venerdì, 22 nov 2024 23:15

Vai all'archivio
Stampa Invia

DALL' EUROPA DEI '15' ALL'EUROPA DEI '25'

27 febbraio 2003

Allargamento dell’Unione Europea ed opportunita’ di integrazione economica e culturale

© 2013 - europa_fisica.jpg

© 2013 - europa_fisica.jpg

(ACR) - Piu' che positivo il bilancio del gemellaggio Basilicata – Ungheria, al termine della tre giorni di lavori previsto dal programma Europeo "Phare" e svoltosi in Basilicata dal 18 al 20 febbraio. Il progetto, finalizzato a consentire l'assistenza ai Paesi europei candidati ad aderire alla Unione Europea, ha visto la partecipazione di dirigenti e funzionari ungheresi che hanno seguito gli incontri volti ad illustrare le procedure e le esperienze della Regione Basilicata relativamente all'utilizzo dei Fondi Strutturali destinati alle regioni appartenenti all'Obiettivo 1. Agli appuntamenti hanno partecipato, tra gli altri, Laura Raimondo Presidente del Comitato esecutivo del twinning Ungheria e Dirigente dell'Unita' di Valutazione degli investimenti Pubblici del Ministero del Tesoro, Andrea Freschi e Giuseppe Esposito della Regione Basilicata, Nicola Bux, Segretario Generale della Camera di Commercio di Potenza, H. Gordos Marta, Agenzia Nazionale per lo sviluppo Regionale di Ungheria e rappresentanti di agenzie di sviluppo regionale ungheresi. Sono ormai collaudati e conosciuti dagli operatori gli ambiti entro i quali si muove la Regione Basilicata nell'Europa dei "quindici" che diverra' dei "25" per effetto dell'ingresso dei paesi dell'Est tra i quali, per l'appunto, l'Ungheria. Una Regione, la Basilicata, che rientra ancora nell'Obiettivo 1, non avendo ancora raggiunto, come reddito, il valore indicato dalla Commissione Europea, attualmente quantificato nel 75% (la Basilicata e' al 73,4%) ma che sarà ampiamente superato allorché saranno 25 i paesi che faranno parte dell'Unione. L'ingresso degli altri Paesi offrirà nuove opportunità di crescita, nonostante la diminuzione delle risorse disponibili e la Basilicata si sta attrezzando con strumenti idonei per confrontarsi col nuovo scenario. E' una sfida che passa attraverso un processo di modernizzazione e che la Regione ha già raccolto partecipando a questo programma. Il dott. Freschi, responsabile dell'Autorità' di Gestione dei Fondi Europei per la Regione Basilicata, ha posto l'accento sul positivo contesto generale e sulla coesione sociale che permettono una proficua e riconosciuta utilizzazione dei Fondi Strutturali. La velocizzazione della spesa, finora unico parametro di valutazione, è consentita dal non considerare distinti i periodi di programmazione - tra il programma 1994 e quello 2002, infatti, non c'e soluzione di continuità - e ciò permette investimenti progressivi ed efficaci. La Basilicata utilizza queste risorse per l'erogazione di servizi essenziali ai cittadini e per l'incentivazione della piccola e media impresa, del turismo locale, dell'artigianato e per i percorsi culturali. E' ormai in una fase attuativa il decentramento amministrativo e gestionale che sposta il decisionismo sempre più verso la base sociale, economica e produttiva del Paese, tant'e' che la Regione Basilicata ha scelto, per la gestione dei Fondi, il coinvolgimento delle municipalita' , fornendo ai comuni gli strumenti idonei per uno sviluppo locale che parte dalle istanze del territorio. Percio', anche i bandi relativi agli interventi di industrializzazione sono stati adattati e codificati secondo le necessità locali. E, in relazione a cio', e' aperto il dibattito sulla identificazione del livello istituzionale preposto alla scelta ed alla gestione delle risorse, analogamente al tema: se le politiche dell'Unione dovranno ancora essere gestite a livello Europeo o affidate agli Stati membri. Il prof. Amedeo Di Francesco, noto studioso della cultura dei Paesi dell'Est e presidente dell'Associazione Internazionale di Studi Ungheresi, e' un convinto sostenitore della tesi che l'Ungheria rappresenti per l'Occidente la migliore chiave di accesso ai Paesi dell'Est "Per l'Italia è un riferimento che va ben oltre gli scambi commerciali tra Trieste e Budapest, e' un ideale ponte economico-culturale che collega la Basilicata e l'Ungheria, in un contesto regionalistico che unisce il Mediterraneo con il Danubio e si inserisce in una felice prospettiva futura". Un rapporto che risale al Medioevo, quando le coste dell'Adriatico servivano da scambio tra le regioni meridionali e l'Ungheria che all'epoca si affacciava sulle coste della Dalmazia e della Jugoslavia. Il quadro dei contatti storici, culturali ed artistici, così determinatosi, va quindi inserito in un contesto moderno che, paradossalmente, diviene ritorno al passato. Difatti – è stato ribadito durante uno degli incontri - a Muro Lucano, a testimonianza di tutto ciò, fu esiliata la Regina di Napoli, Giovanna I, che aveva assassinato il marito, Andrea d'Ungheria, fratello di Luigi il Grande, Re di Ungheria (1342-1482). Ulteriore dimostrazione giunge dal drammaturgo Imre Madàch autore di "La tragedia dell'uomo" a cui dobbiamo anche una "trilogia napoletana" che del periodo angioino descrive usi e convenzioni, accostando la letteratura alle vicende politico-economiche, in un viaggio che parte da Napoli ed attraversa le regioni meridionali per approdare sulle coste ungheresi. Sul tema della tradizione storica che lega le due civilta', quella mediterranea e quella ungherese, c'e' da riportare la posizione di Gregorio Angelini, Soprintendente regionale per i Beni Culturali della Basilicata. Angelini ricorda che una guarnigione ungherese presidio' la citta' di Potenza dopo i moti rivoluzionari del 1820; e gli Ungari, prima dell'anno 1.000, giunsero fino a Monte Sant'Angelo distruggendone il santuario di culto bizantino-longobardo. Angelini e' anche un sostenitore della particolare tipologia dei nostri musei, non grossi contenitori culturali ma originali sedi dove spesso si trovano reperti e opere rivenienti dallo stesso territorio, inseriti in una architettura locale, in un contesto inseparabile che determina una consonanza tra tutela e gestione. Corre l'obbligo di aggiungere che la nostra legislazione nazionale risale al 1932, leggi rigorose che con l'ingresso dell'Italia nell'Europa hanno determinato anche alcuni problemi, superati con gli accordi di Bruxelles, mentre grazie al principio della sussidiarieta', le Regioni oggi possono gestire il proprio patrimonio culturale ed artistico, mentre resta in capo allo Stato la tutela di questi beni. La Commissione Europea, comunque, non ha prestato grande interesse verso questi argomenti, privilegiando lo sviluppo e l'occupazione. Nell'attuale quadro legislativo comunitario, l'Italia ha ottenuto dalla UE che fosse previsto un "asse" dedicato interamente ai Beni Culturali. La Basilicata ha "sulla progettazione integrata" fondato i propri interventi; i progetti integrati territoriali sono costruiti con vari fondi che concorrono a definirli. Queste esperienze positive, i risultati ottenuti nel corso degli anni e le capacita' acquisite, nella gestione dei Fondi destinati al perseguimento dell'Obiettivo 1, consentono alla Regione Basilicata di porsi quale esempio per i Paesi che si apprestano ad entrare nell'Unione Europea. (L.T.)

Redazione Consiglio Informa

argomenti di interesse

Per visionare il contenuto è necessario installare Adobe Flash Player