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(ACR) ARTIGIANATO LUCANO TRA MEMORIA E FUTURO
18 giugno 2009
(ACR) - Gli artigiani lucani esistono e resistono, umilmente insediati accanto alle porte delle abitazioni, nel chiaroscuro dei vicoli che imprigionano i venti freddi dei monti e il respiro ventoso del mare. Nelle memorie tramandate da secoli di pagine gestuali, scritte sui "volti" dei paesi, le velocità e le forme del mondo nuovo si perdono quasi in parallele concezioni esistenziali. Nelle botteghe lucane il tempo assume una distinta visione della storia.
Le tante botteghe lucane, molto spesso nate e vissute accanto alle abitazioni, apparivano ed ancora, per fortuna appaiono, come una "galleria" di contenuti e significati. Le culture nascevano dalla terra e dalle mani di chi sapeva modellare i gusti estetici delle visioni. Nel groviglio delle cose in bottega, sui banchi di lavoro nelle stanze delle età, la materia diveniva economia e sostentamento familiare, l'argilla trasformata in fornaci sotterranee ancora distanti dalla civiltà delle macchine, diveniva vaso, o figura o ancora strumento quotidiano e domestico.
Tra le mani dei vasai lucani, molto spesso distanti dalla perfezione della creazione, successivamente garantita dal mondo nuovo, dalle forme veloci dalle catene di montaggio, dentro cui l'unicità dell'oggetto cadeva in stereotipate idee di commercio, proprio su quelle mani, passava la storia bagnata di scuro e di sacrificio.
Le tecniche pittoriche in provincia di Matera esprimono diversamente sorrisi, simpatiche creazioni colorate come i Cuccu' nell'area di Policoro, fischietti a forma di gallo realizzati in terracotta dipinta, elemento legato alla quotidianità degli spazi vissuti. Nelle sovrapposizioni contenutistiche delle creazioni, figure maschili e femminili, briganti e contatti primitivi con gli spazi, il legno, lavorato ovunque in regione, era molto spesso concepito come un "ponte" di pensiero sopra cui l'arte dell'artigiano si specchiava in religiosità profonde. Di legno le sedie adagiate fuori agli usci per ospitare gli anziani seduti nel sole di mezzogiorno, ad osservare quella storia che sembrava non toccarli, quasi ferma in un profondo senso di rispetto per queste economie e queste comunità silenziose e dignitose.
Sedie rustiche, impagliate intorno a legni di castagno nell'area di Calvello, da artigiani la cui arte si basava sulla "grammatica" elementare del loro codice esistenziale. Le tecniche, quindi l'arte passava tra le mani dei padri, spesso analfabeti, ma saggi, che trasferivano il nobile mestiere agli occhi dei figli, divenendo economie in transito, lungo il tempo, in mano alle nuove generazioni. Materie diverse tra le mani di una comunità, gli elementi artistici e pittorici divenivano espressioni di profonda qualità. Su ogni oggetto d'arte conservato vi è scritto il cammino della storia, i frammenti delle civiltà divengono analisi critiche ed antropologiche.
Il ferro battuto, antica e lontana arte, espressione originaria dell'alba del cammino dell'uomo, interessato alla costruzione di una quotidianità vivibile al meglio, vive e molto in numerosi centri lucani. A Corleto Perticara, Potenza e Rapone si trovano i tradizionali oggetti, espressioni artistiche che nascono dal ferro, strumenti per caminetti, forme di culture gastronomiche ed i letti grandi, costruiti sui gusti. Le stanze delle botteghe, aperte sugli orizzonti espressivi, nati non soltanto alla luce di una utilità pratica, hanno prodotto estetiche e mutazioni di stili. Il ferro lavorato dagli artigiani per la creazione di cancelli, ringhiere, fregi costruiti su barre metalliche, è divenuto immagine evidente dinanzi ai centri e prestigio di scelte intorno alle case.
Le abilità professionali in braccio alle memorie del tempo che resiste, tuttavia, alle evidenti differenze dei mercati e delle economie. Il lavoro manuale, come un filo che cuce i giorni e le stagioni spesso scure di questa terra, appare come una dimensione parallela, non ferma ma distante, nella costruzione, per fortuna quasi ostinata dell'umano, che si esprime nelle imperfezioni delle creazioni, nelle tele dei corredi prodotte per le spose lucane, altra forma notevole per l'artigianato. Economie queste chiuse in comunità, concepite intorno a idee di sostentamento quotidiano, delimitano confini di slanci, di osservazioni esterne che non sanno definire l'oltre delle attività, concependo commerci anche distanti dai confini locali e dai piccoli centri.
Artigianato, risorsa importante per la città di Potenza, come risulta da alcuni pregevoli manufatti, di importante valore, custoditi presso il Museo Archeologico della città. Provincia ricca di vite artistiche, sospese ad osservare la storia del capoluogo. Notevoli i lavori a Forenza ed Abriola, dove vi è una buona produzione di suppellettili in legno tornito e di "cavarole" usate per la gastronomia, per alcuni tipi di pasta fatta ovviamente in casa. Sono mani che accarezzano le forme, che entrano in contatto con le materie. La mente, le mani e gli occhi divengono produzione di oggetti ricavati da memorie condivise, tramandate e ferme nel tracciato esistenziale delle comunità.
Sono oltre diecimila le imprese artigiane con un totale di otre venticinquemila addetti che hanno trovato collocazione nel settore dal 1980 ad oggi. L'arte si traduce in una immensa varietà di stili, fermi ed in movimento, nell'orizzonte culturale, come una caparbia ed inascoltata lezione della storia che sa vivere e sopravvivere negli evidenti transiti delle categorie. Figure sui confini temporali quindi, i nostri artigiani, la cui dignitosa voce diviene pagina importante ed ampia di una comunità.
Il prestigio della creazione, premiato dalla costanza delle vite, si ferma sui piani delle osservazioni, le ceramiche lavorate sulle idee di evoluzioni, di sipari quotidiani in luoghi di memoria, si fondono con il presente, appaiono come anime antiche sui volti dell'oggi. Percorsi artigiani nelle chiese dei piccoli centri, dove i "mastri" eseguivano lavori su commissione, costruendo banchi, mobili per sacrestie, confessionali: vi sono quindi tracce di arte nei tessuti vasti della comunità, che sa specchiarsi nella memorie riconoscendone i pregi e le qualità.
Economie chiuse in silenzi di paesini, nei venti del tempo che non li ha mai spazzati del tutto. Mani che diventano occhi, gli occhi di una comunità che guarda e forse subisce il cambiamento delle direzioni dentro cui camminano le economie e le visioni articolate delle attività. Forse basta un'attenzione ed una valorizzazione interna, per questo patrimonio che sa costruire frontiere intorno alle mani antiche della terra, intorno alle mani sapienti dell'argilla, intorno agli occhi delle concezioni, per contrastare le leggi lontane e fredde dei mercati che nascondono le memorie e le identità, ponendole sotto polveri globali. (F. C.)
Fonti:
- "Il lavoro sulla porta di casa" (Artigiani di Calabria e Basilicata), di Giannetto Benischelli - Editore SIAG Genova
- "L'artigianato lucano: un cuore antico che guarda al domani", di Pino Gentile - Stabilimento editoriale Stes Potenza
- "Progetto sapienza" ( Per una pedagogia del corso della vita) - Editore Laterza
- "Tagli e ritagli, fatti di immagini e ricordi di Potenza" - da Tonino Da poto, Memorie