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A POTENZA LA PRIMA NAZIONALE DEL FILM 'IO NON HO PAURA'
13 marzo 2003
Il regista Salvatores e i piccoli protagonisti lucani presenti alla proiezione
(ACR) - Presso il Cinema Due Torri di Potenza, domani venerdì 14 marzo, alle ore 21, sarà proiettato il film di Gabriele Salvatores "Io non ho paura" alla presenza del regista e dei piccoli protagonisti lucani La prima nazionale, voluta fortemente dal presidente della provincia di Potenza, Vito Santarsiero, insieme alla mostra fotografica del Backstage del film, inaugurano la stagione degli eventi del 2003 del Polo della Cultura della Provincia di Potenza. "Abbiamo seguito – ha detto il presidente Santarsiero – fin dall'inizio le tappe dell'avventura lucana di Gabriele Salvatores che muoveva i primi passi intorno ad un'immagine: quelle enormi distese di grano, sterminate, bionde come l'oro e ricche come nessuno era riuscito a cogliere. In ciò la grande intuizione oltre la storia, oltre il grande schermo, oltre lo stesso film che il regista si apprestava a girare in questa terra. Una terra – continua Santarsiero – con grandi risorse, grandi potenzialità ed una grande identità ancora tutta da scoprire". Il film, tratto dall'omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti, prende il via proprio dall'immagine delle grandi distese giallo oro del grano, in quelle terre assolate e magiche della zona di San Leonardo, vicino alla città federiciana di Melfi. Ed è tra le spighe alte della campagna del sud, nell'estate torrida del 1978, che un bimbo di 9 anni, Michele Arbitrano (interpretato da Giuseppe Cristiano, di Melfi) scopre un segreto pauroso: in un buco è nascosto Filippo (Mattia Di Pierro, di Rionero in Vulture), che è stato rapito e i suoi guardiani sono i genitori di Michele. I due bambini diventeranno amici, ma il segreto del loro legame verrà scoperto e a risolvere tutto ci penserà il bravo Diego Abatantuono, nel film un "balordo" complice dei sequestratori. Salvatores, con questa storia forte che suggerisce diversi significati, porta sul grande schermo piccoli protagonisti che hanno incantato il pubblico per l'innocente semplicità delle loro interpretazioni. "I bambini sono tutti piccoli Buddha – afferma il regista – hanno dentro tutte le emozioni, basta parlare loro con onestà e verità per far emergere sentimenti e stati d'animo. Siamo poi noi adulti che li roviniamo. Da tempo cercavo un filtro per raccontare la realtà senza scivolare nel realismo o nella commedia – continua Salvatores – e non potevo trovare filtro migliore dello sguardo di un bambino". E sono stati proprio i nostri piccoli lucani ad incantare l'affermato regista che ha girato il film nelle assolate campagne della Basilicata, "terra spesso dimenticata, dove resistono le suggestioni del mondo poetico contadino". Uno dei piccoli interpreti, Mattia Di Pierro, racconta con un espressione ed un'emozionalità che hanno conquistato i critici e i giornalisti presenti al 53° Festival del Cinema di Berlino, la sua esperienza cinematografica. "Io all'inizio mi sentivo molto a disagio chiuso in quel buco pieno di insetti, – racconta il piccolo Mattia - c'erano anche i lombrichi. Poi mi sono fatto un'idea del buco come se fosse la tristezza, quando uno si sente triste si chiude dentro se stesso, come in un buco, e allora è andata meglio". E' come se il film ci trasmettesse un messaggio, un monito, per i bambini e forse anche, o soprattutto, per gli adulti: a saper superare le insidie di tutti i giorni e non lasciarsi catturare dal buio, inteso come difficoltà. Come afferma Salvatores "si deve essere in grado di guardare dentro i buchi nascosti e all'occorrenza, non aver paura di disobbedire quando si sente che non è giusto obbedire". Il problema – afferma il regista – è che la società italiana di oggi sembra non voler disobbedire anche quando sarebbe giusto, non esprime contrasti e sembra immersa in una inerte uniformità. (R.N.)