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IL FENOMENO DELL'IMMIGRAZIONE IN BASILICATA

11 giugno 2003

Un operatore sociale ne evidenzia le problematiche

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(ACR) - I movimenti migratori hanno interessato da sempre l'intero pianeta, muovendosi spesso su direttrici articolate e complesse. Negli ultimi anni si è verificato nel sud Italia, un rapido mutamento da realtà fortemente tributaria in accogliente. Una situazione di non facile gestione per gli Enti preposti all'accoglienza, spesso impreparati a "governare" fenomeni migratori di così grande portata. Nelle aree agricole a colture intensive la presenza degli extracomunitari è esplosa ponendosi immediatamente in concorrenza ed in sostituzione con le vecchie forme di capolarato. Il fenomeno è stato dapprima ignorato, dopo sottovalutato ed infine, quando è dilagato muovendosi al di fuori di ogni controllo, è stato enfatizzato. E' nato così un concatenarsi di situazioni emergenziali che hanno immobilizzato buona parte delle energie disponibili, sollecitando un quadro legislativo che anche quando aveva la pretesa di impiantarsi su solide basi, soprattutto nella attuazione pratica, fungeva quasi sempre soltanto da sanatoria. Abbiamo chiesto al coordinatore del Centro immigrati, profughi e rifugiati del Comune di Potenza "Città dei colori", Mimmo Guaragna, come si presenta il quadro dell'immigrazione in Basilicata. Secondo il coordinatore del Centro, nella nostra regione la maggior parte dei migranti si sono assestati, svolgono un lavoro più o meno continuativo, stanno operando ricongiungimenti familiari e, in alcuni casi, si sono sposati con nativi La Basilicata, prosegue Guaragna, a differenza delle altre regioni meridionali non ha subito in maniera drammatica l'emergenza immigrazione per diversi fattori, molti dei quali sono individuabili nella scarsità demografica, nell'assenza di consistenti aree urbane, nella ridotta presenza di organizzazioni di stampo mafioso. Se si sono registrati episodi di emergenza, continua il rappresentante della "Città dei colori", questi si sono manifestati in maniera saltuaria e circoscritta. La presenza di extracomunitari nella nostra regione non ha causato traumi, e quando è emersa qualche difficoltà essa è stata indotta e pilotata da dinamiche extraregionali. Con Guaragna ci siamo soffermati sul tipo di collocazione che ha trovato in Basilicata la forza lavoro extracomunitaria Nelle zone che in passato hanno interessato il caporalato in agricoltura – ci ha risposto - la forza lavoro extracomunitaria ha trovato condizioni predeterminate che hanno favorito la sua collocazione, ma anche in questo caso, in linea di massima, è prevalso un tacito accordo tra le parti che ha evitato forme di degenerazione ingestibili. Un altro canale in via di espansione è il settore dalla collaborazione domestica e dell'assistenza agli anziani. Dove è difficile, invece, avere a disposizione dati che in una certa misura rispondano alla realtà a causa dell'estrema mobilità ed al dilagare del lavoro nero è nel settore dell'edilizia. I microopifici – dichiara Guaragna - a bassissima intensità di capitale fisso e spesso con consistente forza lavoro dovrebbero essere oggetto di indagine. Al momento non disponiamo di alcuna indicazione ma, anche se attualmente il fenomeno non è sempre evidente, date le linee di tendenza in altre aree limitrofe potrebbero presto manifestarsi anche in Basilicata. Gli abbiamo chiesto quali sono le provenienze della maggior parte del flusso migratorio. Le direttrici fondamentali – ha affermato - partono dall'est europeo e dall'America latina, mentre riteniamo inferiore alla media nazionale la presenza filippina e cingalese. Sulla richiesta di fornire un'opinione sull'integrazione dei tanti lavoratori provenienti da ogni parte del mondo, Guaragna è stato lapidario. L'equazione immigrato uguale emarginati l'abbiamo costruita con il nostro strabismo. Una visione angusta che danneggia soprattutto i tanti immigrati che a diversi livelli e con tanto impegno si stanno integrando nel nostro Paese. La nostra ambizione è quella di una società "aperta", pronta ad accogliere gli immigrati e, soprattutto, renderli integrati. (M.Z.)

Redazione Consiglio Informa

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