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(ACR) TUTTI I NUMERI E LE RESPONSABILITA' DEL PIANO ANTINCENDI
21 novembre 2008
(ACR) - A lezioni di fuoco l'Italia c'è andata davvero. A bocce ferme, a fuochi spenti, dopo le devastazioni della terribile estate del 2007, l'annus horribilis dei boschi italiani, quando i roghi furono 10614 e 222.729 gli ettari andati in fumo di cui 116.602 boscata, si è preparata ad una nuova campagna antincendi incalzata dal diktat di supplire in qualsiasi modo al difetto (fonte Corpo forestale dello Stato). E così dopo che un altro anno è passato, con i morti alle spalle e le polemiche per tutto ciò che si doveva fare e non è stato fatto, e mentre chiusa ormai ufficialmente anche la campagna di quest'anno gli Enti delegati a vedere e provvedere alla lotta agli incendi assemblano i primi bilanci sui suoi esiti, la lezione l'Italia sembra averla imparata, se le prime stime del Corpo Forestale dello Stato segnalano un calo consistentissimo del numero dei roghi e dell'estensione della superficie colpita dalle fiamme. Dal primo gennaio al 15 settembre 2008, data di chiusura della campagna, di incendi ne sono stati contati 4.897 lungo una superficie di 37.539 ettari, di cui 15.270 boscati e 22.269 non boscati Rispetto allo stesso periodo del 2007 quando i roghi erano stati 9.216, il computo misura una diminuzione del 50 per cento del numero complessivo degli eventi, mentre la superficie totale percorsa dalle fiamme passa dai 210.870 ettari del 2007 agli attuali 37.539, addirittura l'80 per cento in meno. A diminuire sono sia la superficie boscata attraversata dalle fiamme rispetto a quella rilevata nello stesso periodo del precedente anno che passa dai 109.275 ettari del 2007 ai 15.270 di quest'anno, sia quella non boscata, quest'anno attestatasi intorno ai 22.269 contro i 101.595 ettari del 2007.
Se l'imperativo era non ripetere la terribile esperienza dell'estate precedente complessivamente in Italia l'obiettivo può dirsi raggiunto, l'emergenza non si è ripetuta e l'escalation è stata fermata. Il mostro dal potere tremendo non è riuscito questa volta ad imporre la propria forza; un po' dovunque in Italia l'allarme rosso per l'estate 2008 è stato scongiurato: con 774 incendi è stata la Campania la regione maglia nera per numero di incendi, mentre è quello pugliese il territorio nel quale è bruciata la più estesa superficie boscata (Fonte: Corpo forestale dello Stato).
Meno roseo l'andamento della campagna in Basilicata dove il complesso ingranaggio delegato di vedere e provvedere alla prevenzione e allo spegnimento delle fiamme, da quest'anno riorganizzato e meglio lubrificato, continua inevitabilmente a fare i conti con discrasie e criticità che ne limitano l'efficacia. Il consuntivo, a campagna ormai conclusa, assomma alle molte zone di luce, altrettante d'ombra.
Le statistiche essenziali dei roghi nell'estate datata 2008
Sono stati 419 i roghi censiti nelle statistiche ufficiali del Corpo forestale dello Stato, 240 in provincia di Potenza e 179 in quella di Matera divampati lungo una superficie di ben 5400 ettari, di cui di circa 1490 boscati e 3900 invece non boscata. Cifre uguali e diverse rispetto alla contabilità riferita allo scorso anno, a quell'estate 2007 che fu l'annus horribilis per i boschi anche quelli lucani, quando nel corso di 425 roghi andarono in fumo ben 8200 gli ettari di bosco e terreni coltivati (3617 boscati e 4583 non).
Elaborati dal Comando regionale del Corpo forestale, i dati fotografano una situazione ambivalente tanto che se da un lato invitano all'ottimismo, dall'altro non bastano a far tirare un sospiro di sollievo. Si è fermata l'escalation: il numero dei fuochi non cresce neppure in Basilicata, dove resta pressoché immutato, segno a un tempo di una buona attività di avvistamento e di un'attività di prevenzione a monte non proprio efficacissima; diminuisce però e di moltissimo la superficie totale percorsa dalle fiamme espressa in ettari: le rilevazioni del Corpo forestale dello Stato quantizzano in un terzo la diminuzione della superficie devastata dalle fiamme: poco più di tremila ettari di macchia, bosco e coltura protetti dalle fiamme grazie alla prontezza ed all'efficacia delle squadre d'intervento. Insomma, incendi ce ne sono stati, ma sono stati meno estesi e dilaganti. Si riduce insomma anche la superficie media per incendio, ma non quanto sarebbe auspicabile se si consideri che rimane comunque altissima per la superficie media degli incendi: la Basilicata infatti continua a far registrare numeri molto alti: 12 ettari a fronte dei 7 della media nazionale. Va meglio dunque, meglio degli scorsi anni, ma potrebbe andar meglio, magari arricchendo il programma di prevenzione degli incendi di ulteriori iniziative e attività per creare una rete di protezione civile più efficace ed incisiva.
E' una piaga difficilissima da estirpare quella degli incendiari e delle motivazioni criminose che ne armano la mano. Se anche l'arma efficacissima, il toccasana che basti di per sé ad azzerare e cancellare il rischio che incendi divampino e si propaghino un po' dovunque nel corso della stagione calda, ancora manca, c'è un mezzo che più di ogni altro appare foriero di vantaggi e soluzioni concrete: è la costruzione secondo criteri razionali della macchina dell'intervento di modo che ogni anello della catena di comando debba poter funzionare perfettamente nel proprio ambito, ma anche nella più piena sinergia con gli altri operatori del sistema. Abbiamo provato a ricostruire il funzionamento dell'organizzazione in Basilicata, anello per anello, passaggio per passaggio.
Il modello organizzativo attuale in Basilicata: come si compone la catena di comando
Tutte le attività messe in campo in regione per prevenire e fronteggiare il rischio incendi sono pianificate tra le pieghe del Programma Annuale Antincendio (Paa) stilato ed approvato dalla Giunta regionale. Esso è lo strumento attuativo del Piano Antincendio Regionale 2006-2008 (Par), approvato con Dgr numero 197 del 21 novembre 2006 e rappresenta la carta di programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi tarato sulle necessità e sulle caratteristiche della stagione in corso. Vi è passato in rassegna ed esaminato ogni aspetto connesso al rischio incendio, dalle campagne di sensibilizzazione ai dispositivi di ignifugazione nelle divise di volontari e forestali fino al telerilevamento ed al catasto delle aree incendiate. Funzionerà così la macchina dell'intervento, come un dispositivo ben lubrificato con sinergie precise, ruoli chiari e poteri definiti in luogo del corto circuito di comunicazione talvolta registratosi negli anni passati tra gli attori dell'intervento, Vigili del fuoco, Forestale, volontari e forze dell'ordine. A muovere le fila dell'ingranaggio coordinando operativamente gli interventi di lotta attiva contro gli incendi boschivi sono deputati per la Regione Basilicata il Centro Operativo Regionale (Cor) del Corpo Forestale dello Stato, affiancato dalla Sala Operativa Unificata Permanente (Soup) la cui specifica implementazione è prevista dall'articolo 3 della legge regionale 13 del 2005: allocata presso la sala operativa di Protezione civile svolge sia attività tecnico-scientifiche di supporto al Cor, sia il coordinamento delle componenti del sistema regionale in caso di eventi di intensità e/o estensione tale da non poter essere fronteggiati da un coordinamento locale, cooperando all'obiettivo di un sempre più rapido e coordinato intervento di uomini e mezzi. Quindi a cascata responsabilità specifiche per ciascuno degli attori coinvolti.
Le responsabilità del Corpo forestale dello Stato
La Forestale lucana assume la direzione e il coordinamento delle operazioni di spegnimento, insieme alla responsabilità dell'intervento dei mezzi aerei se è prevalente la salvaguardia dell'ambiente rispetto ai centri abitati. Insomma, se il fuoco devasta i boschi. Due le funzioni specifiche: coordina la fanteria da terra, cioè gli interventi degli uomini e dei mezzi disponibili per l'attività antincendio e, insieme, la flotta aerea rivelatasi eventualmente necessaria. E gestirà il post – evento in termini di censimento dei suoli percorsi dal fuoco, conformemente alle prescrizioni della legge quadro per la prevenzione del rischio incendi, la 353 del 2000, anche mediante l'eventuale utilizzo di tecnologie innovative messe a disposizione dalla Regione; della divulgazione delle perimetrazioni eseguite per assicurare il monitoraggio delle stesse aree e l'applicazione dei vincoli previsti dalle vigenti normative; e dell'elaborazione di tutte le valutazioni statistiche relative agli stessi incendi. Quattro i Centri operativi comprensoriali (Coc), con funzione organizzativa e di coordinamento, che sono stati istituiti presso i coordinamenti provinciali (Potenza e Matera) e distrettuali (Lagonegro e Rionero in Vulture) della Forestale; ciascun Coc, limitatamente al proprio territorio di competenza, che comprende più Comandi del Cfs, valuta le esigenze e le necessità di richiesta di intervento dei Comandi di stazione e dei nuclei di avvistamento e di pronto intervento.
Le attività dei vigili del fuoco
Ai vigili del fuoco va invece la responsabilità della difesa degli insediamenti civili e industriali, delle infrastrutture e delle persone nell'area interessata. Insomma, se gli incendi interessano luoghi geografici in cui il sistema urbano e quello rurale - forestale vengono a contatto, sono i pompieri ad assumere la direzione e il coordinamento delle operazioni di spegnimento dei roghi. In aggiunta alle sedi canoniche il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco attiverà quattro presidi straordinari (a Potenza, a Maratea, sulla costa jonica, e a Matera), destinati espressamente alla lotta agli incendi boschivi ubicati, in località individuate d'intesa con i competenti Uffici regionali, che funzioneranno per 12 ore giornaliere. In più l'Amministrazione Provinciale di Matera realizzerà un presidio stagionale misto dei Vigili del Fuoco in località Scalo "Grassano-Garaguso": avamposto dal valore strategico perché situato in prossimità del Parco Regionale di Gallipoli Cognato, potenziando così la rete territoriale dei Vigili del Fuoco proprio in una zona nella quale i tempi di intervento in caso di incendio sono stati finora particolarmente lunghi.
Comunità montane e province
Agli Enti Delegati (Comunità Montane e Province) è delegato l'onere di attuare lavori di prevenzione nelle aree boscate a maggior rischio di incendio e, nel periodo di grave pericolosità, predispongono specifiche squadre di avvistamento e di pronto intervento. Una delibera di Giunta regionale la numero 633 del 28 marzo 2000, avente per oggetto i " Criteri di reclutamento del personale da adibire al servizio antincendio", ha stabilito il numero di addetti che ogni Ente delegato può assegnare alle attività di avvistamento e di pronto intervento. Sono 482 in totale, ma solo 363 effettivi, a causa di pensionamenti o casi di mancanza dei requisiti psico – fisici, tanto che si è proceduto al reintegro di 57 unità (non tutti i posti vacanti sono stati rimpiazzati). Le attività di avvistamento possono essere considerate sia una misura preventiva, con lo scopo di ridurre le cause di incendio determinate dall'uomo, sia una forma di lotta attiva volta a ridurre i danni prodotti dal passaggio del fuoco quando l'incendio è in atto. Nella lotta agli incendi le segnalazioni tempestive sono il talismano, l'unico strumento che consenta di raggiungere il massimo del risultato con il minimo sforzo. Di qui nell'ambito del piano regionale per la prevenzione degli incendi, la priorità assegnata al potenziamento di tutte le diverse modalità dell'avvistamento, dal pattugliamento a terra con squadre, alle perlustrazioni con mezzo aereo, fino all'avvistamento per mezzo di sistemi automatici. Nelle aree a rischio più elevato il servizio di pattugliamento percorrerà sistematicamente con itinerari casuali e non ripetitivi la zona, funzionando al contempo da deterrente. Il numero totale di addetti che, per quest'anno, sono stati impiegati nell'attività di avvistamento, in tutta la regione Basilicata, è pari a 362, di cui 283 per la provincia di Potenza e 79 per la provincia di Matera.
Le attività di pronto intervento
Nel periodo a grave rischio di incendi boschivi gli Enti delegati secondo quanto stabilito dalla legge regionale numero 42 del 1998, attivano le squadre di pronto intervento formate da personale proveniente dagli addetti al settore forestale, specializzato e dotato degli equipaggiamenti di protezione individuale contro gli infortuni (Dpi) necessari all'espletamento del servizio. Tutti gli addetti individuati dagli Enti delegati dovranno aver frequentato un corso di addestramento sulle tecniche operative per le squadre antincendio e, di conseguenza, aver maturato l'idoneità ad una simile mansione. La partecipazione alle squadre di spegnimento è subordinata alla verifica del possesso dei necessari requisiti psico-fisici. Il numero totale di addetti disponibili che, per quest'anno, saranno impiegati nell'attività di pronto intervento, in tutta la regione Basilicata, è pari a 364 di cui 298 per la Provincia di Potenza e 66 per quella di Matera. Le organizzazioni di volontariato Partecipano alle operazioni antincendio con attività di avvistamento, anche con l'ausilio di mezzi aerei ultraleggeri e di imbarcazioni nei tratti costieri così come alle attività di spegnimento.
Le guardie ecologiche volontarie
Come già avvenuto negli ultimi anni, nel periodo di maggior pericolosità, saranno impiegate anche le Guardie Ecologiche Volontarie (Gev) della Regione Basilicata: 120 risorse umane (23 nella Provincia di Matera e 97 nella Provincia di Potenza) che supporteranno le squadre a terra nelle attività di prevenzione e controllo degli incendi boschivi, della bruciatura delle stoppie, nonché nelle operazioni di vigilanza sull'applicazione della legge regionale 13 del 2005. Nei Comuni di residenza, inoltre, le stesse Gev sono impiegate per funzioni di presidio locale: verificano insomma l'attendibilità delle segnalazioni di incendi in corso. Se serviva organizzazione, il sistema, tirate le somme sembra aver virato nella giusta direzione. (R.P.)
Fonti:
- Sugli incendi boschivi verificatisi in Basilicata nel corso dell'ultima estate le statistiche essenziali ci sono stati fornite dal Comando regionale del Corpo forestale dello Stato da noi raggiunto telefonicamente. Tutti i dati relativi invece alla stagione incendi 2007 e alle principali caratteristiche distributive nel tempo e nello spazio li abbiamo desunti dal Piano Annuale Antincendio redatto dalla Giunta regionale lucana: i dati lì esposti sono stati ricavati a partire dall'elaborazione delle schede Aib compilate dal Corpo forestale dello Stato dopo ogni rogo riscontrato
- Programma Annuale Antincendio (P.A.A.) 2008
- Piano Antincendio Regionale 2006-2008 (P.A.R.), approvato con D.G.R. n. 197 del 21.11.2006
- http:www2.corpoforestale.it/web/guest/catasto incendi\fuoco\Gli incendi nel 2007.htm
- tutti i numeri relativi ad un anno di lavoro del Corpo forestale dello Stato sono consultabili sul sito www2.corpoforestale.it