla Conferenza di Rio del '92 in cui i Paesi partecipanti individuano le politiche da attivare per tradurre in iniziative concrete i buoni propositi per la protezione dell'ambiente. E, infine, nel corso della Conferenza sul Clima di Kioto del '97 sono fissati per la prima volta obiettivi e date per l'abbattimento significativo delle emissioni atmosferiche.

E se da un lato è compito degli Stati come concretizzare in leggi, norme e politiche ambientali la volontà di cambiamento sorta dalla Conferenza, dall'altro spetta alle aziende capire la grande opportunità che nasce dal cambiamento del mercato e della domanda sociale, agendo da coproduttrici di tale evoluzione. Per l'attuazione del cambiamento bisogna che tutti i soggetti economici attivi recepiscano due esigenze fondamentali: l'ambiente deve diventare parte integrante del processo economico e sostituire la logica del massimo profitto immediato con una prospettiva di lungo termine che contempli l'adozione della pianificazione all'interno della politica aziendale. Da queste due esigenze nasce l'Ems (Environmental Management System), ovvero un sistema per la gestione dell'ambiente che aiuti l'azienda a creare un atteggiamento proattivo dell'organizzazione, e non più correttivo, nei confronti delle tematiche ambientali. La qualità di tale sistema di gestione è fissata da una serie di obiettivi e norme racchiuse nelle certificazioni volontarie Iso ed Emas. L'adesione volontaria delle aziende deve scaturire dalla dimensione strategica che le certificazioni assumono sul mercato: una maggiore competitività commerciale, in quanto l'intera domanda nazionale e internazionale si è spostata sui prodotti verdi, e sul valore aggiunto che una politica ambientale fornisce all'immagine dell'azienda. Se poi la dimensione ambientale rientra all'interno del processo decisionale, è possibile ottenere una riduzione dei costi e una maggiore efficienza. Dopo aver preso coscienza del vantaggio strategico della gestione ambientale, l'azienda è pronta per dotarsi di un Ems.

La "qualità ambientale", e quindi l'efficacia di un sistema di gestione (SGA), viene valutata attraverso degli standard che possono essere di natura internazionale, quale è l'Iso (International Standard Organisation) 14001, ed europei. Il più noto standard europeo è il Regolamento elaborato nel 1993 dall'Ue e denominato Emas (Environmental Management and Audit Scheme). Quest'ultimo è uno degli strumenti voluti dall'Europa nell'ambito del V Programma per l'ambiente con lo scopo di ottenere due obiettivi specifici: la conformità alla legislazione vigente e "l'impegno per un costante miglioramento dell'efficienza ambientale mediante l'applicazione economicamente praticabile della migliore tecnologia disponibile". La normativa contiene la definizione degli obiettivi, la descrizione del funzionamento del sistema, i compiti delle autorità nazionali e le scadenze per l'entrata in vigore del sistema. I requisiti dell'Emas sono cinque: effettuare l'analisi ambientale preliminare; definire la politica e la programmazione ambientale; implementare il SGA; programmare l'attività di auditing; redarre la dichiarazione ambientale.

Tramite l'Emas si vuole invertire il rapporto che da sempre vige tra impresa e ambiente. Il ruolo dell'impresa da passivo, sottoposto a vincoli e restrizioni ambientali, diventa attivo e propositivo, motivato più da fattori di tipo economico e socio-culturale che dalle prescrizioni normative. (C. B.)



Bibliografia:

  • AA.VV. Sistemi di gestione ambientale: Iso14000 e regolamento Emas. AICQ (Associazione italiana cultura qualità) Meridionale. CNR Istituto Motori, Napoli 2001
  • AA.VV. L'impresa progetta l'ambiente. Il Sole 24 Ore Pirola, Milano, 1996
  • AA.VV. Le imprese soggetti attivi della politica ambientale: il regolamento comunitario sull'ecogestione e l'auditi. Istituto per l'ambiente, Milano, 1993
  • AA.VV. Linee guida per l'adesione delle piccole e medie imprese al Sistema Comunitario di Ecogestione e Audit (Emas). Federchimica, Milano, 1995
  • Alberti M. Città spazio ecologico e sostenibilità. In Equilibri n. 1/98, Il Mulino, Bologna, 1998
  • Bartolomeo M.- Longo E. Ambiente Comunicazione Società: negoziare il futuro sostenibile. Il Sole 24 Ore, Milano, 1998
  • Cavallo M. La gestione ambientale nelle imprese. Franco Angeli, Milano, 1997
  • Borlanghi R. Guida alle norme Iso1400. Editoriale Ulrico Hoepli, Milano, 2000

Redazione Consiglio Informa

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