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(ACR) PIU' RICCO IL PANIERE DELLE PRODUZIONI DI QUALITA'
13 maggio 2008
(ACR) - Due nuovi prodotti nel paniere delle produzioni di qualità della Basilicata. Si tratta della melanzana rossa e dei fagioli bianchi di Rotonda, dal nome del comune lucano dove si coltivano, entrati in regime di protezione transitoria, accordato dal Ministero delle Politiche Agricole, in attesa della conclusione dell'iter per la Dop (denominazione di origine protetta) con la registrazione delle due denominazioni da parte della Commissione europea.
Un risultato importante per gli agricoltori della valle del Mercure che ogni anno producono 25 mila melanzane lavorate e 4 mila e 800 quintali di fagioli. Denominato fagiolo poverello o cannellino, il fagiolo bianco di Rotonda ha una forma ovale o tonda e viene raccolto a mano, direttamente dalla pianta rampicante la cui altezza si aggira intorno ai 2,40 metri, nei mesi di settembre e ottobre per poi essere commercializzato sotto forma di baccelli freschi da sgusciare oppure secchi. Unica e rara sul territorio nazionale è la melanzana rossa, coltivata nell'area da oltre cento anni e largamente impiegato nella cucina locale. Il singolare ortaggio non è però autoctono, fu "importato" fra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento dall'Africa. La sua introduzione si deve, infatti, ai reduci delle campagne coloniali (1895 - 1896), che portarono a casa alcuni esemplari della pianta e iniziarono a coltivarla. Nel corso degli anni il suo adattamento all'ambiente ha favorito la sua diffusione e caratterizzazione, distinguendola non solo dalle altre melanzane, giunte in Europa probabilmente dall'India, ma anche da quelle d'Africa da cui originariamente proveniva. Ma cos'ha di speciale quella di Rotonda? Innanzitutto il gusto, particolarmente piccante, poi la forma, tondeggiante, il colore, tra il rosso e l'arancio e, quello che interessa più all'industria agro alimentare, il basso contenuto di "acido clorogenico", che consente alla polpa di rimanere bianca anche dopo il taglio delle bacche.
Simile a un grosso pomodoro, non a caso nel dialetto della zona è chiamata "merlingiana a pummadora", la melanzana di Rotonda, sconosciuta altrove, è una pianta rustica coltivata in tutti gli orti dei quattro comuni della zona: Rotonda, Viggianello, Castelluccio Superiore e Castelluccio Inferiore. I produttori, già riuniti in una cooperativa, ora attendono la conclusione dell'iter della Dop, per commercializzarla anche sui mercati nazionali e internazionali.
Una sfida, quella partita dal cuore del parco Nazionale del Pollino, che racchiude in sé tutte le prerogative di un sistema agricolo, come quello lucano, che non potendo competere sulle grosse quantità (le 74mila aziende agricole sono nella maggior parte dei casi micro-aziende a conduzione familiare), non può far altro che puntare sulla qualità certificata e sulla storia e le tradizioni, soprattutto dei metodi di lavorazione dei prodotti, di cui gli operatori del settore sono da sempre depositari. In un mondo che cambia sempre più rapidamente, fra new economy, globalizzazione e internazionalizzazione dei mercati, il rischio è, infatti, quello di essere invasi da produzioni industriali a basso costo e dalla qualità standardizzata, che lasciano alle produzioni locali spazi irrisori sul mercato. L'unica risposta, all'appiattimento generalizzato delle produzioni e alla tendenza all'omologazione, rimane, quindi, la denominazione di origine protetta e le altre certificazioni di qualità.
E la Basilicata in materia di qualità può giocare una carta vincente, fra prodotti di eccellenza, tipici e biologici. Attualmente sono tre le Doc per il vino: l'Aglianico del Vulture, conosciuto ormai in tutto il mondo, Terre dell'Alta Val D'Agri, dal 2003 e il Matera Doc, il più giovane vino doc lucano che porta il nome della città dei Sassi, il cui marchio comprende sei tipologie di vini, tre rossi e tre bianchi, di cui uno spumante ("Matera Rosso", "Matera Primitivo", "Matera Moro", "Matera Greco", "Matera Bianco", "Matera Spumante").
Si fregiano, invece, del marchio Igt i vini: Basilicata e Grottino di Roccanova. Poi c'è la Dop per il caciocavallo silano, il fior di latte Appennino Meridionale, il Pecorino di Filiano e l'olio extra vergine d'oliva "Vulture" (ancora in regime transitorio) e il pane di Matera. A questi prodotti si aggiungono quelli a marchio Igp come i fagioli di Sarconi, i peperoni di Senise e il canestrato di Moliterno. Le produzioni tipiche lucane abbracciano, infine, una vasta gamma di prodotti: dai salumi al miele, dai funghi ai prodotti da forno.
Un paniere ricco destinato al quel consumatore "colto", che insieme al prodotto vuole assaporare anche l'identità di un territorio attraverso i sapori, gli odori, la storia e le stesse fasi dei processi produttivi, certificati dall'origine alla tavola. Del resto i mercati ai quali ci si rivolge non sono più quelli di massa, dove la guerra è sul prezzo, ma quelli d'élite (oltretutto più remunerativi) dove l'attenzione del consumatore non è sul costo, ma sulla qualità. E il paniere lucano dei prodotti di eccellenza lo dimostra, con incrementi nelle vendite che vanno dal 20 al 30%, per le etichette di qualità. "Commercializziamo il nostro Aglianico sia in bottiglia che in cisterne - ha commentato Rocco Sileo, vice presidente della Cantina Sociale di Venosa che riunisce oltre 500 soci - e abbiamo una vasta gamma di etichette, Doc e Igt, per le quali i margini di guadagno aumentano". Stessa situazione per il pecorino di Filiano, ancora in regime transitorio, le cui vendite sono aumentate del 10 per cento.
"Già dall'avvio dell'iter per Dop le vendite sono aumentate. Attualmente - ha detto Luigi Zucale presidente del Consorzio di Tutela del Pecorino di Filiano – produciamo 5/6 quintali di formaggio ma ottimizzando la filiera possiamo arrivare a produrre fino a 15 quintali". Riscontri positivi arrivano anche dal biologico, con 5mila e 400 aziende presenti sul territorio, dove le maggiori richieste arrivano proprio da "canali specializzati", e "anche dalle famiglie più attente che cercano soprattutto la qualità", come ha sottolineato un apicoltore dell'azienda De Angelis. E di questo sono convinti anche gli amministratori. L'obiettivo dell'assessorato regionale all'Agricoltura è appunto quello di raggiungere i mercati di nicchia, con prodotti di eccellenza e soprattutto certificati, anche se in piccole quantità perché "i nostri prodotti hanno alle spalle secoli e secoli di storia e tradizioni, e tecniche di lavorazione tramandate di generazione in generazione, in un ambiente sostanzialmente incontaminato". Per raggiungere i mercati di nicchia occorre però ottimizzare le filiere e soprattutto attuare precise strategie di marketing, capaci di garantire un ritorno in termini pubblicitari e soprattutto economici. Di qui la necessità di istituire una sorta di osservatorio, al quale si sta già lavorando all'assessorato regionale, per verificare i risultati delle attività promozionali. (I.I.)
Fonti:
- Banca dati Prodotti Dop e Igp Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali
- L. n. 164/1992 "Nuova disciplina delle denominazioni d'origine"
- Regolamento (Ce) n.510/2006 del Consiglio del 20/03/2006 relativo alla "protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazione d'origine dei prodotti agricoli e alimentari"
- Regolamento (Ce) n. 2081 del 14/07/1992 "Protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei dei prodotti agricoli e alimentari"
- Regolamento (Ce) n. 1068/1997 (modifica all'allegato II del Regolamento Ce n.2081/1992 del Consiglio relativo a "Protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei dei prodotti agricoli e alimentari")
- Regolamento (Ce) n.2037/1993 del 27/07/1993 "Modalità di applicazione del regolamento Ce n. 2081/1992 del Consiglio relativo a "protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli e alimentari"
- Regolamento (Ce) n.1493/1999 del Consiglio del 17/05/1999 relativo all'organizzazione comune del mercato vitivinicolo
- Regolamento (Ce) n.1974/2006 della Commissione del 15/12/2006 recante disposizioni di applicazione del regolamento (Ce) n.1698/2005 del Consiglio sul sostegno rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr)
- Disciplinare di produzione "Melanzana Rossa di Rotonda" del Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale, Economia Montana della Regione Basilicata
- Repertorio dei produttori Agroalimentari della Basilicata. Made in Basilicata 2007 del Dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata-Istituto nazionale per il Commercio Estero-Ministero del Commercio Internazionale