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RIASSETTO DEL SISTEMA RADIOTELEVISIVO. L'UDEUR VOTA CONTRO
07 aprile 2003
Le ragioni del 'no' nella dichiarazione di voto dell’on. Antonio Potenza
(ACR) - "Non è sfuggito a nessuno il fatto che sia andato a vuoto il tentativo della maggioranza di far passare per innovativo un provvedimento legislativo sul quale, proprio i soggetti interessati da una riforma evocata da anni, hanno espresso i loro giudizi negativi". E' quanto ha dichiarato l'on. Antonio Potenza durante il dibattito alla Camera. A parere del parlamentare dell'Udeur, basta leggere il disegno di legge di riforma per verificare che il Ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, ha proposto di far entrare nel settore i grandi monopolisti della telefonia, le grandi testate giornalistiche di proprietà dei magnati dell'industria italiana, i cinematografari e i proprietari dell'industria discografica. Risultano fondate, dunque, le preoccupazioni espresse dalle maggiori associazioni libere delle radio ed emittenti televisive italiane, secondo le quali i dischi e i film potranno andare in onda solo su radio e tv che faranno capo a grandi società discografiche e cinematografiche. Ed è, in sostanza, ciò che già accade nel mercato della distribuzione delle opere cinematografiche perché – afferma l'on. lucano – Rai e Mediaset hanno acquistato i diritti dei film con clausole di "esclusiva" per dieci e più anni. Fa anche discutere la recente iniziativa del Ministero delle Finanze di elaborare "studi di settore" per l'emittenza locale. "Indagine poco ortodossa – secondo l'on. Potenza – perché quale indagine si può svolgere su un settore che complessivamente tocca solo il 7,9% del paniere pubblicitario? Di queste azioni svolte nei confronti dell'emittenza locale, qualcuno dovrà risponderne". Sul versante delle libertà costituzionali di comunicazione e d'informazionem desta ancora più preoccupazione la politica di accentramento dei mezzi di comunicazione ipotizzato dal disegno di legge Gasparri. L'auspicio è che il Ministro delle Comunicazioni non si faccia condizionare dalle lobby di settore. Una scelta condivisibile, invece, appare l'introduzione di misure finalizzate ad incentivare la produzione audiovisiva destinata ai minori, scelta che contribuirà a favorire la tutela dei minori in materia e ad incentivare le TV locali a miglioraree la qualità delle trasmissioni televisive destinate alla fascia protetta. Tutt'altro discorso merita la questione dell'emittenza locale nel disegno di legge di riforma."L'emittenza locale viene spazzata via - prosegue - l'on. Potenza – cancellata o assoggettata, se vediamo poi anche le parti relative all'acquisizione di concessioni o alla trasformazione da emittenza locale in nazionale". Si è trattato di un tentativo a favore di Rete 4, tentativo sventato dal centro-sinistra, così come si avverte il pesante condizionamento della Rai TV per la quale non si intravede una reale volontà di regionalizzazione o di rafforzamento del sistema pubblico a livello locale. In definitiva, la riforma del sistema radiotelevisivo - secondo il deputato lucano – è una "riforma che non riforma più nulla". (C.S.)