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PITTELLA(DS/PSE): LE RISORSE FINANZIARIE DEVONO SEGUIRE LE AMBIZIONI, NON VICEVERSA
11 febbraio 2004
(ACR) - "La Commissione Europea ha presentato la sua proposta sul prossimo periodo di programmazione finanziaria 2007-2013". A renderlo noto è l'europarlamentare lucano, Gianni Pittella. "Secondo tale proposta, continua Pittella, l'attuazione delle priorità dell'UE richiederebbe un bilancio di circa 150 miliardi annui con un incremento di quasi 50 miliardi rispetto ad oggi. Perché questo budget venga raggiunto, occorre che il contributo degli Stati membri non scenda al di sotto del 1,24%". "Questo è il primo nodo politico - secondo Pittella - da cui dipende il rafforzamento o il rinsecchimento dell'Unione. Un'Unione priva degli strumenti finanziari adeguati, non sarebbe in grado di soddisfare le attese dei cittadini e le sue stesse ambizioni. La programmazione prevista per il 2006-2013 comprende una prima grande rubrica "sviluppo sostenibile" divisa in due campi principali: 1) gli interventi per la competitività (pari a circa 25 miliardi di Euro sui 150 dell'intero Bilancio); 2) le spese per la coesione, pari a circa 50 miliardi di Euro, con un aumento del 30% rispetto al 2006. La seconda rubrica è dedicata alla conservazione e alla gestione delle risorse naturali (spese agricole, sviluppo rurale, aiuti al settore ittico, protezione dell'ambiente). La posta prevista è del 40% del Bilancio, rispetto all'attuale 48%". "La terza rubrica, denominata "cittadinanza, libertà, sicurezza e giustizia" - riferisce Pittella - avrebbe una dotazione di 3 miliardi di Euro, con un incremento del 180% rispetto al 2006, soprattutto per sviluppare politiche comuni di asilo e immigrazione. Le spese per la quarta rubrica, dedicata alle politiche esterne, sarebbe maggiorata del 38% nel 2013, rispetto al 2006, raggiungendo i 10 miliardi. La Commissione prevede una profonda riforma degli aiuti esterni, con la creazione di tre nuovi strumenti nei settori della cooperazione, della stabilità, della preadesione, dell'aiuto umanitario e delle politiche di prossimità. Mi sembra un'impalcatura meritevole di attenzione e di sostegno. Una proposta ambiziosa che permette all'Unione allargata (a 25 e poi a 27 Stati) di svolgere compiti più impegnativi su un territorio più vasto, e di rafforzare il suo ruolo di attore politico globale e di motore della competitività e della coesione interna". L'europarlamentare lucano si augura che "si aprirà un grande confronto che si intreccerà con la discussione sulla nuova politica di coesione, con l'attuazione della riforma della PAC, con la rivisitazione della politica delle Reti Transeuropee, e, soprattutto, con il varo della Costituzione che rende più forti le competenze comunitarie e quindi reclama un maggiore impegno finanziario". "In questa settimana - ricirda Pittella - la Commissione presenterà la sua proposta sulla nuova politica di coesione. È prevedibile e auspicabile una revisione che leghi più strettamente gli interventi a settori individuati dal Consiglio di Lisbona (Ricerca, Formazione, Innovazione, Reti) e che completi il processo di semplificazione delle procedure già avviate. Ma io credo che lo sforzo di riforma debba andare oltre, sino a violare il tabù del parametro unico che sinora ha governato la classificazione delle Regioni bisognevoli di "coesione": il P.I.L.. Sono sempre più convinto che la differenziazione dei ritmi e della qualità dello sviluppo all'interno delle Regioni Europee, meriti parametri plurimi che sappiano leggere proprio le differenze territoriali, a volte nascoste dal generico e fallace valore del Prodotto Interno Lordo. Disoccupazione, deficit infrastrutturale, scarsa qualità della vita possono essere misurati e fornire un grado ben più attendibile delle esigenze di coesione. Si condensano, dunque, in questi mesi, appuntamenti importanti di confronto e di discussione. A pochi mesi dal rinnovo del Parlamento europeo e a metà del cammino di Agenda 2000, sarebbe grave se tali temi non trovassero anche in Italia lo spazio e l'attenzione che meritano".