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I FIGLI DEI LUCANI ALL'ESTERO A LEZIONE DI STORIA
03 luglio 2003
"Dalla Lucania alla Basilicata: territorio, istituzioni, società"
(ACR) - Quella della doppia denominazione regionale è una questione che ha infuocato, qualche anno fa, con un vera e propria querelle, il dibattito politico-istituzionale locale e che, oggi è approdata nelle aule universitarie. Una intera lezione di un seminario, tenuta dal docente dell'università della Basilicata, il professore Lerra, per spiegare le ragioni di quello che potrebbe apparire, a prima vista, un tema di scarso interesse. Ha assistito piacevolmente e con interesse al seminario una platea, un po' diversa, costituita da 60 giovani, figli degli emigrati lucani all'estero. I ragazzi sono a Potenza per iniziativa della Commissione dei lucani all'estero del Consiglio Regionale della Basilicata, in sinergia con l'Università, con l'intento di riallacciare i rapporti tra i numerosi emigrati lucani sparsi in tutto il mondo e per far conoscere ai loro discendenti la terra d'origine dalla quale i loro genitori si sono dovuti, per le motivazioni più disparate, sradicare. Partendo dalla questione della denominazione regionale, il professore Lerra, ha inteso dare alcune coordinate generali di inquadramento della regione Basilicata, terra straordinariamente ricca di suggestioni geografiche e culturali che i giovani ospiti avranno modo di conoscere, visitare e apprezzare nel corso delle tre settimane di studio. La realtà geografica, storica e culturale della Basilicata odierna è- come affermato dal docente- profondamente diversa da quella della Lucania del V° e IV° secolo a.C.: un'area multi etnica ove si sono insediate numerose popolazioni (greci e romani a partire dall'VIII secolo) e succedute molteplici dominazioni (bizantini, normanne, aragonese, borboniche). I confini geo-politici, inoltre, non sono stati sempre gli stessi; le carte geografiche dell'antica Lucania mostrano come il territorio della regione fosse notevolmente più ampio rispetto a quello attuale, in quanto, sul versante occidentale, comprendeva gran parte del Cilento, fino al fiume Sele, e parte della zona Campana alle porte di Napoli. D'altro canto, però - ha specificato Lerra - la Lucania di allora non includeva le zone più produttive di oggi: l'area del materano ad est del Bradano e quella del Vulture-melfese. Inoltre, centri come Vietri di Potenza, Balvano, Brienza e Santangelo le Fratte, appartenevano alla Provincia di Salerno. Solo a partire dal XII° secolo, con la dominazione normanna, si hanno i primi documenti attestanti la denominazione del territorio di Basilicata che deriva da "Basileus" e sta ad intendere la terra dell'imperatore. Per circa un millennio, quindi, fino ad oggi, il contesto geofisico e amministrativo di riferimento è quello della Provincia di Basilicata: la terza provincia tra quelle del Regno di Napoli che soltanto nel 1663 riuscì ad ottenere un proprio governo statale e giurisdizionale autonomo e disgiunto dalla Regia udienza della Provincia di Salerno. Prima di quest'epoca, infatti, l'imponente presenza feudale e clericale faceva da freno all'insediamento di un governo centrale tanto che per circa un ventennio la Regia udienza "vagabondò" da Stigliano a Tolve e da Pignola a Potenza. L'odierno capoluogo di regione, tuttavia, non è stato tale sin dall'origine; solo nel 1806, a seguito di una decisione presa a tavolino, si scelse di spostare la regia udienza con i relativi poteri amministrativi da Matera a Potenza. Come ha evidenziato lo storico lucano - Potenza si costituiva di un mucchio di casupole ad un piano di proprietà della Chiesa, e non si poteva paragonare a Matera, città già ben strutturata e maggiormente idonea ad espletare le attività di governo. Probabilmente le ragioni del "trasloco" che accese la miccia all'annoso conflitto tra le due città, deve essere rintracciato nella motivazione che Potenza risultava, rispetto a Matera, più centrale vicina a Napoli e perché, prima dell'infuocato decennio francese (1806-15), nel 1799 si era distinta tra le municipalità italiane nella rivolta anti-borbonica per la nascita della Repubblica. Questi cenni brevi e circoscritti di storia lucana hanno appassionato i giovani stranieri che, tuttavia, si sono sentiti a loro agio in virtù del particolare legame che intercorre tra loro stessi e le radici proprie dei genitori. I ragazzi avranno la possibilità di approfondire la conoscenza del territorio con numerose escursioni e migliorare l'uso della lingua italiana attraverso le lezioni di lingua e cultura italiana tenute dai docenti dell'Ateneo lucano. Sono in programma, infatti, anche nei prossimi giorni, fino al termine della vacanza-studio dei ragazzi, incontri-seminario inerenti alle tradizioni popolari e etno musicali lucane. (L.L)