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SPECIALE STATUTO
27 febbraio 2003
Continuano le audizioni in Commissione Speciale per la Riforma dello Statuto
(ACR) - In apertura dei lavori il Presidente della Commissione Speciale per la Riforma dello Statuto, Agatino Mancusi, ha sottolineato che la Carta costituzionale che si varerà dovrà tener conto di tutte le realtà operanti nel mondo del lavoro e appartenenti all'associazionismo lucano, raccogliendo idee e suggerimenti al fine di giungere a un risultato che soddisfi appieno e non "preconfezionato nelle stanze del potere". La bozza di Statuto è in continua evoluzione proprio perché tiene conto dei tanti suggerimenti che vengono dalla società e delle istanze dei politici presenti in Consiglio regionale. Appare pertanto opportuno indire, una volta terminata la compilazione, un'assemblea per presentare la Carta a coloro i quali hanno contribuito alla sua stesura prima che venga definitivamente approvata in Consiglio regionale. Mancusi ha anche precisato che si terrà conto dei suggerimenti se costituzionalmente compatibili, tant'è che due esperti costituzionalisti affiancano i commissari nel complesso lavoro di stesura. Per la Confartigianato presenti il Presidente , Geraldi, e i rappresentanti De Nicola, Stolfi, Capriglione, Antenori, Gerardi e Miele. Il Presidente, Geraldi, ha inteso ringraziare Mancusi per la decisione di sentire le organizzazioni sindacali per la compilazione di un documento di estrema importanza per la vita della regione. Secondo Geraldi, da quando le competenze sono state delegate alle regioni, i politici hanno dimostrato insensibilità, trascurando l'intero settore delle associazioni di categoria. Soprattutto per l'artigianato si sono palesate grosse difficoltà a causa dell'avvicendarsi di diversi Assessori regionali al ramo, il che non ha permesso l'instaurarsi di dialoghi produttivi tra l'associazione e le istituzioni. La Confartigianato, essendo una delle maggiori organizzazioni del settore per numero di iscritti, meriterebbe una maggiore attenzione, viceversa non è stata interpellata neanche in sede di approvazione della Legge Finanziaria e del Dapef. Secondo Mancusi l'idea innovativa da inserire nel nuovo Statuto regionale è quella che prevede che le associazioni di categoria "di un certo respiro costituiscono un organo consultivo che deve esprimere parere in fase di approvazione delle leggi finanziarie. In tale organo dovrebbero confluire i rappresentanti delle autonomie locali, delle autonomie funzionali e delle grandi associazioni del mondo imprenditoriale. Le decisioni definitive spetano ai rappresentanti politici, tuttavia il parere della Consulta, sia pure non vincolante, costituisce un primo, importante passo". Conciliare tutte le esigenze non sarà facile, ha spiegato Mancusi, anche perchè si dovrà stilare una Carta costituzionale che resti valida e attuale almeno per i prossimi vent'anni. Antenori, dal canto suo, è partito dal presupposto che il parere della Consulta dovrebbe essere vincolante per dare risultati concreti e si è detto certo che la volontà della Confartigianato è quella di far crescere la Basilicata. Molto positiva è la proposta di istituzione della Consulta, secondo Gerardi, purché questa sia chiamata a condividere le scelte legislative, invertendo la rotta che finora ha visto la chiamata delle associazioni di categoria solo per prendere visione di provvedimenti finanziari già "chiusi".A tale proposito, nel documento occorre prevedere "un ruolo istituzionale e di concertazione tecnica delle associazioni nella condivisione delle scelte legislative e di Governo". Altri elementi fondamentali per la redazione dello Statuto riguardano la valorizzazione del ruolo dell'artigianato nell'economia regionale e nell'occupazione, la promozione e la creazione di un ambiente favorevole alla competizione delle imprese artigiane nel sistema economico per fornire una risposta efficace alle sfide della globalizzazione dei mercati, il sostegno alle attività tipiche e tradizionali dell'artigianato artistico, soprattutto con l'istituzione di botteghe scuola e l'utilizzo di organismi di formazione di settore e l'affermazione del ruolo formativo e professionale del maestro artigiano. L'altro problema grave, che richiede una soluzione immediata, concerne la semplificazione degli oneri burocratici al fine di favorire la nascita, lo sviluppo e il sostegno di imprese artigiane. Essenziale sarà quindi l'attivazione di nuove forme di incentivazione in favore dell'artigianato, tenendo conto anche del fatto che in altre regioni italiane, come il Piemonte e la Toscana, questi principi sono già affermati. In Basilicata, ha concluso il rappresentante della Confartigianato, vi sono oltre dodici mila imprese artigiane che hanno diritto ad avere voce presso le Istituzioni. Le Istituzioni regionali, a parere del Presidente Geraldi, dovrebbero dimostrare maggiore sensibilità nei confronti degli artigiani, categoria che non carica di spese lo Stato come le grandi imprese. Prima di arrivare a momenti di frizione con i lavoratori del settore, sarebbe opportuno che la Regione mostrasse attenzione nei confronti dei loro problemi. Miele,dopo aver ribadito il concetto che vi è l'obbligo, per costruire una buona Carta costituzionale, di ascoltare i rappresentanti degli artigiani, ha affermato che grande importanza potrà rivestire la Consulta, soprattutto per dare risposte certe agli operatori che spesso, dopo essersi visti approvare finanziamenti previsti dai bandi, non hanno la sicurezza di riscuoterli in tempi brevi. La Carta, ancora, dovrà sancire il fatto che le risorse vanno ripartite sull'intero territorio e non, come avviene ora, solo in alcune aree, soprattutto tenendo conto che la Regione sta per uscire dall'Obiettivo Uno e presumibilmente i finanziamenti si ridurranno dopo il 2006. Quindi tempi certi, interlocutori certi e pari opportunità per tutto il territorio della Basilicata. Gli artigiani, ha aggiunto De Nicola, possono aprire le loro botteghe e fare da formatori, visti anche i pessimi risultati dei corsi di formazione regionali, peraltro quasi mai diretti al settore artigianato. Per Stolfi la convocazione dell'associazione in Commissione è positiva, purchè alle parole seguano i fatti. Il mondo dell'artigianato è un settore trainante per la regione e si potrebbe addirittura affermare che la disoccupazione era minore prima dell'apertura delle grandi fabbriche come la Fiat. Vi sono troppe disparità di trattamento tra i lavoratori dell'industria e quelli dell'artigianato. Per percepire i soldi della Cassa integrazione guadagni nel settore industria bastano poche settimane, all'artigiano occorre almeno un anno. "Il settore autotrasporto merci conto terzi che rappresento"- sono le testuali parole di Antenore - "ha bisogno di un ulteriore incontro con la Commissione". Si tratta di un settore delicato che incide particolarmente sul sistema economico regionale e che quindi, necessita di attenzione specifica. L'autotrasporto incide su diversi settori, dalla sicurezza stradale all'impatto ambientale, ed è importante considerare che a livello nazionale è stata istituita una Consulta di verifica. L'audizione della Confartigianato si è conclusa con l'assicurazione, da parte del Presidente della Commissione Mancusi, che sarà posta la massima attenzione per questo settore economico che rappresenta il futuro economico della Basilicata, regione in cui non esiste la cultura della catena di montaggio ed è, nel contempo, ricca di tradizioni e antichi mestieri. Per l'Ebab, l'Ente Bilaterale Artigianato di Basilicata, presenti il Presidente De Nicola, e i rappresentanti Gerardi, Galluzzi e Della Luna. A parere del Presidente De Nicola, è indispensabile che l'Ente bilaterale sia presente nello Statuto così come succede in altre regioni italiane. Questo Ente, presente sul territorio regionale da quasi sette anni, ha lavorato moltissimo ed è cresciuto. La sua bilateralità è data dal fatto che è composto sia dalle confederazioni degli artigiani sia dai rappresentanti sindacali della CGIL, CISL e UIL, rappresenta cioè sia le imprese che i loro collaboratori. Sono iscritte all'Ebab circa duemila imprese e l'Ente fornisce loro tutti i supporti che la Regione e lo Stato mette a disposizione. L'auspicio, ha aggiunto Della Luna, è che si tenga conto del ruolo prioritario che l'Ebab svolge in Basilicata, dove l'artigianato deve avere un posto di riguardo. Anche la finanziaria nazionale riconosce un importante ruolo agli Enti bilaterali, è quindi opportuno che la Basilicata faccia altrettanto. De Nicola ha anche ricordato che in più di una occasione l'Ebab si è sostituita egregiamente all'Ente Regione e allo Stato. Oltre che un diritto sarebbe dunque, una gratificazione avere voce in capitolo nella programmazione regionale. L'intento è di lavorare insieme per il bene dei lavoratori. Sicuramente nello Statuto si potrà affermare il ruolo che gli Enti bilaterali svolgono nella nostra società, ha affermato Gerardi, tenendo anche conto dell'importanza che la riforma del mercato del lavoro dà loro in materia di ammortizzatori sociali, di formazione, di apprendistato. Fondamentale è il ruolo bilaterale di questi Enti che permette loro di rappresentare sia le aziende, sia i lavoratori. Infine è auspicabile che nell'istituire la Consulta non si ripetano gli sbagli del passato, che non si crei, cioè, un organismo composto da un numero di membri troppo elevato. Sicuramente, è stata la risposta del Presidente Mancusi, nello Statuto si andranno a sancire i principi generali. Saranno le norme, emanate in un secondo momento, a entrare nello specifico di ogni questione. La programmazione regionale non dovrà più essere un atto riservato alla partecipazione di pochi. Per l'Unitalsi, Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali, presenti il Presidente, Satriano, e il socio Misuriello. Questa audizione è stata richiesta per un preciso motivo, ha spiegato Satriano: L'Unitalsi, in quanto associazione di volontariato, non è iscritta all'Albo regionale perché ha già il riconoscimento giuridico del Presidente della Repubblica. Questo però comporta la sua esclusione da qualsiasi attività messa in campo dalla Regione e dagli Enti locali, nonostante esista in Basilicata da vent'anni e in Italia da cento. I campi di azione dell'Unitalsi sono molteplici, vanno dall'accompagnamento dei disabili all'assistenza domiciliare, essa è di fatto un'associazione di grande rilevanza sociale. Pare ingiusto, ha continuato Satriano, che vengano coinvolte nelle iniziative associazioni con meno esperienza e che si reggono grazie alle convenzioni statali o regionali mentre l'Unitalsi, che si mantiene con fondi propri ed ha vasta esperienza, viene esclusa. Un esempio concreto: a breve inizieranno i lavori di ristrutturazione di una casa donata all'Ente per renderla idonea ad accogliere i disabili e c'è il rischio che venga negata l'autorizzazione in quanto l'associazione, come detto in precedenza, non può accedere all'iscrizione all'Albo regionale. Altro punto irrinunciabile è che nello Statuto si riconosca la dignità umana e sociale di chi soffre, evitando la ghettizzazione e l'assistenzialismo e riconoscendo il diritto a una migliore qualità della vita. Infine, ha concluso Satriano, l'Unitalsi chiede di essere resa partecipe dei lavori della Commissione regionale per il volontariato che al momento raggruppa soltanto organizzazioni iscritte al registro regionale. Riguardo al riconoscimento della dignità umana e sociale per chi soffre, il Presidente Mancusi ha assicurato che il principio è già contenuto nello Statuto. Ha poi aggiunto che prenderà in esame il problema sollevato riguardo il riconoscimento dell'associazione, a prescindere dall'iscrizione all'Albo regionale. Audito anche il rettore dell'Universita' degli Studi della Basilicata, Lelj Garolla Di Bard. Presente Motta in rappresentanza degli studenti. Il motivo di questo incontro, ha esordito il Presidente Mancusi, è legato al fatto che l'Università fa parte delle autonomie funzionali della Regione. E' quindi necessario studiare come queste autonomie si debbano raccordare nella Carta costituzionale, dal momento che è indispensabile che partecipino alla vita della regione. L'Università deve integrarsi con il territorio regionale perché i due soggetti hanno bisogno l'uno dell'altro per crescere. Secondo il Magnifico Rettore, Lelj Garolla Di Bard, nella formulazione definitiva dello Statuto l'Università dovrebbe rivestire un ruolo più centrale anche se, prima ancora, va fatta una riflessione su che cosa si vuole investire, dal punto di vista politico, in termini di formazione avanzata. Capire, cioè, se la formazione avanzata, di tipo universitario per essere chiari, debba essere a carico dei singoli o della collettività. Capire in che misura il ruolo del Governo regionale ha un comportamento sussidiario rispetto al Governo centrale che, come è noto, è al centro di ampie contestazioni da parte dei Rettori italiani per la sua linea d'azione. In definitiva, il ruolo che l'Università deve rivestire all'interno dello Statuto è legato al rapporto che c'è tra lo Stato e la Regione e all'interpretazione che si darà in merito a chi debba farsi carico dell'istruzione superiore. Dalla soluzione di questo nodo scaturirà l'impostazione della nuova Carta statutaria. L'idea che raccoglie maggiori consensi nel mondo universitario è che, in un Paese come l'Italia che dal punto di vista della formazione universitaria, soprattutto al Sud, è debole ed è economicamente fragile, è impossibile pensare di far pesare questi costi interamente sui cittadini. Forse questa soluzione può funzionare in Paesi in cui le ricchezze sono distribuite diversamente e il cui tessuto industriale è più forte. Diversamente si deve ricorrere ad altri meccanismi come, ad esempio, la selezione basata sulla meritocrazia dando, a chi merita, supporti economici. E' impensabile scaricare interamente sulle famiglie il peso dell'istruzione universitaria perché così facendo si rischia di allontanare le menti migliori, favorendo solo alcune zone del Paese che beneficierebbero delle ricadute che l'istruzione e le attività universitarie producono, anche se a lungo termine. Proprio perché i benefici non si possono cogliere nell'arco di pochi anni, quello del ruolo dell'Università è un problema di natura politica. Nella redazione dello Statuto si dovrà fare un'analisi di questo tipo, tenendo conto che i risultati dell'investimento in questo campo si vedranno solo dopo diversi anni. L'intenzione, è stata l'affermazione di Mancusi, sarebbe quella di affermare che il Consiglio regionale è formato anche dal Consiglio delle Autonomie locali e funzionali perché si pensa che la politica programmatoria debba essere la sintesi dell'apporto di tutte queste realtà. Ora è il momento di decidere quale ruolo dare a queste autonomie, se consultivo o di concertazione, ma resta il fatto che esse non possono restare escluse. Oggi, seppure a piccoli passi, si deve iniziare a dare cittadinanza nella Carta statutaria a queste autonomie. Si deve prevedere un coinvolgimento dell'Università nelle istituzioni di programmazione economica e, andando avanti, si dovrà decidere se e cosa delegare agli enti locali e alle autonomie e che ruolo dovranno avere a livello decisionale. Per cominciare le deleghe vanno date a seconda delle competenze di ogni Ente, ha affermato il Magnifico Rettore. Il compito dell'Università è quello di formare persone con un'istruzione elevata, di alta formazione e professionalità e questo compito si svolge sia tramite le attività di ricerca sia con l'insegnamento. Nella didattica, ha spiegato, c'è il confronto con lo studente, lo si fa crescere sia dal punto di vista delle conoscenze che della metodologia critica rispetto alle conoscenze che acquisisce. Nell'Università si deve garantire un livello di accrescimento della conoscenza che si deve confrontare a livello internazionale per garantire che la ricaduta dell'insegnamento sia tale da mantenere standard qualitativi validi in ogni parte del mondo. Chiunque lavori in Università di buon livello deve confrontarsi con questi orizzonti perché è questa la garanzia di qualità per l'Ateneo. Quello che si deve chiedere ad una Università è che formi persone che abbiano un orizzonte vasto, in modo da garantire al territorio in cui operano una qualità internazionale, altrimenti si formeranno persone incapaci di confrontarsi con il mercato globale. Attualmente, ha proseguito il Magnifico Rettore, le risorse arrivano dallo Stato, ma in ogni caso i giovani che frequentano l'Università della Basilicata vengono formati su orizzonti internazionali, tanto è vero che si propongono con successo all'estero. Questo accade perché il "prodotto", cioè lo studente, è di tale qualità da potersi collocare sul mercato internazionale. Questo "orizzonte internazionale", nella stesura dello Statuto, deve essere mantenuto con chiarezza per non svilire il livello della formazione. Il confronto con altre Università di tutto il mondo è importante per arrivare ad una unitarietà di comportamenti. L'Università di Basilicata deve raggiungere questo riferimento. In altre regioni, dove esistono più sedi universitarie, il confronto e quindi la crescita sono facilitati. In Basilicata, mancando il confronto con strutture equivalenti, tutto diventa più complesso. Anche gli studenti vogliono capire cosa fa il mondo della politica per l'Università, ha esordito Motta. La proposta dei rappresentanti degli studenti è che lo Statuto dedichi un intero articolo al ruolo dell'Università nel territorio regionale, estrapolandola dall'art.53 laddove si citano anche le associazioni, le Fondazioni bancarie e altri organismi. In questo articolo si dovrebbe parlare del rapporto che l'Università deve avere con il territorio e della formazione che ogni individuo deve avere a partire dalla scuola elementare fino ad arrivare al mondo del lavoro. Oggi manca l'ultimo tassello di questo percorso, il passaggio, appunto, dall'Università al mondo del lavoro. Crearlo è compito della politica. Altro punto da affrontare è il rapporto che l'Università della Basilicata può avere con gli altri Atenei italiani. Questo rapporto, ha continuato Motta, deve essere di collaborazione, come già avviene in alcuni casi, per evitare che altre università, in nome dell'autonomia, organizzino seminari e incontri nel territorio regionale senza coinvolgere l'Ateneo lucano. Nell'articolo in cui si parla di ricerca l'Università non è menzionata, eppure non bisogna dimenticare che questa, oltre ad essere un ente formativo, è una struttura che fa ricerca. La Regione deve mettere al centro della sua programmazione politica ed economica l'Università come massimo ente di ricerca e formazione didattica. Solo così si favoriranno gli studenti. Ultimo punto su cui gli studenti attendono risposta dai politici è la decisione sull'istituzione di nuovi corsi di laurea e sulle intenzioni della Regione di investire in questo campo. Audita infine la Presidente della Confcooperative di Basilicata, Wilma Mazzocco. Ha sottolineato che la Regione Basilicata è stata la più attenta nel recepire nella nuova bozza di Statuto l'art.45 della Costituzione che si occupa specificatamente di cooperazione. Gli uffici da lei rappresentati, ha comunicato, hanno analizzato attentamente lo Statuto e presenteranno proposte e suggerimenti in un documento che sarà consegnato al Presidente Mancusi. (D.T.)