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(ACR) LOTTA AGLI INCENDI,DALLA BASILICATA UNA LEZIONE DI LEGALITA'
19 novembre 2008
(ACR) - Catturare l'incendiario è difficilissimo, tanto ne è mutevole la natura. E' in genere maschio, adulto oltre l'età pensionabile, povero. Pastori che usano il fuoco per rinnovare il pascolo. Contadini che, per risparmiare, con le fiamme ripuliscono il terreno. Emarginati che tornano dopo il rogo per raccogliere asparagi, che crescono meglio sul bruciato. Poi ci sono i piromani, gli addetti e i volontari dello spegnimento in cerca di lavoro facile, la criminalità locale che punta a deprezzare i lotti boschivi o vuol costruire case. Poi ci sono pure i turisti distratti che buttano cicche di sigarette. Ma nella stragrande maggioranza dei casi la scintilla che avvampa i boschi italiani parte dalla mano di un incendiario colposo, ai limiti del dolo. La tutela dei boschi passa anche attraverso la persecuzione del reato di incendio boschivo: chi cagiona un incendio commette un illecito punibile con la reclusione fino a dieci anni. A perseguire i criminali incendiari si dedicano gli 007 del Corpo forestale dello Stato, il gruppo degli investigatori che cerca di scoprire le cause degli incendi e di scovare gli incendiari da assicurare alla giustizia. Nell'estate 2007 sono stati effettuati nelle 15 regioni a statuto ordinario, dalla Forestale 36.580 controlli sul territorio e 7.974 su persone delle quali 10 tratte in arresto. Proprio in Basilicata i migliori risultati di quest'azione: nel corso dello scorso anno in regione sono stati effettuati 2275 controlli, 579 sono state le persone denunciate e 94 le denunce a persone identificate sfociate poi in 2 arresti, e ben 195 le sanzioni elevate. I risultati di questa lotta – riferisce Legambiente, che ha effettuato le misurazioni – sono buoni un po' dovunque, ma i "migliori" si sono registrati proprio in terra lucana: seguita a ruota dalla Toscana con 86 denunce e dal Lazio con 64 ed il conseguente arresto di 5 persone, la Basilicata è la regione italiana nella quale si è registrato il numero più elevato di denunce a persone: una lusinghiera nota di merito, tanto più notevole quando si consideri la natura impervia, e in alcuni punti non facilmente accessibile, del suo territorio. I dati relativi agli incendiari assicurati alla giustizia sono reperibili nel dossier "Ecosistema incendi", il censimento di Legambiente che ha fatto il punto su luci ed ombre nella lotta contro gli incendi nei Comuni italiani che hanno accettato di sottoporsi ad un questionario somministrato loro dall'organismo ambientalista. L'indagine si chiama Ecosistema Incendi 2008 ed è collegata a "Non scherzate col fuoco", la realizzano Legambiente insieme al Dipartimento della Protezione Civile, ed alle Associazioni di Alpini, Vigili del Fuoco in congedo, agli scout dell'Agesci e del Cngei, la Coldiretti, l'Arcicaccia, il Centro sportivo e attività per l'ambiente e con la Protezione civile della regione Marche e della regione Sicilia ed ha lo scopo di tirare le somme delle azioni messe in campo dalle amministrazioni comunali "nell'applicazione della legge 353 del 2000 e nella mitigazione del rischio incendi". Quantizzando, insomma, l'impegno per arginare la piaga degli incendi boschivi: campagne di informazione rivolte sia ai fruitori del bosco che ai ragazzi delle scuole ed ai dipendenti comunali, avvistamento dei focolai e presidio del territorio, perimetrazioni delle aree percorse dal fuoco e approvazione del relativo catasto ai fini dell'applicazione dei vincoli previsti dalla legge, esistenza di piani comunali di emergenza per il rischio di incendi boschivi e rapporto con il volontariato di protezione civile. Realizzata nel corso dello scorso mese di luglio ha avuto come bersaglio tutti i comuni italiani che nel biennio 2006-2007 hanno subito incendi con una superficie percorsa dal fuoco pari o superiore ad un ettaro. Con questo criterio sono stati selezionati 2.583 comuni (oltre un comune su tre nel biennio 2006 – 2007 ha subito un incendio di simili proporzioni) ai quali è stato inviato un questionario ed al quale hanno risposto in 860, il 33 per cento del campione; e poiché tra questi, 20 questionari sono stati trattati separatamente, perché non erano nelle risposte fornite non erano completi di tutte le informazioni richieste, l'analisi di Ecosistema Incendi 2008 si è basata su un campione di 840 amministrazioni comunali relativamente alle quali Legambiente ha monitorato l'azione svolta su tre fronti, tutti indissolubilmente legati alla lotta attiva contro gli incendi, cioè nel dettaglio: l'implementazione del catasto delle aree percorse dal fuoco, le campagne informative mirate al mondo della scuola e ai fruitori dei boschi e l'avvistamento e la prevenzione degli incendi. Ne è emerso – commenta Legambiente - che "a sette anni dalla sua entrata in vigore, la legge quadro in materia di incendi boschivi è ancora largamente disattesa da parte di molti comuni italiani, che potrebbero e dovrebbero invece essere i primi operatori di questa battaglia per contrastare il fuoco". Tra le amministrazioni comunali oggetto dell'indagine, solo il 6 per cento risulta applicare "pienamente" la legge quadro in materia di incendi boschivi. "Buona" invece l'istituzione del catasto, almeno rispetto ai dati dello scorso anno in cui solo un comune su quattro era attivo in questo senso: ad oggi, misura Legambiente "circa il 50 per cento dei comuni realizza il catasto delle aree percorse dal fuoco, strumento fondamentale nella lotta agli incendi". "Molto carente" risulta ancora l'iniziativa dei comuni nell'informazione alla popolazione: "solo il 14 per cento" di essi realizza campagne informative specifiche nelle scuole ed ai fruitori dei boschi. Circa un comune su quattro interviene sul proprio territorio con le attività di manutenzione dei boschi nella prevenzione e nella realizzazione di reti per l'avvistamento dei focolai sul nascere. "Migliore invece è la situazione delle politiche messe in atto dai comuni per supportare con accordi e convenzioni con il volontariato di protezione civile specializzato nell'antincendio boschivo". "Sebbene molti comuni – si legge nel dossier - abbiano preso atto della gravità degli incendi boschivi, assumendo delle misure per ridurne il rischio sul proprio territorio, il 50 per cento non svolge ancora complessivamente un lavoro positivo. Più nel dettaglio – precisa Legambiente - soltanto il 4 per cento dei comuni svolge un ottimo lavoro di mitigazione degli incendi boschivi, mentre un comune su quattro non fa praticamente nulla per prevenire i roghi nella propria area forestale".
Il questionario
Costituito di tredici domande il questionario organizzato da Legambiente e spedito ai quasi tremila Comuni coinvolti verificava elementi come la predisposizione di un piano comunale di protezione civile e di un suo responsabile, la presenza o meno sul territorio comunale di reti per l'avvistamento e segnalazione degli incendi sul nascere e di attività di controllo e presidio del territorio, nonché l'implementazione da parte degli stessi Enti di attività di prevenzione degli incendi boschivi (manutenzione dei boschi, degli stradelli e dei sentieri) sistematicamente realizzate, di campagne informative sugli incendi boschivi rivolte a particolari soggetti quali i cacciatori, i pastori e gli agricoltori, oppure percorsi formativi e campagne di sensibilizzazione sugli incendi boschivi rivolto al mondo della scuola e ancora appositi corsi di formazione per i dipendenti comunali e per i volontari; e con una sezione espressamente riservata al catasto particellare: ai Comuni si è chiesto se fosse stato realizzato il censimento degli incendi datati che nell'estate 2007 hanno interessato il territorio comunale con relativa cartografia e documentazione fotografica delle aree percorse dal fuoco, se fosse stato costituito il catasto comunale dei soprassuoli percorsi dal fuoco nell'ultimo quinquennio e se ne fosse stato approvato l'elenco definitivo e le relative perimetrazioni. Ad ogni risposta fornita dai Comuni, positiva o negativa che fosse, è stato associato un punteggio, variabile a seconda dell'importanza ai fini della lotta agli incendi della tematica trattata; mentre un rilievo particolare in termini di punteggio è stato riservato alla realizzazione dell'elenco definitivo e le relative perimetrazioni del catasto dei soprassuoli percorsi dal fuoco nell'ultimo quinquennio (elemento fondamentale per poter apporre i vincoli previsti dalla legge sulle aree colpite dagli incendi) e alla presenza di reti per l'avvistamento e segnalazione degli incendi sul nascere ed alle attività di prevenzione degli incendi, le cui risposte affermative garantivano la sufficienza del lavoro svolto. Dalla somma dei risultati relativi alle singole domande si è giunti ad un punteggio finale compreso tra uno a dieci al quale è stata associata una classe di merito compresa tra ottimo buono sufficiente e scarso lavoro nella mitigazione del rischio incendi boschivi.
La Basilicata nel rapporto di Legambiente
Tra luci ed ombre il quadro complessivamente ricostruito per la Basilicata. L'indagine ha coinvolto 103 amministrazioni comunali (il 79 per cento del totale), tante quante durante lo scorso anno hanno subito incendi di estensione pari ad almeno un ettaro: a tutte è stato inviato un questionario al quale hanno risposto in 64, il 62 per cento del campione; e poiché le informazioni fornite da 8 comuni non erano complete, il target complessivamente analizzato da Ecosistema Incendi 2008 per la Basilicata si è ristretto a 56 Comuni così ripartiti: 45 in provincia di Potenza e 11 in quella di Matera. Questi nell'ordine quelli che hanno risposto all'appello: Balvano, Maratea, Montescaglioso, Castelgrande, Corleto, Trecchina, Montemurro, Ginestra, Colobraro, Brienza,Guardia perticara, Craco, Potenza, Tursi, Craco, Bella, Cancellara, Viggianello, Abriola, Muro Lucano, Viggiano, Rotonda, Latronico, Chiaromonte, Sasso di Castalda, Accettura, Atella, Gallicchio, Nova Siri, Trivigno, Valsinni, Teana, Scanzano jonico, Irsina, lago negro, Latronico, Vaglio di Basilicata, Noepoli, Tito, Pomarico, Bernalda, San Severino, Filano, San Severino, Stigliano, Forenza, Ferrandina, Avigliano, Armento, Fardella, Grottole, Montalbano jonico, Venosa, Francavilla, Grassano, Cavello.
Dai dati somministrati è emerso il ritratto di una Basilicata nella quale molti Comuni hanno ancora un pezzo di strada da fare con il 38 per cento di essi che svolge un lavoro di mitigazione del rischio incendi complessivamente positivo ( il 29 per cento ubicati in provincia di Matera ed il 41 in quella di Potenza) ed il restante 62 di inadempienti (il 71 per cento in provincia di Matera ed il 59 in quella di Potenza), che pur conoscendo i rischi legati agli incendi continua a fare troppo poco o nulla addirittura. Circa l'istituzione del catasto delle aree incendiate i dati di Legambiente riferiscono di molte zone in ritardo e di altrettante virtuose: in provincia di Matera i Comuni che hanno svolto un lavoro positivo ammontano al 18 per cento, in provincia di Potenza al 26 per cento, cioè il 23 per cento delle 56 amministrazioni intervistate. Molto carente risulta l'iniziativa dei comuni sull'informazione alla popolazione e ai fruitori di boschi, agli allievi delle scuole e ai dipendenti comunali in particolare: appena l'11 per cento del totale quelle solerti (il 24 per cento in provincia di Matera ed il 51 in quella di Potenza), mentre sul versante dell'avvistamento dei focolai e del presidio del territorio i Comuni attivatisi sono il 55 per cento così ripartiti: il 29 in provincia di Matera ed il 67 nel comprensorio di Potenza. (R.P.)
Fonti:
- Tutti i dati e i riferimenti contenuti nell'articolo sono stati resi pubblici nel dossier di Legambiente "Ecosistema incendi 2008" consultabile sul sito dell'organizzazione ambientalista alla pagina
http://www.legambiente.eu/documenti/2008/0709_ecosistema_incendi/index.php