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"IMMIGRAZIONE, TEORIE ECONOMICHE E FATTI STILIZZATI NELLA PROVINCIA DI POTENZA"
03 novembre 2003
L’argomento della tesi di laurea in “Scienze Politiche” di Annalisa Romeo
(ACR) - Fenomeno che ha investito e investe tutti gli Stati dell'Unione Europea, è soprattutto in Italia che, a partire dalla prima metà degli anni ottanta, emerge in maniera consistente: da Paese, per lunga tradizione esportatore di forza lavoro, a destinatario finale o di transito di forti flussi migratori. Le Nazioni Unite stimano che il movimento complessivo riguardi più di sessanta milioni di individui, pari all'1,2 per cento della popolazione mondiale. Proprio i mutati scenari hanno spinto Annalisa Romeo ad analizzare la problematica nei Paesi di nuova migrazione e farne oggetto in "Immigrazione, teorie economiche e fatti stilizzati nella provincia di Potenza" argomento della tesi di laurea in Economia del Lavoro, discussa presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Istituto Universitario Orientale di Napoli nell'anno accademico 2001/2002. Nella ricerca, frutto di uno studio approfondito delle fonti, essenzialmente americane e tedesche in quanto nazioni in passato maggiormente coinvolti dal fenomeno, sono analizzate le molteplici variabili. Determinata in passato da motivazioni di stretto ordine economico, nell'immigrazione attuale si rilevano anche fattori socio-culturali, psicologici e politici. Dal punto di vista metodologico lo studio è stato condotto a livello macroeconomico, attraverso l'utilizzo di dati statistici, al fine di definire i movimenti tra aree geografiche e gli aggregrati della popolazione, e a carattere microeconomico con l'attenzione rivolta alle scelte operate da singoli o da interi nuclei familiari. E questo sulla base di diverse teorie e modelli, da quello di Harris e Todaro del 1969 fino al Modello Multi-generazionale di Epstein-Lecker del marzo 2001. Oltre alle strategie di portafoglio, le rimesse dell'emigrato e il fenomeno dell'emigrazione di ritorno e di repeat migration (modelli Stark-Galor e quello di Dustmann), sono stati analizzati i flussi migratori e le politiche adottate nei vari Paesi, da quelli di migrazione tradizionale (Canada, Nuova Zelanda, Australia e Stati Uniti) ai Paesi di immigrazione post coloniale (Austria, Germania, Olanda, Svezia, Svizzera e Regno Unito), fino a quelli di nuova immigrazione (Italia, Spagna e Irlanda). Sbocco di un enorme flusso migratorio sia per le sue caratteristiche geografiche che economico-politiche, la Romeo sottolinea come in Italia si sia e si stia cercando di arginare questo enorme problema politico, finanziario e sociale con varie leggi tese a regolamentare e regolarizzare la presenza degli immigrati, non riuscendo, però, a risolvere in maniera efficiente il problema, le cui cause sono da ricercarsi, soprattutto, nell'assenza a livello comunitario di una politica di gestione comune dovuta ai diversi interessi politico-economici. La Romeo ha incentrato la sua attenzione sull'analisi del fenomeno anche in Basilicata, precisamente nella provincia di Potenza, attraverso un' intervista all'Ispettore di polizia dell'Ufficio stranieri del Capoluogo di Regione e l'utilizzo di un questionario, in forma rigorosamente anonima, rivolto a un campione di immigrati. La scelta della Basilicata – è evidenziato nella parte finale - non è casuale, ma è determinata principalmente da fattori geografici. La regione è situata, infatti, nel cuore del Meridione, a confine con la Puglia (area di sbarco di forti flussi migratori), a economia prevalentemente agricola, con una percentuale tra abitanti e territorio per chilometro quadrato molto bassa e con condizioni climatiche e territoriali affini alle aree di provenienza, specie con i Paesi dell'Est Europa, tra cui l'Albania. Il fenomeno, in continuo aumento, riguarda sempre più interi nuclei familiari e assume sempre più forma permanente. L'immigrato trova occupazione in quei settori abbandonati quasi del tutto dalla forza lavoro lucana tra i quali quello della raccolta di pomodori, un tempo effettuata da contadini lucani provenienti da diverse aree territoriali, oggi solo da extracomunitari. Dal punto di vista socio-economico il lavoratore straniero non rappresenta un elemento di disturbo, anzi è un fattore di crescita soprattutto nel comparto agricolo e zootecnico, settori tradizionali dell'economia lucana, che senza questa forza lavoro avrebbero risentito di un forte calo di manodopera. Finalità precipua del lavoro di Annalisa Romeo è quella di sensibilizzare le istituzioni regionali ad affrontare questa problematica cercando di organizzare, salvaguardare e gestire questa nuova forza lavoro. Al fine di elaborare un'adeguata politica in questa direzione, è necessario conoscere in maniera approfondita questa nuova realtà attraverso ulteriori indagini statistico-conoscitive che consentano di monitorare costantemente il fenomeno per tenerlo sotto controllo ed elaborare, di conseguenza, adeguate strategie. (L.S.)