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Grande Guerra, al Museo la mostra “L’ora trepida delle armi”
18 aprile 2016
L’esposizione, frutto della sinergia tra il Consiglio regionale e l’Archivio di Stato di Potenza, “per richiamare l’attenzione sulla memoria storica e rendere omaggio a quanti hanno sacrificato il bene supremo della vita per l’ideale di Patria”
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(ACR) - Si potrà visitare fino al 26 maggio 2016 nelle sale del Museo provinciale di Potenza la mostra dal titolo “L’ora trepida delle armi. La Basilicata e la Grande Guerra nei documenti d’archivio”, frutto della collaborazione fra il Consiglio regionale della Basilicata e l’Archivio di Stato di Potenza. Obiettivo dell’iniziativa quello di contribuire, a cento anni dall’ingresso dell’Italia in guerra, evento che ha segnato in modo profondo e indelebile l’inizio del '900 e che ha determinato radicali mutamenti politici e sociali, a tenere accesa la memoria storica e rendere omaggio a tutti coloro che, anche giovanissimi, hanno sacrificato il bene supremo della vita per l’ideale di Patria. La mostra e il relativo catalogo, curati dall’Archivio di Stato del capoluogo, restituiscono l’immagine di una Basilicata inedita, profondamente segnata dal conflitto e dalle sue conseguenze.
La documentazione utilizzata proviene in massima parte dall’Archivio di Stato di Potenza. Altri documenti, inoltre, sono stati messi a disposizione dal vescovo di Melfi, Rapolla e Venosa e provengono dall’Archivio storico della Diocesi di Melfi. Materiali di altri archivi e collezioni privati, come ad esempio la documentazione dell’archivio della famiglia Perretti di Potenza e le cartoline della collezione Luccioni di Potenza, hanno contribuito ad arricchire il percorso. Al lavoro di ricerca, coordinato dalla direttrice dell’Archivio di Stato di Potenza Valeria Verrastro, ha collaborato un gruppo di lavoro composto da Donato Verrastro dell’Università degli Studi di Salerno, dal dottore di ricerca Gaetano Morese, dallo studioso Enzo Navazio, da Lucia Lasaponara dell’Archivio di Stato di Potenza, da Donato Tamblé, già direttore dell’Archivio di Stato di Potenza, e dall’archivista Angela Castronuovo.
Nel percorso espositivo sono state anche inserite anche due postazioni multimediali. Nella prima sono visionabili vari materiali audiovisivi: innanzitutto due interessanti documentari realizzati da Rocco Brancati sulle alcune figure di spicco di lucani come il generale Giuseppe Pennella e il tenente aviatore Mario De Bernardi di Venosa. Nella stessa postazione è visionabile inoltre il film “Pro patria” del regista danese August Blom. In un’altra postazione è possibile consultare la versione digitale sfogliabile del catalogo della mostra ed è possibile effettuare ricerche attraverso i dati contenuti nell’Albo d’oro dei caduti lucani. Julia De Risi e Alberto La Greca hanno informatizzato i dati nominativi relativi ai soldati lucani caduti e Felice Albano e Nicola Remollino, hanno curato la definizione delle moltissime chiavi di ricerca per interrogare l’elenco.
Il progetto grafico e l’impaginazione del catalogo, insieme all’elaborazione digitale delle immagini per la stampa sono stati curati da Palma Fuccella che ha collaborato anche ai testi oltre a realizzare il video di presentazione della mostra e la versione digitale sfogliabile del catalogo.
“L’uso diretto dei documenti – afferma Verrastro - ha restituito un racconto vivace e privo di retorica, che in certi punti si direbbe che sia veramente riuscito a trasmettere il ‘sapore’ e il clima di quello che fu un vissuto quotidiano assai fuori dell’ordinario”. A partire dal titolo della mostra, nato dall’espressione (“È l’ora trepida delle armi”), ripetuta per ben due volte dal vescovo di Potenza e Marsico, Roberto Achille Razzòli, in una notificazione indirizzata il 3 giugno 1915 al clero e al popolo delle due Diocesi unite.
Moltissimi i documenti che contengono notizie inedite o curiose. Tra questi il manifesto del concerto di propaganda tenuto a Potenza nel 1917 dalla famosa pianista e cantante Geni Sadero; esposti anonimi in
cui si denunziano membri del mondo cattolico per il loro contegno poco favorevole alla guerra oppure il mancato arruolamento dei figli di alcuni esponenti della borghesia; il manifestino che pubblicizza la proiezione a Potenza del famoso film danese “Pro Patria”; il facsimile della moneta patriottica di Daniele Manin stampato per promuovere il quinto prestito nazionale; una tabella di decodifica di messaggi telegrafici ai danni dell’Italia da parte di agenti del servizio di spionaggio straniero; manifesti contenenti misure di sicurezza contro eventuali bombardamenti aerei da parte di aeronavi o aeroplani nemici su Potenza e tutto il territorio provinciale con l’indicazione dei locali di rifugio e le misure a difesa del patrimonio artistico; una pubblicazione della Commissione provinciale per il confezionamento degli indumenti militari con lana governativa in cui sono riportate le foto dei modelli da seguire per la realizzazione di guanti, polsini, ginocchiere, sciarpe, etc.; lettere in cui si esalta il contributo di donne lucane in lavori tradizionalmente riservati agli uomini; esempi di schede contenenti notizie di militari lucani al fronte redatte dalla Sottosezione di Potenza dell’Ufficio per le notizie alle famiglie dei militari di terra e di mare; alcune lettere indirizzate dal generale lucano Giuseppe Pennella alla moglie e alle figlie; una lettera della madre di Francesco Baracca a una donna di Tramutola; notizie sui numerosi profughi e prigionieri arrivati in provincia; un esemplare dei volantini che furono lanciati dagli aerei, all’indomani della vittoria, sulle truppe italiane e sulle città liberate; delibere di alcuni Consigli comunali lucani per celebrare la vittoria.
“La mostra – afferma ancora Verrastro - non nasce con un intento celebrativo. Alla base dell’iniziativa vi è innanzitutto il desiderio di rendere il giusto tributo alla memoria degli oltre settemila soldati lucani caduti, la maggior parte dei quali, rubando usando l’espressione usata dal capitano medico di Ruoti Giovanni Buccico, a distanza di cento anni sono rimasti ‘poveri, umili, sconosciuti eroi’. L’altra finalità è stata quella di indagare le vicende della Basilicata negli anni di guerra consultando i documenti d’archivio. Ne è emersa una immagine, per molti versi inaspettata e inedita, di una provincia che solo per la distanza geografica può ritenersi lontana dal fronte di guerra ma che, in realtà, dal conflitto e dalle sue conseguenze fu profondamente segnata. Il conflitto, difatti, ebbe ripercussioni fortissime oltre che sulla vita dei numerosi soldati partiti per il fronte e dei loro familiari, anche su quella della popolazione lucana nel suo complesso”.
La vasta documentazione ha fatto ad esempio emergere “la diffusione di associazioni di mobilitazione e assistenza civile – spiega ancora Verrastro -, un nuovo attivismo del mondo cattolico, i problemi causati dall’arrivo di numerosi profughi e prigionieri, il notevole sostegno economico da parte della popolazione lucana allo sforzo bellico tramite prestiti nazionali e raccolte di fondi, il rafforzamento della censura, il controllo dello spirito pubblico, l’arruolamento di molti civili per lavori in zone di guerra, l’estendersi della presenza femminile in vari settori produttivi, e così via dicendo. Alla sequenza dei documenti si affiancano alcune ‘inquadrature’ dal fronte di guerra realizzate utilizzando cimeli, fotografie e scritti provenienti dalla Collezione della famiglia Salinardi di Ruoti. L’interesse di tale esposizione è dato non solo dagli oggetti presenti ma anche dal racconto delle circostanze, talvolta curiose, che li legano all’esperienza militare del colonnello Ernesto Salinardi: come la spoletta penetrata nel marzo del 1917 sulla sede del Comando del 93° Reggimento Fanteria e che come unico danno provocò… la rottura di un fiasco di vino. Di notevole rilievo è inoltre la presenza dell’inedito diario di guerra del capitano medico di Ruoti Giovanni Buccico”.
Per il presidente del Consiglio regionale della Basilicata Piero Lacorazza, “la mostra sulla Basilicata e la Grande Guerra nei documenti d’archivio è uno sguardo sul nostro passato, sugli eventi che hanno segnato la nostra storia ed hanno contribuito a formare l’identità della Basilicata. Ed è anche un tributo alle oltre settemila persone che in quel conflitto persero la vita. Nel loro ricordo, che è molto forte in tutti i Comuni della Basilicata come è testimoniato dalla presenza di monumenti dedicati ai caduti che abbiamo raccolto in un pannello fotografico installato per questa occasione davanti alla sede del Consiglio regionale, vogliamo ribadire che la memoria ci aiuta a fare luce, che senza la memoria non c’è futuro, che occorre studiare gli eventi della nostra storia per affrontare le sfide dell’oggi”. (L. C.)
Data Inizio: 04 novembre 2015
Data Fine: 26 maggio 2016
Costo del biglietto: Ingresso libero
Prenotazione: Facoltativa; Telefono prenotazioni: 0971 56144, 0971 444833
Luogo: Potenza, Museo archeologico provinciale (via Lazio)
Telefono: 0971 56144
Fax: 0971 56223
E-mail: as-pz@beniculturali.it mbac-as-pz@mailcert.beniculturali.it
Sito web: http://www.archiviodistatopotenza.beniculturali.it/