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IL RITO DEL 'PASSAGGIO DELLA SPINA'
23 aprile 2004
(ACR) - In non pochi paesi di diverse regioni dell'Italia meridionale è consuetudine, in occasione di alcune feste religiose spolverare e rivivere riti pagani. La contaminazione del culto cattolico con elementi estranei al culto stesso trova una sua espressione a Baragiano, piccolo centro agricolo della provincia di Potenza, che si allunga sul crinale di uno sperone roccioso tra i monti I Foi e Santa Croce. In questo caratteristico comune lucano, la cui struttura è quella tipica del Medioevo, con un nucleo abitativo che fa capo alla chiesa, si pratica un antichissimo rito, il "passaggio della spina", che avviene in concomitanza della celebrazione della Madonna dell'Annunziata. A Baragiano, l'Annunziata si celebra due volte l'anno: il 25 marzo ed il lunedì dopo Pasqua, giorno in cui la piccola cappella, tanto cara ai Baragianesi, diviene insufficiente a contenere il gran numero di devoti provenienti non solo dalle campagne della stessa Baragiano, ma anche dai paesi vicino, Picerno, Ruoti, Avigliano, Balvano, Ricigliano e Muro Lucano. In questi giorni i devoti, decisi a prestare i loro omaggi alla Vergine Santissima, chiedono alla stessa protezione per le proprie famiglie. La necessità di protezione, soprattutto nei riguardi dei bambini ed il carattere privilegiato del rapporto religioso che lega i devoti a questa cappella sembrano confermare e giustificare le forme culturali che si sono sviluppate intorno ad essa. Il Lunedì di Pasquetta, in una zona molto vicino alla Chiesa dell'Annunziata, dove i cespugli di rovi cominciano a germogliare proprio nel periodo che va da marzo ad aprile, si radunano i devoti, pronti, al momento opportuno, per dare inizio al rito del "passaggio della spina". A Baragiano si usa far partecipare al rito i bambini dai due ai dieci anni, (ma molte volte sono anche più piccoli), che i genitori vogliono mettere sotto la protezione della Madonna, facendoli passare nudi sotto un arco di spine, detto in gergo locale "scocca", creato da mani esperte e solo in quella circostanza. Il bambino passa dalle mani di un uomo a quelle di una donna, che, in questa occasione fungono da padrino e madrina. Al suono della campanella, quando nella cappella della Vergine Annunziata ha luogo l'Elevazione, un devoto, che attende sulla porta della chiesa ed è il più delle volte o un parente o un amico dei genitori del bambino, spara un colpo di mortaretto segno che è giunto il momento di passare il pargolo sotto l'arco di spine. Il rito si svolge per sei volte, per tre volte il bambino viene passato sotto la "scocca" con l'addome in sù e per tre volte con l'addome in giù, mentre il compare recita una usuale frase dialettale "Teh cummà" e la commara risponde "Mò cumpà" e viceversa. Terminata questa cerimonia i piccoli, avvolti in un grande scialle, vengono portati velocemente all'interno della chiesa della Annunziata, dove nel frattempo si continua a celebrare la Santa Messa, e ai piedi della statua Madonna, vengono rivestiti. E'obbligatorio dire che la statua della Madonna a cui si fa riferimento non è quella dell'Annunziata ma quella della Immacolata Concezione. Questa confusione ha la sua radice nella credenza dell'intangibilità e inamovibilità del simulacro della Vergine Annunziata che da secoli accompagna il popolo Baragianese. Ma ritorniamo al rito in se, in contempo alla vestizione è cura dei partecipanti innestare i rami di rovi, serviti a formare l'arco, protetti con muschio e corteccia di arboscello. La credenza è che in caso di attecchimento la vita del bambino sarà esente da malanni e dunque avrà ricevuto la protezione della Vergine. Il rito del "passaggio della spina" va ripetuto per tre anni di seguito. Questo rito antichissimo è sempre stato guardato con sospetto dalle autorità ecclesiastiche, tanto da farle intervenire più volte e con diversi provvedimenti, ma è allo stesso tempo, da sempre, strumento immediato, utilizzato dalla gente "comune", come segno di avvicinamento alla Vergine Santa. La sua origine si perde nella notte dei tempi, forse è la sopravvivenza di culti agresti praticati all'inizio della primavera, o forse le origini sono da ritrovare tra i riti albanesi. Una usanza simile, infatti, la si incontra anche a Barile ed in altri piccoli centri del Vulture, quali Ginestra e Maschito, abitati, inizialmente, da colonie greco – albanesi. La cerimonia più vicina a quella di Baragiano è la 'Costumanza locale' di Barile, anch'esso piccolo centro in provincia di Potenza, ai piedi del monte Vulture e poco distante dal monte Santa Croce. Il "passaggio della spina" a Barile avviene il martedì dopo la Pentecoste, in occasione della festa della Madonna di Costantinopoli e si svolge con gli stessi crismi con cui si svolge a Baragiano. Non è da escludere che il rito del "passaggio" può aver tratto i suoi modelli dalle genti e dalle usanze pugliesi. Nei secoli scorsi, infatti, i contatti tra i Baragianesi e la Puglia erano abbastanza frequenti. In occasione del raccolto, gli stagionali Baragianesi si spostavano negli assolati campi pugliesi, per la mietitura e la trebbiatura del grano. Non dimentichiamo, infine, i pellegrinaggi che i nostri corregionali facevano all'Incoronata di Foggia e all'Angelo di Puglia. Ed è proprio in un paesino pugliese, della provincia di Bari, Noci, che si pratica una cerimonia simile a quella di Barile e di Baragiano. Anche a Noci si chiama "passaggio della spina", anche qui si pratica in primavera ed esattamente il 3 maggio, in occasione della festa in onore della Madonna della Croce. I fanciulli nel comune pugliese al mattino della festa dopo essere stati portati a cospetto della statua della Madonna vengono condotti in una macchia, dove al momento dell'Elevazione, vengono fatti passare per tre volte tra un virgulto spaccato dall'alto in basso. Terminato il "passaggio si ricongiungono le due metà della pianticella, fasciandole. Se le due parti, così congiunte, attecchiscono la Madonna ha fatto la grazia. Ma anche nella provincia dell'Aquila ed esattamente a Sulmona, troviamo qualcosa di simile. Questa volta il rito si consuma in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna Incoronata, i devoti malati "passano" attraverso il fusto di piccoli arboscelli di quercia, spaccato a metà verticalmente in maniera da permettere il passaggio di una persona. Due persone tengono aperto il piccolo fusto, mentre altre due aiutano il devoto nel "passaggio" e recitano delle preghiere alla Madonna. Ovviamente, anche in questa circostanza le due parti si unisco e si proteggono con corteccia di albero flessibile e si attende. Se il fusto germoglia il miracolo è avvenuto. (M.G.A.)