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(ACR) INNOVAZIONE E RICERCA, UNA STRATEGIA PER LA BASILICATA

09 marzo 2009

© 2013 - metapontum_agrobios_ricerca.jpg

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(ACR) - C'è innovazione se c'è ricerca. Innovare è trasferire il risultato di una ricerca e, così, modernizzare la realtà attraverso nuovi metodi e tecnologie da applicare ai processi produttivi che la regolano.

L'innovazione ha carattere trasversale. Può riguardare ogni settore, stimolandone la propensione allo sviluppo ed investire in esso, fino a rafforzare la competitività e la capacità di creare reti di dialogo. Questo la Basilicata lo sa. Il suo sistema produttivo si caratterizza per la prevalenza di imprese di micro e piccola dimensione operanti nei settori dei servizi e del commercio, e - in misura inferiore - nell'industria in senso stretto. Ma i poli industriali strategici per lo sviluppo del territorio sono l'osservazione della terra, la mobilità, l'agroalimentare e le energie rinnovabili, i quali, dopo la crisi economica che ha investito l'Italia nel periodo 2000-2005, hanno fatto registrare una lieve ripresa nei rispettivi settori.

La perdita di competitività delle principali componenti produttive, però, e la carenza del sistema lucano nella capacità di attrarre investimenti evidenziate dall'analisi delle tendenze dell'economia lucana, hanno portato alla legge regionale "Per lo sviluppo e la competitività del sistema produttivo lucano". All'articolo 3, tra gli obiettivi da perseguire, c'è anche quello che riguarda "Ricerca e Innovazione". Un binomio che in Basilicata trova la sua migliore collocazione nell'osservazione della terra. Il settore ha raggiunto un buona visibilità a livello europeo, oltre che nazionale e locale, puntando sul monitoraggio e sulla caratterizzazione del territorio, al fine di prevenire i rischi naturali (incendi, frane, smottamenti) e ridurre così i danni all'uomo e alle cose attraverso l'acquisizione e l'elaborazione dei dati satellitari.

Si trova a Matera la centrale di ricezione per l'Europa del sistema Cosmo-SkyMed: una costellazione di quattro satelliti utilizzata per osservare la terra giorno e notte. E' una delle missioni del Centro di Geodesia Spaziale di Matera, che si muove sulle orme dell'Asi, l'Agenzia Spaziale Italiana, uno degli attori mondiali sulla scena delle ricerche nel campo delle osservazioni spaziali e terrestri. Il successo "spaziale" di questa branca del sistema scientifico regionale è caratterizzato dalla presenza dell'Università della Basilicata e di istituti di ricerca (Cnr, Enea, Asi), che interagiscono tra loro.

Il territorio non ignora la rilevanza della ricerca e dell'innovazione come fattori di crescita e competitività, eppure, la Basilicata non presenta ancora un sistema innovativo compiuto, in linea con il resto del Mezzogiorno. E' stato redatto anche per questo il documento di "Revisione della Strategia della Ricerca e dell'Innovazione", che - fa notare Andrea Freschi, dirigente del Dipartimento Attività Produttive - l'Ue ci richiede per spendere i fondi del Por circa i capitoli di R&I e Ict (Information Comunication Thecnology)". I punti di forza del sistema lucano in merito consistono nella elevata percentuale di occupati in settori ad alta e medio-alta tecnologia - la Basilicata è tra le dieci regioni più dinamiche quanto all'aumento dell'occupazione nei servizi ad elevata conoscenza - e nel numero di laureati in materie tecnico-scientifiche. L'80% delle risorse finanziarie disponibili per l'attuazione della strategia della ricerca e dell'innovazione è concentrato nei quattro settori prioritari e "nella programmazione 2007-2013 - aggikunge Freschi - si sviluppano tutte le ipotesi strategiche rivolte a R&I". Ma, per la prima volta, si fanno "scelte specifiche nella consapevolezza che il tema della ricerca e dell'eccellenza che con essa deve essere conseguita necessitano di un riferimento europeo". Riferimento che la Basilicata non perde da quando i centri di ricerca e i rispettivi partner si candidano a competizioni nazionali e non.

Nel settore delle tecnologie innovative è stato costituito il consorzio pubblico - privato Tern che realizza progetti di ricerca nel campo delle "Tecnologie per le Osservazioni della Terra e i Rischi naturali". Capofila al progetto Istimes - "Integrated System for Transport Infrastructures surveillance and Monitoring by Electromagnetic Sensing", il consorzio partecipa a bandi europei del VII Programma Quadro.

Ma l'eccellenza delle sue attività dipende anche dai partner. Pubblici: Consiglio Nazionale delle Ricerche, Consorzio Interuniversitario Reluis che si interessa di temi sismici, Azienda per la protezione dell'Ambiente della Regione Basilicata. O privati: Telespazio, Consorzio per l'Ambiente e l'Innovazione Tecnologica (Createc) delle pmi lucane. Anch'essi ricoprono ruoli di coordinamento in progetti promossi dall'Unione Europea. Tra questi, uno dei tre istituti nazionali che rappresentano il Cnr in Basilicata. Nella zona industriale di Tito Scalo sorge l'Imaa (Istituto di Metodologie per l'Analisi Ambientale), organo a carattere scientifico che focalizza i propri studi sull'osservazione della terra da satellite, da aereo e da suolo, per lo studio di processi geofisici ed ambientali. Partner di numerosi progetti finanziati nell'ambito del VI e VII Programma Quadro nel settore delle Osservazioni della Terra e dei rischi ambientali, dispone di un sistema di "facilities" strumentali rilevanti, come il campo di prove sperimentali Hydrogeosite di Marsico Nuovo, per la misura di processi ideologici in condizioni controllate. In ambito territoriale intensa è la collaborazione tra Imaa-Cnr e Università degli Studi della Basilicata: cofinanziano assegni di ricerca e borse di dottorato, attività di docenza e formazione di ricercatori Cnr presso l'università. Molti ricercatori e docenti dell'ateneo, inoltre, frequentano i laboratori di Tito Scalo.

L'Università degli Studi della Basilicata è uno dei nodi centrali del sistema lucano della ricerca. L'attività scientifica dell'ateneo, che ospita 6 centri di servizio interdipartimentali e 3 centri di ricerca, è articolata in 8 facoltà, 6 delle quali a carattere scientifico: Economia, Farmacia, Architettura, Ingegneria, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Agraria.

Seppure "ancora in divenire", come dice Freschi, il settore dell'Automotive ha le sue ragioni. La presenza industriale della Sata, a Melfi, lo stabilimento più efficiente del gruppo Fiat in Italia, il secondo in Europa, ha fatto sì che si decidesse la realizzazione un Campus di ricerca ed alta formazione collegato con il sito produttivo. La struttura è destinata ad attività di ricerca industriale e sviluppo precompetitivo per il settore dell'automotive, ma anche per quelli dell'industria manifatturiera regionale, per divenire snodo di una rete di ricerca di eccellenza di livello nazionale.

E in Basilicata "c'è il più grande giacimento di petrolio dell'Europa continentale in cui sono concentrate le presenze economiche di operatori di dimensioni mondiali", ricorda ancora Freschi. Ma la vocazione energetica della regione ha anche il volto della più grande struttura di ricerca del Mezzogiorno: l'Enea, Agenzia nazionale per le nuove Tecnologie, l'Energia, l'Ambiente. Presso il Centro Trisaia di Rotondella svolge attività di ricerca attraverso laboratori che spaziano dalle agro-biotecnologie al trattamento dei rifiuti, fino alle fonti rinnovabili.

C'è anche nelle imprese, soprattutto nelle pmi, la consapevolezza di dover investire nella ricerca per essere competitive sul mercato internazionale. Il presidente di Confindustria Basilicata, Attilio Martorano, sostiene che "il ruolo della ricerca è determinante all'interno delle aziende che vogliono intraprendere nuovi percorsi". Ma soprattutto "le pmi non hanno una capacità economica tale da sostenere sole investimenti efficaci". Dunque, "necessitano del supporto di soggetti esterni vocati al tema dell'innovazione come i centri di ricerca e l'università". Fare rete è la logica del "Progetto Sud Nord", lanciato da Confindustria a livello nazionale, e del quale Martorano è il coordinatore per il Mezzogiorno. Obiettivi: "Stimolare l'aggregazione delle imprese in collaborazione con altri attori in un sistema di filiera, per candidare progetti su fondi europei e nazionali", individuando i settori trainanti in mobilità, energia, "intesa non solo nell'ottica delle fonti rinnovabili, ma anche di risparmio energetico".

Molto promette, poi, il settore agroalimentare. A favorirne dinamicità e competitività sono sempre i centri di ricerca pubblici e privati (Cnr, Enea, Metapontum Agrobios) e l'università. L'approvazione da parte del Consiglio regionale delle linee guida del piano industriale della società Metapontum Agrobios, che ospita il Cra (Consiglio per la ricerca e sperimentazione in Agricoltura), è un altro passo verso il Polo per le Agrobiotecnologie del Metapontino. Ha l'obiettivo di coordinare la ricerca agrobiotech orientandola verso la creazione di nuove imprese HI-tech e l'erogazione di servizi innovativi. Senza oscurare le già vincenti attività di ricerca e sviluppo in progetti e servizi analitici nel settore delle biotecnologie vegetali e dell'ambiente. La società metapontina, peraltro, è già impegnata in programmi di monitoraggio del territorio (acqua, aria e terreno) e di valutazione della sicurezza d'uso e dei rischi legati al rilascio di prodotti geneticamente modificati. Con Piemonte, Lombardia e Veneto, la Basilicata, unica regione del Sud, rappresenta l'Italia all'interno dell'Agenzia nazionale dell'innovazione, che ha il compito di valutare progetti fondati su innovazione e ricerca. Segno che la regione ha ancora tanto da apprendere ma anche da offrire (A. P.).

Fonti:

  • Legge regionale (n. 1632 del 2008) "Per lo sviluppo e la competitività del sistema produttivo lucano"
  • Strategia regionale per la Ricerca, l'Innovazione e la Società dell'Informazione - Regione Basilicata - Bozza 2007-2013
  • http://www.innovazione.basilicatanet.it
  • http://www.unibas.it
  • http://www.asi.it
  • http://www.imaa.cnr.it
  • http://www.enea.it
  • http://www.reluis.it
  • http://www.telespazio.it
  • http://www.createc.basilicata.it
  • http://www.tern.it
  • "In Consiglio regionale passa il rilancio di Agrobios" - Il Quotidiano della Basilicata del 18/02/2009






Redazione Consiglio Informa

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