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(ACR) I RIFIUTI DIFFERENZIATI : C'E' ANCORA DA FARE
10 maggio 2004
(ACR) - La percentuale della raccolta differenziata in Italia è di circa il 22 per cento del totale prodotto. Le regioni più "riciclone" sono al nord, ed in particolare Veneto e Lombardia che hanno superato la media nazionale attestandosi al 35 per cento. Sulla base di una direttiva europea del 1997 i risultati sono incoraggianti e quindi in linea con i programmi di intervento comunitari. Uno standard diverso si trova ,invece, nel sud Italia , dove il riciclo è quasi inesistente , e là dove viene praticato, molto spesso non è organizzata la fase successiva, cioè lo stoccaggio ma soprattutto il riutilizzo del materiale raccolto. Migliore , ma di poco, la situazione nel centro Italia. Attualmente quasi dappertutto si investe con attenzione nel campo dell'educazione dei bambini proprio per abituare le future generazioni che anche i rifiuti hanno un loro valore. Su questo tema molte le scuole lucane che hanno inserito nei programmi didattici attività particolari di informazione e sensibilizzazione sulla raccolta dei vari tipi di rifiuti e sulla raccolta differenziata. Soprattutto nei comuni ricadenti nell'area del Parco del Pollino il problema è "caldo" e di rilevante interesse, considerato che non sono consentiti siti per discariche, oltre ai vari problemi organizzativi e finanziari, per i comuni interni dell'area sud, per l'applicazione del nuovo piano rifiuti della Provincia di Potenza. La raccolta differenziata è organizzata su diversi livelli. Campagne di sensibilizzazione ed informazione capillare, dalle scuole , alle famiglie, ai luoghi di lavoro ; Recupero dei rifiuti, carta, vetro, plastica, alluminio, acciaio, legno, ecc. attraverso opportuni contenitori ; Raccolta e ritiro dei materiali organizzando con le pubbliche amministrazioni predisponendo dei canali per re-immettere questi nei cicli produttivi. Spesso dalle nostre parti manca la fase finale e quindi il lavoro preparatorio resta inutile. I comuni lamentano anche un costo eccessivo per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, ma non attuano, contestualmente, una politica concreta e mirata alla "differenziazione" del rifiuto che consentirebbe minori costi al cittadino, ed in molti casi il loro riutilizzo, attraverso impianti e sistemi che sviluppano energia termica ed elettrica, determina una migliore qualità della vita ed una sensibile ricaduta economica per gli enti locali. Nell'agosto di quest'anno entrerà in vigore una nuova direttiva europea che fisserà il riciclo globale ed obbligherà i comuni, tra le altre cose, ad acquistare almeno il 30 per cento del loro fabbisogno di materiale di cancelleria , che dovrà pervenire almeno per il 50 per cento da materiale riciclato . Sensibilizzare ancora di più i cittadini lucani , ma ancora di più i "cittadini del Parco", e una svolta nelle politiche degli enti locali, consentirebbe di ottenere nel prossimo futuro oltre che risultati di successo, qualche "albero" in più, di riflesso politiche per l'occupazione, intelligente gestione delle risorse naturali, minore inquinamento e non ultima ricaduta economica da stimolo per i processi di sviluppo che quest'area aspetta e merita . (M.R.D.P.)