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(ACR) PINACOTECA D'ERRICO, UNA PORTA PER LA CULTURA LUCANA
23 giugno 2009
(ACR) - Lo scrittore irlandese Samuel Beckett ha legato il suo nome a un'attesa. Scrisse nel 1952 "En attendant Godot" (da noi tradotto con "Aspettando Godot") ovvero una tragicommedia costruita intorno alla condizione dell'attesa. Due dei protagonisti, Vladimiro (Didi) e Estragone (Gogo), stanno aspettando su una desolata strada di campagna un "certo signor Godot". Godot non appare mai sulla scena, né mai niente si dice sul suo conto. Ogni tanto Godot manda un ragazzo a rassicurare i due vagabondi con il messaggio: "oggi non verrà, verrà domani".
La storia della Pinacoteca d'Errico, nella sua evoluzione contrastata, sembra esser stata scritta proprio da Beckett. "Oggi non verrà, verrà domani", sembrava echeggiare tra le vie della piccola comunità palazzese. Finché il 26 e 27 agosto del 2003 settantatre dipinti della collezione furono accolti a casa, ma solo per un po'. Poi di nuovo il portone del Palazzo fu chiuso.
Ci sono voluti altri sei anni, ma alla fine "Godot" si è rifatto vivo: sabato 27 giugno una collezione prestigiosa finalmente trova un futuro pieno di progettualità e innovazione con la mostra "Oltre il moderno, un percorso tra i capolavori della collezione d'Errico e l'arte contemporanea". Il progetto culturale è stato promosso dall'Ente Morale Pinacoteca Biblioteca "Camillo d'Errico" di Palazzo San Gervasio in collaborazione con la Fondazione "SoutHeritage per l'arte contemporanea" di Matera e il sostegno dell'Unione Europea, della Regione Basilicata e della provincia di Potenza. Di non secondaria importanza il patrocinio della Camera e del Senato della Repubblica, del Comune di Palazzo San Gervasio, del Mibac e dell'Apt Basilicata. C'è pure un telegramma di apprezzamento da parte del presidente della Repubblica. La mostra, che è stata organizzata nello spazio ristrutturato di palazzo d'Errico e sarà aperta, gratuitamente, dal lunedì alla domenica, dalle ore 10 alle 13; e dalle 17 alle 20, presenta una serie di capolavori della collezione affiancati a opere di arte contemporanea per un rapporto sinergico tra passato e presente.
"Dopo cinque anni di restauro – afferma il conservatore dell'Ente, Mario Saluzzi - ci apprestiamo ad inaugurare la pinacoteca d'Errico. La inauguriamo con una mostra che mette insieme parte delle opere della Pinacoteca con quelle di autori contemporanei come Sergio Vega e Philippe Parrino, che stanno esponendo le loro opere alla Biennale di Venezia, o come Jota Castro, Sandro Chìa, Piero Gilardi, Douglas Gordon e Anri Sala, di fama internazionale riconosciuta".
Così, il sogno di Camillo d'Errico si è avverato. "È mia assoluta volontà ancora che l'intero palazzo di mia attuale e costante abitazione, nel quale visse e mori il mio adorato e compianto genitore, e nel quale si contengono tanti preziosi dipinti, opera di celebrati pittori e tanti libri tutti da me acquistati, rimanga esclusivamente destinata per uso di Biblioteca e Pinacoteca nel modo come si troverà all'epoca del mio decesso. La Pinacoteca e la Biblioteca saranno in perpetuo alloggiate nel detto mio palazzo di abitazione come ora lo sono". D'Errico destinava alla collettività palazzese, con il suo testamento segreto (letto il 2 novembre 1897, due giorni dopo la sua morte), la più grande raccolta d'arte privata del Meridione: 298 tele del XVII e XVIII secolo, 500 stampe dello stesso periodo, 8.000 volumi delle sua biblioteca (alcune serie uniche al mondo), più due palazzi prospicienti.
Camillo d'Errico fu uno dei più illuminati esponenti della sua famiglia, di nobili e antiche origini, proveniente da San Chirico nel Lagonegrese. Sindaco di Palazzo nel periodo postunitario, favorì il miglioramento delle condizioni di vita dei suoi concittadini con una serie di provvedimenti: introdusse l'illuminazione elettrica (uno dei primi comuni del Sud a esserne dotato); sistemò le strade; ampliò il cimitero; fondò una biblioteca comunale nel 1893. Camillo d'Errico non fu, però, soltanto un brillante amministratore, ma soprattutto un cultore dell'arte e del sapere. La grande raccolta dei dipinti da lui allestita si arricchiva di quadri provenienti sia dal Castello di Palazzo "Palatium Regium" sia da Napoli. La sua pinacoteca annovera tele tra cui opere della scuola napoletana di Salvator Rosa, Massimo Stanzione, Luca Giordano, Micco Spadaro; della scuola romana di Guido Reni, Carlo Dolci, Carlo Maratta; della scuola bolognese del Guercino e i fratelli Agostino e Annibale Caracci; della scuola fiamminga di Antonio Van Dick, Pieter Brueghel il Vecchio, Pieter Snayers; della scuola spagnola di Diego Rodriguez de Silva y Velásquez e José de Ribera detto lo Spagnoletto. Non mancano, infine, dipinti delle scuole francese e tedesca. La biblioteca contiene circa 8.000 volumi, fra cui stampe e cronache antiche, testi letterari, giuridici e storici, appunti sulla storia delle chiese presi e mai utilizzati; le carte di famiglia ordinate in un archivio ricchissimo, depauperato, però, dal tempo, dall'incuria e dai numerosi trasferimenti del materiale.
Nelle sue volontà testamentarie chiedeva espressamente di continuare a valorizzare la sua collezione, andando oltre le 298 tele che aveva donato alla comunità palazzese. "Il nostro progetto – continua Saluzzi – è quindi quello di arricchire la collezione già esistente, affiancandola ad altre opere".
L'evento, come detto, si inaugura sabato 27 giugno alle ore 18. Chiuderà i battenti il 26 settembre, dopo tre mesi. Godot di nuovo sfugge? Di nuovo la comunità palazzese attenderà senza fine l'apertura del portone d'ingresso di palazzo d'Errico nel centralissimo corso Manfredi? "Abbiamo ottenuto un contributo dalla Regione Basilicata – è la risposta di Saluzzi - con i fondi Por 2000/2006. Purtroppo i fondi bastano a mala pena per tenere aperta la Pinacoteca solo per un breve periodo. Anzi, a dirla tutta, non bastano proprio. Ecco perché abbiamo chiesto l'aiuto della fondazione SouthHeritage di Matera, anche per razionalizzare la spesa. Per gestire un museo ci vuole un budget di 330 mila euro annui. Nella legge finanziaria regionale è previsto uno stanziamento di 165 mila euro. Non ci nascondiamo le difficoltà. Un museo di quella portata ci mette di fronte a varie problematiche non disgiunte dalle difficoltà ataviche del territorio in cui viviamo: la pessima viabilità e la mancanza di un circuito sinergico che valorizzi il turismo e l'economia ci comportano il doppio delle spese".
La collaborazione con la Fondazione di Matera assume un ruolo importante. Da tanti punti di vista. Soprattutto, simboleggia l'abbattimento degli steccati della querelle infinita sulla attribuzione dei quadri che per oltre settanta anni hanno diviso un paese, Palazzo San Gervasio, da una città, Matera. "Abbiamo deciso di collaborare con SouthHeritage perché, al di là delle diatribe campanilistiche,. Palazzo San Gervasio non è contro la città di Matera. E lo abbiamo dimostrato rivolgendoci proprio ad una istituzione materana".
Ma come si coniugano l'esigenza di valorizzare un luogo e una storia (Palazzo San Gervasio, famiglia d'Errico) con quella di integrare questa fruizione in un sistema che possa includere la cittadina di Matera, dove tra l'altro c'è un deposito di altissima qualità in cui sono state conservate queste opere per tanti anni? "Noi vogliamo collaborare con Matera - risponde Saluzzi - ma ristabilendo i giusti equilibri tra chi è proprietario del patrimonio (l'Ente Morale d'Errico) e chi potrà utilizzarlo con modi e tempi concordati. La città di Matera deve molto alla collezione d'Errico. Deve il prestigio del museo nazionale Lanfranchi anche alle opere della pinacoteca; deve una scuola di restauro, un deposito dove sono state custodite le nostre opere. Tra l'altro, ci sono stato ultimamente a fare una visita. Non ho problemi a fare un plauso alla Soprintendenza dei beni artistici per come ha conservato e restaurato le nostre opere".
La legge regionale 29/2008 ("Norme per la valorizzazione della biblioteca e pinacoteca Camillo d'Errico") prevede all'articolo 6 un protocollo d'intesa, di concerto con vari enti, per la valorizzazione dei beni. Sul punto il conservatore Saluzzi precisa: "Stiamo realizzando un protocollo d'intesa – aggiunge Saluzzi - col Ministero dei beni culturali e con il direttore generale regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Basilicata, Alfredo Giacomazzi. Abbiamo chiesto il supporto del Ministero perché ci rendiamo perfettamente conto che non possiamo gestire da soli un museo di tale portata. E infatti, abbiamo chiesto un supporto non economico, ma di personale. Abbiamo inoltre chiesto la collaborazione di Matera per quanto attiene la gestione. Noi pensiamo che per poter esporre queste opere, Matera ci debba mettere in condizione di essere funzionali, di poter aprire e mantenere il museo. La Soprintendenza deve gestire assieme a noi il patrimonio. E le chiediamo un proprio distaccamento a Palazzo. Insomma, vogliamo una collaborazione con proprio personale. La figura di un bibliotecario, una figura di esperto in beni artistici, ma anche custodi e personale amministrativo. Ci servirebbero quattro o cinque figure funzionali. Non penso si tratti di una richiesta assurda. Per il momento sopperiremo a questa mancanza con volontari dell'associazione dei pensionati pro Pinacoteca e con la Protezione civile".
Il consiglio di amministrazione dell'Ente, la cittadina di Palazzo San Gervasio, un po' tutti scommettono che l'apertura del museo porterà ricadute in termini economici e rivitalizzerà una cittadina che da tempo sta segnando il passo rispetto a più floride e limitrofe realtà lucane. " Tre, quattro aziende collaborano con l'ente morale nell'aspetto organizzativo e di gestione – aggiunge ancora il conservatore dell'Ente - Stiamo incentivando anche le attività ricettive di Palazzo. In prossimità dell'inaugurazione avremo un afflusso di visitatori elevato. Anche perché ci sarà una risonanza nazionale. I visitatori avranno bisogno del ristorante, del bar, dei bed & breakfast. Anche il nascente Parco letterario 'Vincenzo d'Errico' farà la sua parte. Senza il supporto del terzo settore il turista viene, visita, ma non rimane, parte subito".
"La mia speranza – conclude Saluzzi - è quella di iniziare a parlare di polo museale palazzese in forma stabile perché questa grande collezione che tutti apprezzano non ha senso che rimanga chiusa per il 70 per cento in un deposito. Noi stiamo facendo dei prestiti a tutti i musei del mondo. Con l'adesione alla fondazione Anna Lindh che dipende dal consiglio d'Europa stiamo presentando un progetto con la Regione Basilicata per gli scambi culturali con quattro musei del Mediterraneo (Tunisia, Malta, Siria, Israele). La fondazione Lindh che promuove il dialogo tra culture ci ha invitati a fare questi scambi culturali perché i Paesi del Mediterraneo nei quali l'Europa sta investendo molto rappresentano il futuro per l'Italia e l'Europa. Abbiamo prestato alcuni quadri di Gasperi Traversi a Saragozza, un Brughel alla Galleria Corsini. I nostri quadri sono stati alla National Gallery di Londra, a New York, a Madrid. Noi vorremmo che quei musei ci diano in prestito anche le loro opere. Avere un museo in Basilicata - non a Palazzo San Gervasio - significa avere una porta della cultura nella nostra Regione. Matera continuerà ad esistere come posto di forte attrazione turistica, anche con le nostre opere. Continuerà ad andare avanti la Pinacoteca provinciale di Potenza, ma anche Palazzo ci sarà. I musei dovranno essere messi in una rete capillare della cultura che porti un visitatore ad attraversare la Lucania prima a Melfi, poi a Venosa e in seguito a Palazzo San Gervasio ovvero in tutti i quei posti in cui siano presenti segnali forti di cultura. Dobbiamo creare un percorso turistico per tutti quei visitatori che bussano alla nostra porta".
"Quando si è portati a farlo, bisogna promuovere la cultura. E la mancanza di essa genera vizi e miseria", diceva Agostino, un altro protagonista della storia di Palazzo e della famiglia d'Errico. "Godot" finalmente è arrivato. (M.C.)
Fonti:
- Intervista a Mario Saluzzi, conservatore dell'Ente morale "C. d'Errico". 12 giugno 2009-06-17
- "Porte aperte", Libero Accesso n. 83, aprile 2008
- Pinacoteca d'Errico: il cda dice no a proroga museo Matera in http://www.basilicatanet.it/news/article.asp?id=620489
- La Pinacoteca di Palazzo S. Gervasio è nella fondazione Lindh in http://www.basilicatanet.it/news/article.asp?id=629814
- Pinacoteca d'Errico, pdl di Pittella, Vita e Mollica in http://www.basilicatanet.it/news/article.asp?id=631743
- Legge regionale n. 29 del 2008