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(ACR) LA SCUOLA IN AZIONE

01 luglio 2010

"Programmi integrati a quelli del sistema scolastico italiano mirano ad ampliare la conoscenza degli studenti (di età compresa tra i 5 e i 19 anni) del mondo del lavoro e, più in generale, dell’economia, della cultura d’impresa e della finanza"

(ACR) - Il mondo del lavoro e quello della scuola non sono mai stati così vicini. Un esempio? Mai sentito parlare di Impresa in azione? Forse sì, forse no. Di sicuro è un’esperienza che influenza i percorsi formativi e di apprendimento. E la carriera scolastica e professionale di centinaia di giovani vivrà di una luce diversa e più vivida. Attraverso una proposta didattica, innovativa e divertente, gli studenti sono messi nella condizione di conoscere l’organizzazione e le caratteristiche professionali delle principali funzioni manageriali di un’azienda moderna.

Tutto questo è possibile ottenerlo grazie al lavoro di “Junior Achievement Italia”, ovvero un’associazione non profit che si propone di promuovere su tutto il territorio nazionale iniziative formative finalizzate ad avvicinare il mondo della scuola a quello dell’impresa, coinvolgendo un gruppo di aziende leader tra cui, numerosi gruppi bancari di interesse nazionale e imprese dal respiro internazionale.

L’associazione è stata costituita nel 2002 ed è partner di “Junior Achievement Worldwide”, la più antica e più grande organizzazione non profit al mondo per la formazione della cultura d’impresa tra i giovani. L’esperienza italiana sviluppa, in particolare, programmi sui temi dell’economia e della cultura d’impresa presso le scuole, coinvolgendo alcuni dipendenti delle aziende stesse come volontari in aula a fianco degli insegnanti.

Attraverso il metodo “learning by doing” (imparare facendo), un esperto d’azienda si confronta con gli studenti sulla base di percorsi formativi testati a livello internazionale, condividendo con essi la propria esperienza professionale. Grazie a questo approccio metodologico vengono offerte alle scuole e alle imprese un diverso, ma pur sempre affine, catalogo di opportunità.

Per quanto riguarda le scuole, programmi integrati a quelli del sistema scolastico italiano mirano ad ampliare la conoscenza degli studenti (di età compresa tra i 5 e i 19 anni) del mondo del lavoro e, più in generale, dell’economia, della cultura d’impresa e della finanza, anche attraverso la promozione di esperienze di microimprenditorialità.

Sul fronte delle imprese, invece, si concretizza la partecipazione a una partnership attiva nello sviluppo di iniziative nel campo della formazione e dell’orientamento delle giovani generazioni. Attraverso lo strumento del volontariato dei dipendenti, le imprese scelgono una modalità di impegno socialmente responsabile e di coinvolgimento attivo nella comunità locale.

Questa formula, già ampiamente sperimentata in Europa, è stata adottata con successo anche nel nostro Paese a partire dal 2002 con i programmi: “Io e l’economia”, “Impresa in azione” e “Our community… scopriamola insieme” e ha visto ad oggi la partecipazione di oltre 60 mila studenti tra gli 8 e i 18 anni di tutte le regioni italiane.

Ma come è stata immaginata un’impresa Ja (Junior Achievement)? Innanzitutto le imprese sono costituite da studenti. Tutti devono essere azionisti e consiglieri di amministrazione. Nell’ambito del gruppo di studenti viene eletto un gruppo di direttori di funzione con rispettivi vice. Ci sono molte regole da rispettare. Ad iniziare dal fatto che gli studenti devono avere un’età compresa tra i 16 e i 19 anni. Ognuno deve possedere un certificato azionario, ma nessun azionista può possederne più di 40 azioni. Gli studenti assenti per più di tre riunioni consecutivi, se non autorizzati dal Consiglio di Amministrazione, sono esclusi dall’impresa Ja e non ottengono l’Attestato di partecipazione a conclusione del programma. In sostanza si giocano un credito scolastico.

Assolte queste condizioni, si parte con la costituzione dell’impresa e il versamento del capitale sociale. Per finanziare l’avvio dell’impresa JA gli studenti vendono azioni della loro azienda. Il ricavato della vendita delle azioni determinerà l’entità del capitale sociale che, comunque, non potrà superare i mille euro. Poi si passa alla formalizzazione dei documenti che danno vita all’impresa: l’Atto costitutivo e lo Statuto associativo.

L’impresa deve essere formata da almeno 7 studenti e non può superare le 25 unità. Questi ragazzi vengono supportati da un esperto di azienda e da un docente coordinatore. Gli studenti eleggono poi uno staff di Direttori di funzione che include: 1) l’Amministratore delegato; 2) il Responsabile degli Affari Generali; 3) Direttore Finanziario; 4) Direttore di Produzione; 5) Direttore Vendite; 6) Direttore del Personale; 7) Direttore Comunicazione. Nell’impresa possono essere impiegate, inoltre, altre persone che non sono membri effettivi. Tutti i contratti, gli ordini, gli assegni devono essere controfirmati dall’esperto di azienda o dal docente coordinatore.

Dopo aver determinato questa fase preliminare si passa alla vera e propria attività fattuale. I ragazzi decidono il nome da attribuire alla società e scelgono l’attività produttiva da intraprendere. Si parte con la realizzazione di un prototipo, poi si passa all’indicazione dei punti di vendita, dei costi, perfino con il calcolo del punto di equilibrio, necessario, così insegna l’Economia politica, a far capire fin quanto spingere la produzione del bene e anche a quale prezzo conviene venderlo. È necessaria anche una descrizione analitica dei processi di produzione.

Di non secondaria importanza è la strategia di mercato da adottare. I ragazzi stilano un quadro del mercato di riferimento in termini di area geografica e tipologia di cliente, novità del prodotto, assorbimento dell’offerta anche attraverso specifiche e dettagliate ricerche di mercato.

Dopo la scelta e la realizzazione del prodotto, la fase successive è quella relativa alla vendita del prodotto realizzato. In questo modo i ragazzi – imprenditori hanno modo di confrontarsi con la realtà, spesso cinica e spietata, delle leggi del mercato.

Un occhio di riguardo viene dato al corso delle attività. Si fissano le date delle riunioni del Cda con tanto di ordine del giorno affisso, nei termini previsti, nella bacheca della scuola. Poi si simula una vera e propria riunione del Cda, si redigono i verbali e li si approvano. Come ogni azienda che si rispetti, al termine dell’anno scolastico si liquida l’azienda e si organizza l’assemblea annuale in cui il Cda presenta il rapporto annuale e il bilancio consuntivo. I ragazzi hanno così una visione pratica del mondo imprenditoriale.

Tra l’altro, sono previsti accreditamenti internazionali (gli studenti che aderiscono al programma possono partecipare al Cambridge International Examination) e la partecipazione a fiere, organizzate sia a livello locale, nazionale e estero. Il fine è quello di pubblicizzare il proprio prodotto, ma anche venderlo, confrontandolo con i prodotti che provengono da altre esperienze scuola/impresa simili.

In Basilicata quest’anno si è realizzato in più scuole il progetto di Impresa in azione. Gli studenti delle scuole superiori di Melfi, San Fele, Potenza e Venosa hanno brevettato una serie di prodotti dagli aspetti molto originali. Da un mouse a forma di guanto, a una polsiera multifunzionale. Da un copritastiera monouso e biodegradabile a un bracciale-lettore mp3. Dalla bigiotteria artigianale fino a un vero e proprio patinato prodotto editoriale sotto forma di mensile. La finale regionale si è svolta a Melfi e una giuria di esperti del mondo imprenditoriale ha decretato i vincitori che hanno poi rappresentato la Basilicata nella finale nazionale di Milano.

Il direttore dell’associazione lucana, Gianni Semeraro, ha affermato: “Siamo soddisfatti del risultato raggiunto quest’anno. Premia il lavoro di chi da almeno sette anni sta introducendo in Basilicata un nuovo modo di pensare al rapporto tra scuola e lavoro”.

Si parla spesso del limite che ha l’istruzione italiana di non avvicinare gli studenti alla realtà del lavoro. Questo tipo di esperienze, molto diffuse soprattutto nei Paesi anglosassoni, dimostrano, al contrario come l’universo scolastico e quello imprenditoriale possano dialogare intensamente e con proficui risultati. Si lavora, si studia e ci si diverte. Quale altro modo migliore per affacciarsi alla variegata, difficile e spietata logica del lavoro? (M.C.)


Fonti:

  • http://www.sarconiweb.it/news/component/content/article/46-eventi-mucisa-turismo-nel-mondo/687-il-28-e-il-29-maggio-in-mostra-a-melfi-le-idee-e-i-prodotti-degli-studenti-di-fare impresa.html
  • http://edicola.lagazzettadelmezzogiorno.it/olive/ode/GDM/LandingPage/LandingPage.aspx?href=R0RNLzIwMTAvMDUvMjg.&pageno=MTAy&entity=QXIxMDIwMQ..&view=ZW50aXR5 http://www.junioritalia.org/pagine/pagina.aspx?&L=IT


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