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(ACR) LA STRADA EUROPEA DEL LATTIERO-CASEARIO

14 maggio 2004

© 2013 - caciocavallo.jpg

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(ACR) - La tradizione agricola intesa anche come segnale di rinascita. Le connotazioni pastorali valutate non più come simbolo dell'arretratezza economica e culturale ma come prospettiva di sviluppo. E' una nuova consapevolezza del patrimonio lucano quello che ha portato alla riscoperta ed alla valorizzazione dei prodotti tipici regionali. Un risultato che fa sì che le «bontà della tavola» possano diventare un punto di riferimento anche dal punto di vista economico per l'intera regione. E tra i «re» della tavola lucana vi sono i formaggi. Produzioni frutto di una tradizione antichissima, favorite anche dalla ricchezza di pascoli montani dove, sino a qualche anno fa si praticava l'allevamento transumante (con mandrie che percorrevano chilometri e chilometri per raggiungere i luoghi dove passare i mesi freddi). Oggi, il pascolo invernale alla «marina» è stato sostituito dallo stallonaggio, ma i formaggi lucani hanno mantenuto le loro caratteristiche di qualità. Tanto da varcare anche i confini nazionali per trasformarsi in veri e propri «simboli» di una terra capace di unire turismo, ambiente, agricoltura e gastronomia. Proprio sui prodotti lattiero - caseari realizzati ancora artigianalmente, in tanti caseifici della regione, infatti, sarà realizzata una sorta di «strada» dei sapori che parte dalla Spagna attraversa la Francia ed approda in Basilicata. L'idea, piuttosto ambiziosa, diventerà operativa grazie ad un progetto della Comunità Europea che sarà realizzato dall'Alsia in collaborazione con l'Anfos ed alcuni organismi francesi e spagnoli. Un programma che prevede la valorizzazione delle produzioni lattiero-casearie appunto e che, recentemente, è stato approvato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. «Interreg 3 B Mediterraneo Occidentale» è la denominazione del progetto internazionale che contempla la protezione, la valorizzazione e la promozione dei formaggi realizzati in piccoli caseifici artigianali della Corsica, della Basilicata e di una regione spagnola. Il tutto con la prospettiva di creare una via dei formaggi che attraversi l'Europa e sia contraddistinta da produzioni fatte da piccoli laboratori artigianali. Una strada che, per l'Italia sarà contraddistinta da alcuni dei luoghi simbolo dal punto di vista gastronomico dell'Appennino lucano (anche se con il coinvolgimento in alcuni tratti di alcuni paesi del Parco del Cilento). D'altra parte, la tradizione dei formaggi lucani è sicuramente degna di nota, anche perché l'alimentazione con prodotti naturali di ovini e caprini consente produzioni casearie di ottima qualità, grazie anche alla lavorazione diretta nei luoghi di pascolo. Esempio sono il caciocavallo, dal sapore piccante e deciso, ed il «butirro» che si realizza dalle mungiture effettuate sul Pollino e sul Monte Vulturino, mentre mozzarelle, trecce e scamorze nascono dal latte degli allevamenti stabili in altre aree. Per non parlare del pecorino frutto dell'allevamento ovi-caprino e di una lavorazione fatta quasi sempre in azienda. E proprio da Filiano, patria di un pecorino con tanto di marchio doc, partirà il percorso che passerà per per la Val d'Agri, o meglio per Moliterno paese rinomato per il suo canestrato, ed arriverà sul Pollino, area di produzione di caciocavallo. «E' un modo per valorizzare le produzioni di formaggi che ancora avvengono in maniera artigianale - commenta Gerardo Delfino, amministratore unico dell'Alsia, agenzia capofila del progetto con tutte le responsabilità giuridiche e penali - ma è anche un'opportunità per fare in modo che si conservi il patrimonio delle bio-diversità e che si recuperino anche fondaci e grotte creando percorsi nei diversi paesi».Spesa prevista poco meno di un milione di euro (anche se in un primo momento lo stanziamento è stato di un milione di euro esatto, circa due miliardi delle vecchie lire, da cui poi sono stati tolti 75mila euro). Fondi erogati dalla Comunità Europea, che saranno utilizzati in progetti diversi che verranno realizzati di sei mesi in sei mesi. Tutti, ovviamente, con un unico scopo: quello della promozione della terra e di paesi lucani particolarmente vocati per le produzioni lattiero-casearie. Insomma, un programma che consentirà di unire turismo, agricoltura, ambiente e gastronomia e che creerà una strada internazionale dei formaggi. Ma soprattutto un'occasione, dopo la firma tra l'Alsia ed il Ministero per la gestione del progetto, per costruire un percorso di natura e gastronomia che trasformando i prodotti lattiero-caseari in messaggeri della regione, serva, soprattutto, a promuovere il turismo ed ad offrire opportunità per tutti i gusti e tutte le esigenze. (A.I.)

Redazione Consiglio Informa

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