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(ACR) I SILVANI AMANTI DELLA FERTILITÀ: IL MAGGIO DI ACCETTURA

16 maggio 2008

© 2013 - maggio_accettura.jpg

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(ACR) - "Albero mio fiorito, tu sei la moglie, io sono il marito"/ "Albero dalle foglie, tu sei il marito, io sono la moglie". Con questa formula e tre giri intorno all'albero della libertà si sigillava l'unione matrimoniale di due lucani al tempo dei Borboni. Ma in Basilicata, molto prima del Regno di Napoli, c'era il "Regno degli Alberi", dove la rinascita della natura era legata alle nozze dello spirito maschile, custodito nel legnoso cuore del cerro, con la femminile e folta fronda dell'agrifoglio. I misteri di questo antichissimo culto arboreo si celebrano nel "Maggio di Accettura": l'alcova lucana dei silvani amanti.

La festa del Maggio di Accettura ha radici antichissime. Molto probabilmente affondano nell'area etnica germanica per poi giungere nell'area mediterranea tramite i Longobardi. E' una festa ciclica, classificabile nel terzo dei cicli stagionali studiati dal Van Gennep (quello della primavera o di maggio), con corrispondenze nell'Europa settentrionale e centrale. Questo antichissimo rito di culto agrario si è conservato ad Accettura con un perfetto sincretismo tra paganesimo e cristianità, dove il rituale misterico ha sposato la celebrazione religiosa di S. Giuliano di Sora (la festa, infatti, sarebbe stata istituita intorno al 1797 per commemorare la donazione di una reliquia del santo alla Cattedrale del paese).

Tutto ha inizio l'ottavo giorno dopo la Pasqua, quando si scelgono il "Maggio", lo sposo, e la "Cima", la sposa. Il Maggio deve essere l'albero più alto e più dritto del bosco di Montepiano: è l'elezione del Re dell'abbondanza primaverile. La Cima è eletta fra le più alte e frondose piante d'agrifoglio del bosco di Gallipoli: la Principessa della fertilità. L'incontro tra questi due alti e maestosi alberi, in cui dimorano gli spiriti della vegetazione, farà crescere il grano e moltiplicare il bestiame. La Cima prescelta è tenuta nascosta fino alla mattina di Pentecoste, quando avviene il taglio, come se la sposa fosse "velata" per non essere rubata da qualche falso eroe del bosco. Il taglio del Maggio è eseguito il giorno dell'Ascensione, con scuri e seghe dei migliori massari del paese. Il taglio degli alberi è un rituale pieno di deferenza e rispetto. E' il sacrificio del più bel dio della vegetazione in onore di una rigogliosa resurrezione della natura. Il dio dell'albero, nella sua generosa offerta vitale, geme e si lamenta (alcuni massari simulano l'agonia del dio silvestre con lunghi e lamentosi urli). Ogni danno arrecato all'albero porterà sciagura alla comunità. Poi, quando il Maggio si abbatte al suolo, si liba in suo onore e cominciano le danze e i canti, tra fiumi di vino e morbide frittelle.
Dopo il taglio ha inizio la "processione del Re della foresta" dal bosco verso il paese. La Cima ha un seguito di devoti che, a braccio, la trasportano e cantano. Si innalza il suono delle fisarmoniche e delle "tammorre", mentre in circolo cominciano le danze per accerchiare qualsiasi spirito malefico che voglia oltrepassare lo spazio sacro del dio arboreo. Le strade si riempiono di un'euforia orgiastica e dionisiaca, dove ogni pulsione può avere libero sfogo. Tutto diventa lecito durante la festa, proprio come durante i vecchi saturnali. E' la sospensione del diritto umano e il ritorno delle ancestrali leggi della foresta: si innesta l'albero della libertà. Si 'deve' gridare, litigare, amare e ballare per ritualizzare e solennizzare il trasporto del 'dio', solo così l'azione propiziatoria potrà agire sull'intero spazio circostante.
Il corteo della sposa, i "cimaioli", in quel giorno sono antagonisti del corteo dello sposo, i "maggiaioli". Il rituale mitico vuole che l'eroe debba essere degno della principessa e, per questo, deve affrontare delle prove di coraggio e audacia proposte dalla famiglia della sposa. Tali prove consistono nella scalata della Cima e nella conquista di lastrine metalliche contrassegnate da numeri corrispondenti ai premi messi in palio per l'albero della cuccagna a cui è destinato il Maggio.
Il giorno di Pentecoste la Cima è innalzata nella piazzetta di S. Antonio e qui attende il suo Maggio, che giunge trainato dai migliori buoi di Accettura. La sposa viene innestata allo sposo con pioli di legno infissi nei due tronchi, e il Maggio viene eretto. Il matrimonio è compiuto e il "Re dei tronchi" riceve la sua "chioma regale". I cacciatori sparano tra i rami della cima per scacciare gli spiriti malvagi che potrebbero ostacolare la "prima notte di nozze", così da rendere benefico e fecondo l'evento e l'accoppiamento. Ora la nuova coppia regale veglierà sui demoni della natura e il raccolto dei contadini di Accettura avrà un'abbondante annata. (C.B.)

Bibliografia:

  • G. B. Bronzini, Accettura "Il Contadino- L'Albero- Il Santo", Galatina Congedo Editore 1979
  • G. Racioppi, "Storia dei popoli della Lucania e della Basilicata", Roma, Loescher 1902
  • V. J. Propp, Le radici storiche dei racconti di magia, Grandi Tascabili Economici Newton 2006

Redazione Consiglio Informa

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