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(ACR) CAPE CANAVERAL, 16 LUGLIO 1969: IO C'ERO
12 ottobre 2009
(ACR) - Cosa hanno in comune due lucani con la missione spaziale Apollo 11? Beh, per quanto riguarda il primo dei due, la risposta è facile. Rocco Petrone fu il direttore dell'operazione che portò l'uomo sulla luna. Di origini lucane, i suoi genitori erano di Sasso di Castalda, legò il suo nome indelebilmente a un evento che fece cambiare la storia dell'intera umanità.
Per quanto riguardo il secondo, non si può dire molto se non che si chiama Giovanni Del Balzo, ha 87 anni e vive a Palazzo San Gervasio. Bene, che c'entra con la luna? Questo è il punto: proprio il 16 luglio 1969 era seduto sulla tribuna antistante la rampa numero 39 dalla quale sarebbe partita la navicella spaziale Apollo 11. Era lì col fratello Ennio e con altre 2 mila persone. Accanto a loro sedeva anche l'ex presidente degli Stati Uniti, Lyndon Johnson (a gennaio dello stesso anno gli era succeduto alla presidenza Richard Nixon).
Proviamo a rivivere l'evento storico da due punti di vista: quello direttivo e scientifico che vede per protagonista nella stanza dei bottoni, Rocco Petrone, e l'altro, quello di una persona comune, proveniente sempre dalla Basilicata, che grazie ad una casualità stava lì, privilegiato, a osservare la Storia materializzarsi. Uno faceva partire il missile, l'altro, nello stesso luogo, negli stessi attimi lo osservava stupito mentre si innalzava nel cielo.
Di Giovanni Del Balzo abbiamo raccolto una testimonianza diretta. Di Rocco Petrone (scomparso nel 2006) ci avvarremo della ricostruzione storica compiuta da Renato Cantore nel prezioso saggio "La tigre e la luna. Rocco Petrone. Storia di un italiano che non voleva passare alla Storia".
Tutto accade grazie a un concorso a premi pubblicato da "Epoca", settimanale dell'Arnoldo Mondadori Editore, per molti decenni format di punta dell'informazione e degli approfondimenti politici e culturali (le pubblicazioni iniziate nel 1950 sono terminate il 25 gennaio del 1997).
"Epoca – Luna" era il concorso rivolto a tutti i lettori del settimanale e consisteva in un set di domande a carattere scientifico sulla Luna. Giovanni rispose prontamente alle domande e inviò alla sede di Milano quattro cartoline. 3 mila furono coloro i quali risposero esattamente al quiz. Da tale numero furono estratti a sorte 10 nominativi: Tommaso Vico, di Casale, Cuneo, Antonio Ceglie, di Barletta, Gaetano Castaldo, di Afragola, Piero Piccaluga, di Torino, Rosaria Di Rocco, di Roseto degli Abruzzi, Gabriele Zanazzi di Sermide di Mantova, Gabriella Di Liberto, di Roma, Giorgio Nicolai, di Pistoia, Nicola Ippolito, di Trasacco, L'Aquila e, dulcis in fundo, proprio Giovanni Del Balzo da Palazzo San Gervasio.
"Quando mi arrivò la notizia – racconta Del Balzo - non ci credevo proprio. Pensavo a qualche scherzo", e ci mostra un paio di telegrammi datati 6 e 12 giugno 1969. Proprio nel primo si legge: "Oggetto: concorso a premi "Epoca – Luna", numeri 967-968-969-970. "La partenza per gli Stati Uniti avverrà l'indomani, 14 luglio, con volo Alitalia AZ626 alle ore 13. Il rientro a Milano è previsto per mercoledì 30 luglio. Subito dopo il rientro i signori saranno liberi di tornare alla loro sede di residenza. Data la stagione in cui verrà effettuato il viaggio possiamo prevedere negli USA un clima piuttosto caldo e umido e tenuto conto della rapidità degli spostamenti da una città all'altra, riteniamo consigliabile munirsi di capi di vestiario comodi e pratici, preferibilmente in fibre sintetiche facilmente lavabili e di poco peso. Il bagaglio a persona non potrà superare, infatti, i 20 chilogrammi a persona. Nei prossimi giorni, dopo la conferma da parte della Nasa della data di partenza di Apollo 11, comunicheremo il programma dettagliato che comunque comprenderà visita a Capo Kennedy, alla città di Miami, New Orleans, Los Angeles, San Francisco, Detroit, Washington e New York. Alla presente allego una dichiarazione che impegna la Arnoldo Mondadori Editore a sostenere per lei le spese di viaggio e di soggiorno da Milano agli Stati Uniti secondo l'itinerario previsto. Analoga dichiarazione verrà rilasciata per la persona che l'accompagnerà non appena lei comunicherà i dati anagrafici della stessa. Tali dichiarazioni sono necessarie per ottenere il visto di ingresso negli USA".
E così Giovanni pensò bene di rivolgersi al fratello Ennio, allora residente a Genova, per farsi accompagnare nel viaggio negli States. 10 vincitori più 10 accompagnatori si imbarcarono da Milano alla volta di New York. L'editore Mondadori aveva tutto l'interesse di diffondere questa iniziativa, grazie alla sottoscrizione di un contratto di esclusiva con la Nasa per la copertura italiana e europea dell'evento. Il capo del servizio fotografico che accompagnava la comitiva era il celebre Mario De Biasi mentre la giornalista inviata si chiamava Carla Stampa.
"Dopo che sbarcammo all'aeroporto LaGuardia – dice ancora Del Balzo - andammo a fare una visita nella sede di corrispondenza newyorkese di Epoca. Lì incontrammo, neanche fosse un segno del destino, un altro lucano, Giuseppe Lamastra, nipote proprio di un palazzese, Gerardo Lamastra. Io gli dissi subito: sai quante volte t'ho visto ragazzino, in pantaloncini, a Palazzo San Gervasio? E lui mi rispose: "Come è piccolo il mondo". All'indomani la comitiva ripartiva in aereo per Orlando (Florida). La sera pernottò in un motel di Cocoa Beach, cittadina costiera che proprio negli anni '60 raggiunse il suo massimo splendore proprio grazie ai programmi spaziali della Nasa. Il centro spaziale Cape Kennedy distava circa 15 miglia a nord della città, e molte persone coinvolte nei progetti spaziali pernottavamo o avevano dimora fissa proprio nella città.
Scriveva l'inviata di Epoca: "Nella notte, sono arrivati al Satellite Hotel di Orlando, a una settantina di chilometri da Capo Kennedy, i venti lettori di Epoca vincitori del concorso Epoca-Luna. Ognuno di essi ha trovato in camera un cartellino chiuso in una protezione di plastica con l'indicazione del proprio nome sotto l'intestazione Apollo 11. Nel retro del cartellino c'è la firma del direttore della NASA. Questa preziosa targhetta, senza la quale non si può entrare nel recinto della base di lancio, dovrà essere portata bene in vista, attaccata al petto. Accanto ad essa c'era anche un biglietto: il benvenuto dell'Ente spaziale americano ai venti fortunati italiani, accompagnato da una pressante raccomandazione: di essere puntuali alla sveglia, alle 3,15 della mattina del 16 luglio. Gli ospiti italiani faranno colazione, poi uno speciale autobus della Nasa li porterà a Capo Kennedy, dove prenderanno posto nella tribuna d'onore, tra i Capi di Stato, gli ambasciatori e gli scienziati giunti da tutto il mondo. E vivranno da testimoni le ore e l'attimo che nessuno di loro pensava di poter vivere, che nessuno di loro potrà mai dimenticare".
Venne il grande giorno. Come scrive Cantore: "Là fuori, Rocco lo sapeva perfettamente, quasi un milione di persone era in attesa di assistere all'evento destinato a finire sui libri di Storia. Ma in tutto il mondo, miliardi di occhi erano incollati davanti ai televisori, in attesa delle notizie che sarebbero state fornite in diretta da oltre quattromila inviati giunti in Florida da ogni parte della terra. E sicuramente anche nella lontanissima Sasso di Castalda, dove era da poco passata l'ora di pranzo, il consueto chiacchiericcio intorno alla tavola aveva lasciato il posto a un silenzio irreale".
Dentro, Rocco, 43 anni, era in fibrillazione, fuori Giovanni e Ennio, uno 47 l'altro 40 anni, erano felici come due giovincelli che ancora non credevano ai loro occhi. Condividere una tribuna con 2000 Vip, tra cui un ex presidente degli Stati Uniti e tanti capi di Stato non era un'occasione che capitava tutti i giorni. Proprio tra le Very Important Person incontrarono – ancora un altro segno del destino – un fratello di Rocco (Giovanni ricorda che si chiamava Dominique, ma non è sicuro e forse potrebbe trattarsi del fratello maggiore John) a spasso proprio con la cognata, Ruth. Non persero l'occasione di farsi fotografare più volte e proprio Giovanni ricorda: "Nell'attimo fatidico, il fratello di Rocco in un inglese smangiucchiato disse: "Mo' Ro' push e batt (in inglese: push the bottom, spingi il bottone). E proprio in quell'istante: "… Una manciata di secondi di terribile tensione: meno dieci, nove, otto, sette… ignition. L'orologio segnava le 9 e 32. Il programma era stato rispettato al centesimo di secondo. Il suo "go" Rocco lo aveva detto quasi in silenzio, con la voce rotta dall'emozione. Non aveva distolto lo sguardo nemmeno per un attimo dal monitor, dove all'inizio si videro solo le lingue di fuoco sgorgare dalla coda del razzo, e la nuvola di fumo che avvolgeva la rampa di lancio".
Dal punto di vista di Giovanni e Ennio, e dei tanti testimoni presenti, lo spettacolo fu sbalorditivo:
"Ad un certo punto, vista la traiettoria, sembrava che il missile ci cadesse addosso. Dopo il lancio, tirammo tutti un sospiro di sollievo. Andammo a mangiare in un ristorante posto su una torre, proprio nei pressi di Cape Canaveral. Io presi una tazza di brodo di tartaruga".
Da quel momento, per altri 14 giorni, Giovanni e tutta la comitiva avrebbe girato in lungo e in largo gli Stati Uniti d'America. Andarono a Miami Beach dove c'era addirittura Ray Charles ad accoglierli con un concerto dedicato tutto agli italiani. Visitarono Flamingo Point (all'estremo sud della Florida) dove si poteva intravedere Cuba, e soprattutto i tanti coccodrilli che infestavano quelle acque. Con un traghetto andarono a Fort Laudardale, dove incontrarono una coppia di Bitonto, in provincia di Bari. Un salto a New Orleans, a mangiare da "Antoine" ostriche deliziose. Poi a Los Angeles, ospiti dell'Hotel Hilton, Disneyland, San Francisco, Detroit, con visita alla Ford. Infine a New York, sull'Empire State Building che ancora era il grattacielo più alto del mondo nel 1969. E uno sguardo a "due torri" che in quel momento erano solo in costruzione. (M.C.)
Fonti:
- Palazzo San Gervasio, 28 – 29 Settembre 2009, intervista a Giovanni Del Balzo
- Epoca, numeri 967-968-969-970-982 da marzo a luglio 1969. Arnoldo Mondadori Editore
- Renato Cantore, La tigre e la luna. Rocco Petrone. Storia di un italiano che non voleva passare alla Storia. Rai – Eri, 2009