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'L'EUROPA DEI BAMBINI: LE BUONE PRASSI CONTRO LE VIOLENZE'
18 ottobre 2003
(ACR) - Quando si parla di abusi e di violenze di qualsiasi sorta esse siano, la maggior parte delle persone tendono a costruire, nel proprio inconscio, delle barriere invisibili ma robuste che proteggano dall'inquietudine che queste realtà così spaventose provocano. La motivazione di fondo è intrinsecamente connessa alla problematica stessa, troppo delicata e di difficile lettura. Come accade per tutte le cose di cui si teme, la reazione più immediata è quella del rifiuto, del rigetto; si passa oltre, aggirando la situazione preferendo ignorarla, insabbiarla nelle melmose sabbie mobili della propria coscienza.La tematica della pedofilia, un fenomeno orribile ed in continuo sviluppo nella società odierna, è stata discussa nell'incontro tenutosi a Potenza nella sala consiliare della Provincia. Il meeting, promosso dall'IREFORR (Istituto regionale per la formazione e la ricerca) ed al quale hanno partecipato numerosi professionisti che si occupano direttamente delle problematiche degli abusi sui minori, è stato occasione per promuovere una riflessione profonda e pragmatica sulla questione di cui si sono delineati i diversi aspetti e le diverse dimensioni assunte dal fenomeno, sia su scala regionale che nazionale. Erano presenti il presidente dell'ordine dei giornalisti di Basilicata, Oreste Lopomo, in qualità di moderatore, l'assessore ai servizi sociali della Provincia, Giovanni Filizzola, Massimo D'Andrea rappresentante dell'Istituto per la formazione e la ricerca, Marcella Avena responsabile dei servizi socio-assistenziali, Assunta Basentini psicologa del tribunale dei minori di Potenza. Sono intervenuti inoltre Maria De Felice e Maria Vittoria Schiavo in qualità di psicologhe operanti presso l'azienda ospedaliera del San Carlo a Potenza, Masssimo De Felice coordinatore dell'IREFOR, Emiliano Mistrulli e Lucio Setola in rappresentanza della magistratura e Francesco Rubino, docente dell'Università degli Studi di Napoli. Si è parlato, in particolare, di responsabilizzazione, dell'importanza di una presa di coscienza del problema e della maniera di poter scalfire il muro di reticenza che rilega il fenomeno nel sommerso. "E' compito delle istituzioni - ha evidenziato Filizzola - seguire con attenzione questo delicato ambito poiché tutti devono essere consapevoli che i bambini sono la risorsa e gli uomini del futuro. L'infanzia violata ed offesa ci mette alla prova." Intervenire con consapevolezza e competenza, infatti, non è cosa semplice che si possa improvvisare. E' necessario principalmente, come ha sottolineato Basentini, la concertazione e la programmazione di un team costituito da diverse specificità professionali ed umane. "Gestire questo genere di problematiche richiede competenze adeguate e differenziate, costruite e monitorate nel tempo intorno al caso individuale del minore che è vittima dell'abuso. Servono essenzialmente persone con sensibilità, capaci di mettersi in gioco e in ascolto". Sentire, difatti, non equivale ad ascoltare perché bisogna entrare nel cuore del bambino che ha subito un devastante affronto, non solo fisico ma soprattutto psicologico che, nella maggior parte dei casi, è indelebile e condiziona il prosieguo della sua esistenza. C'è, allora, bisogno di prevenzione e di progetti capaci di contrastare il problema. Compito degli operatori a partire dai pediatri, gli psicologi, i legali, le forze dell'ordine, dalla scuola dalle istituzioni in generale, deve essere rivolto alla terapia per limitare e recuperare gli effetti del trauma subito. A livello prettamente giuridico, si è parlato di "buone prassi", ovvero degli interventi adeguati da mettere in atto contro le violenze. Come ha chiarito il sostituto procuratore di Potenza, Setola, fino a qualche tempo fa, nella realtà locale della Basilicata, il fenomeno era, ingannevolmente, ritenuto inesistente. Setola, poi, ha fatto riferimento alla casistica, stilata dal Tribunale di Potenza, dalla quale emerge una situazione piuttosto stabile ma con alcune variabili per quanto concerne la denuncia dei casi registrati dal 1999 ad oggi. "La situazione - ha riferito - nella nostra regione non è idilliaca, anzi è piuttosto preoccupante. La cosa più triste che caratterizza i casi di pedofilia è che il fanciullo è ridotto ad un mero oggetto, verso cui non si ha il minimo rispetto". La risposta più adeguata deve, dunque, partire dal confronto e dal dialogo costante tra gli enti di educazione come la scuola e gli organi politico- istituzionali. In questa direzione si è, appunto, mossa la Provincia che ha avviato, insieme all'IREFOR, un progetto di durata biennale per fotografare la situazione della pedofilia a livello regionale al fine di opporre azioni di contrasto al fenomeno. Il progetto internazionale DAPHNE, "React together" fa parte di un'iniziativa dell'Unione Europea promossa dall'associazione francese "La Voix de l'enfant" che ha sede a Parigi alla quale aderiscono anche l'Italia, la Spagna e la Grecia. La Provincia di Potenza, insieme all'Abruzzo e la Liguria, è divenuta partner nazionale ed intende, attraverso l'istituzione di un "database", capace di fornire un quadro completo dei casi di pedofilia e, conseguentemente, favorire la creazione di reti di servizi sociali rivolti ad arginare questo tragico fenomeno. (L.L.)