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(RegioneInforma) LA VAL D'AGRI SCOMMETTE ANCHE SUI PRODOTTI TIPICI

03 giugno 2004

© 2013 - salsiccia.jpg

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(ACR) - Non solo petrolio. Piuttosto agricoltura, turismo e prodotti tipici. E' la scommessa della Val d'Agri, un territorio alla ribalta non solo per le estrazioni di greggio, ma anche per un paniere di prodotti tipici, genuini e saporiti, di altissimo livello. Un paniere in cui un posto di rilievo è occupato dai salumi. Produzioni tradizionali eseguite secondo gli antichi metodi di lavorazione che, ora, potrebbero diventare una nuova carta vincente per l'area. Già perché, la Val d'Agri si candida ad essere un nuovo polo di riferimento nella produzione dei salumi. Dopo Picerno, dopo Cancellara, dopo il Pollino, è la zona compresa tra i territori di Marsicovetere, Viggiano, Moliterno e San Chirico Raparo a «lavorare» per essere un nuovo punto d'eccellenza per la realizzazione di salumi d'alto livello. La tradizione c'era, basti ricordare il prosciutto di Marsicovetere (al quale da anni è dedicata anche un sagra che celebra nel mese di agosto). Si trattava di valorizzarla, di evidenziarla. Di qui, un programma ambizioso ed articolato, voluto dall'Alsia (l'agenzia per lo sviluppo e l'innovazione in agricoltura) e dalla Comunità Montana «Alta Val d'Agri». Un progetto finalizzato non solo alla valorizzazione dei prodotti, ma destinato soprattutto alla creazione di una vera e propria «filiera» che oltre a garantire, attraverso un marchio tipico, la tracciabilità di prosciutti, salsicce e soppressate, ne caratterizza la realizzazione secondo ricette antichissime. Facendo sì, in poche parole, che le produzioni non puntino sulla tecnica produttiva, ma sulle «singolarità» delle ricette. «La Val d'Agri non è solo petrolio. E' zootecnia di qualità, ortofrutta di qualità, ricettività agrituristica ed ambiente - evidenzia l'assessore regionale all'Agricoltura, Donato Salvatore - La filiera dei salumi rappresenta un ulteriore tassello nella politica generale della promozione di prodotti di qualità. Ovviamente bisogna incrementarla e rafforzarla nell'ottica della filiera corta». L'iniziativa, che rientra in un programma più complesso ed ampio di valorizzazione e promozione del paniere di prodotti tipici della valle, in particolare, vuole far sì che l'intera filiera abbia la sua base in Val d'Agri. Vengano qui allevanti e trasformati sempre negli opifici della valle. Il tutto - particolare non trascurabile - eseguito secondo antiche ricette proprie della zona (e diverse a seconda dei vari produttori). Sette gli allevamenti e tre i salumifici coinvolti nel progetto (divisi tra San Chirico Raparo, Viggiano, Moliterno e Marsicovetere) che dovranno realizzare - secondo le indicazioni del programma - una produzione che entro la fine dell'anno sarà di 300 animali allevati e di circa 450 quintali di salumi prodotti (a tutt'oggi la produzione è già stata di oltre un terzo con poco più di 100 maiali lavorati e diversi chili di salumi venduti sui vari mercati). Divisi tra prosciutti, salami, soppressate, guanciali, pezzente e capicollo. I salumi, poi, sono stati ottenuti con una tecnica produttiva tradizionale, ma soprattutto secondo un ferreo disciplinare disposto dall'Alsia che prevede regole ferree per l'alimentazione, l'allevamento e la trasformazione dei suini (con controlli e verifiche da parte dei tecnici dell'azienda sperimentale di Bosco Galdo, a Viggiano, che ha competenza sull'iniziativa). Al termine delle verifiche, poi, le produzioni vengono certificate con il marchio dell'«Alta Val d'Agri». L'obiettivo finale del programma, infatti, è quello di creare un nuovo prodotto, che insieme agli altri contenuti nel paniere della Val D'Agri, possa rappresentare un ulteriore occasione di sviluppo e rilancio economico per la zona. Un prodotto che per la sua «unicità» possa attrarre consumatori e magari anche turisti. D'altra parte, essendo una produzione di nicchia, si inserisce anche l'elemento della tracciabilità che rappresenta una garanzia in più anche per il consumatore più esigente, considerato che gli permette di controllare tutti i passaggi che hanno portato alla realizzazione del salume (dalla nascita del bovino, all'azienda che lo ha allevato, alle fasi della trasformazione). «I salumi della Val d'Agri vanno ad arricchire la già variegata produzione che c'è in Basilicata e che fanno riferimento alle specificità dei territori - aggiunge Gerardo Delfino, amministratore unico dell'Alsia - Essi sono uno dei prodotti tipici contenuti in un "paniere" di produzioni tipiche più articolato e si caratterizzano perché, invece, che puntare sulla tecnica produttiva, puntano sulla ricetta. Ogni produttore, infatti, ha la sua ricetta depositata e trasformerà i salumi secondo quanto essa prevede». Insomma, una nuova attrattiva per la Val d'Agri, che dimostra, ancora una volta, di non essere solo petrolio ma anche natura ed agricoltura. (A.I.)

Redazione Consiglio Informa

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