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UNICA IN ITALIA LA MELANZANA DI ROTONDA

02 febbraio 2004

© 2013 - melanzana_di_rotonda.jpg

© 2013 - melanzana_di_rotonda.jpg

(ACR) - Il colore rosso intenso, la forma tondeggiante, il sapore decisamente amarognolo, le dimensioni piuttosto contenute. Sembra un invitante pomodoro. Invece, è una melanzana. La melanzana rossa o «merlingiana a pummadora», uno dei prodotti tipici più particolari prodotti nell'area del Parco del Pollino. E più precisamente a Rotonda, dove cresceva - sino a qualche tempo fa - unica in Italia. Il suo ecotipo denominato "Solanum Aethiopicum" è, infatti, di origine africana o meglio di provenienza etiopica e si racconta sia stato importato proprio a Rotonda da alcuni soldati di ritorna dalla guerra d'Eritrea alla fine dell'Ottocento. Sconosciuta in altre regioni d'Italia nel tempo è diventata uno dei prodotti maggioramente coltivati negli orti del paesino del Lagonegrese. Grazie al lavoro di alcuni ricercatori che l'hanno resa «famosa» trasformandola in una dei prodotti tipici dell'area. E soprattutto in uno degli ecotipi più importanti tra i 100 tipi di melanzane di origine africana che esistono al mondo. Un ortaggio unico grazie anche ad alcune sue caratteristiche a cominciare dal fatto che se la si taglia non si ossida (a differenza delle comuni melanzane di colore viola intenso). Le sue caratteristiche sono, inoltre: la resistenza alle condizioni climatiche anche avverse, il sapore amarognolo - piccante, il dato che un'unica pianta possa arrivare a produrre anche cinque chilogrammi di frutto, e soprattutto, il gusto che si esalta solo mettendola sott'olio. Insomma, un prodotto unico che potrebbe rappresentare un «investimento vantaggioso» per gli agricoltori di Rotonda. Già, perché la melanzana rossa è diventata oggetto di un progetto che l'Alsia (l'Azienda per lo sviluppo e l'innovazione in agricoltura) sta portando avanti nel Lagonegrese nell'ambito della filiera dell'ortofrutta. L'obiettivo è quello di farla conoscere e di trasformare l'ortaggio da prodotto di nicchia a prodotto di lancio. Ossia di renderla commerciabile sui mercati nazionali e non. Ed in questo senso si sono mossi circa ottanta agricoltori della zona che prima si sono riuniti in associazione di produttori. Poi, hanno deciso di aderire al progetto dell' azienda agricola dell'Alsia di Rotonda stabilendo di coltivare tutte le melanzane secondo un disciplinare previsto dalla stessa agenzia (che prevede principalmente la coltivazione biologica). Tutto ciò ha consentito loro di ottenere il marchio del «Pollino». Il prodotto coltivato è stato affidato, quindi, alla cooperativa «Valle del Mercure» che lo lavora e lo trasforma in conserve o prodotti sott'olio. Per poi venderlo sui diversi mercati italiani e stranieri. Già perché, la melanzana di Rotonda ha anche ottenuto il riconoscimento di presidio «Slow Food» ed è stata inserita nella guida ai prodotti e produttori dell'importante associazione enogastronomica. «Con il bando sull'ortofrutta abbiamo fatto in modo che gli agricoltori producessero gli ortaggi sapendo di averli già venduti - commenta Domenico Cerbino, responsabile dell'azienda agricola dell'Alsia di Rotonda - così li incentiviamo e consentiamo loro di avere un mercato sicuro. La cooperativa a cui viene conferito il prodotto, poi, è l'unica che ha avuto in questo settore il marchio del Pollino». Il marchio, però, è solo un primo tassello. Obiettivo principale degli agricoltori di Rotonda è ottenere il riconoscimento di denominazione di origine controllata. Ed è su questo aspetto che si stanno impegnano, giorno dopo giorno, gli imprenditori, gli amministratori ed i vertici dell'Alsia. La documentazioni da inviare sui tavoli romani dei diversi ministeri è pronta. Le varie procedure sono state attivate. La candidatura, insomma, è stata ufficializzata. Resta solo da aspettare. Nell'attesa, a Rotonda, si continua a lavorare sui numeri. Se fino ad oggi gli agricoltori impegnati nella coltivazione sono stati ottanta, con circa 86 ettari di terreno coltivati e 345 quintali di melanzane prodotte, per il futuro si pensa a numeri decisamente maggiori. «Il prodotto fresco arriva sui mercati di Lazio,. Campania e Calabria, quello trasformato raggiunge un po' tutta Italia - sottolinea Gilda De Tommaso, responsabile commerciale della cooperativa «Valle Mercure» che oltre alla melanzana rossa si occupa della trasformazione di altro ortaggi tipici - ma per il prossimo anno vogliamo aumentare la produzione in maniera considerevole. Inoltre, la nostra idea è quella di creare un'unica cooperativa con tutti i produttori di melanzane del Lagonegrese. Così, infatti, è possibile abbattere i costi e puntare su una maggiore commercializzazione». Il che potrebbe essere la conferma di come l'agricoltura possa essere ancora occasione di sviluppo e occupazione. A.I.

Redazione Consiglio Informa

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