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Lucani nel mondo a Buenos Aires
26 aprile 2016
Un tributo ad uno dei Paesi dell’America Latina che conta il maggior numero di passaporti tricolore declinato attraverso una serie di iniziative che hanno ruotato tutte attorno al nucleo principale costituito dalla riunione annuale 2016 della Crlm
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(ACR) - Argentina, il Paese che discende dalle navi
“I messicani discendono dagli Aztechi, i peruviani dagli Incas e gli argentini dalle navi”. Così Carlos Fuentes, scrittore e saggista messicano, cosmopolita delle lettere latinoamericane del Novecento scriveva degli antenati argentini. Un’affermazione che trova ancoraggio nel nome con il quale ancora oggi vengono chiamati gli abitanti di Buenos Aires: porteñi, gente del porto, contraddistinti da un proprio dialetto, commistione di tutte le lingue portate in larga misura dagli immigrati europei. A cavallo fra l'Ottocento e il Novecento, infatti, dall'Europa partì un numero notevole di persone, uomini e donne che con i propri usi e costumi diedero forma al paese di stampo più europeo di tutto il continente sudamericano. E di tutti i paesi europei che hanno concorso a fare l'Argentina attuale, l'Italia è sicuramente quello che ha contribuito in maniera più significativa insieme alla Spagna. Non è un caso se l’attuale presidente dell’Argentina, Mauricio Macri, ha origini italiane così come Mario José Bergoglio, il papa venuto “dalla fine del mondo”.
E’ anche per questo motivo che arrivando a Buenos Aires ci si sente un po’ a casa. La capitale argentina, esuberante e cosmopolita, offre allo sguardo curioso di chi giunge da lontano una variegata presenza di stili architettonici che ricordano le principali città europee con sullo sfondo il Rio della Plata, un fiume che assomiglia a un mare. Una metropoli dai quartieri contrastanti, ognuno con i suoi colori, sapori e tradizioni. Da una parte il ricco e sfavillante Puerto Madero con i suoi grattacieli di vetro, i numerosi ristoranti con vista sul fiume dove risuonano le note melodiche di giovani artisti che presentano e rappresentano l’Argentina del tango. Dall’altro lato la Boca, il quartiere del porto, dei marinai genovesi, con le case in lamiera ondulata dipinte in colori sgargianti, con i suoi mercatini ricchi di oggetti di artigianato, pullulante di artisti di strada e bambini che si improvvisano piccoli Maradona. Un contrasto netto che stupisce ma che rende unica e indimenticabile la “città che non dorme mai”, la capitale latinoamericana che ha ospitato un gran numero di emigrati lucani. Chi non ha nella propria famiglia un nonno, uno zio o un avo che si sia trasferito, anche per un periodo più o meno lungo, in Argentina?
L’omaggio della Regione Basilicata nel 2016 all’America Latina
E l’intento della missione istituzionale della Regione Basilicata in uno dei Paesi dell’America Latina che conta il maggior numero di passaporti tricolore è stato proprio quello di rendere omaggio ad un Paese che ha accolto tante famiglie lucane. Un tributo declinato attraverso una serie di iniziative svolte in sinergia con la Fondazione Matera-Basilicata 2019, Lucana Film Commission e Apt Basilicata che hanno ruotato tutte attorno al nucleo principale costituito dalla riunione annuale 2016 della Commissione regionale dei Lucani nel Mondo.
Riunione che si è potuta svolgere fuori dai confini territoriali grazie alla modifica apportata alla legge regionale, la n. 16/2002, tesa a disciplinare gli interventi in favore dei Lucani nel mondo. Una modifica che ha previsto la possibilità di far svolgere i lavori della Commissione a rotazione nei vari continenti con maggiore presenza di emigrati lucani.
“E’ stato possibile così – ha spiegato il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza - incrociare le richieste dei nostri corregionali che da tempo richiedevano un riconoscimento a quel forte sentimento di appartenenza ad una comunità che ha sempre caratterizzato gli emigrati di prima, seconda e terza generazione. Le radici sono importanti, noi lucani – ha detto - dobbiamo alimentarle perché non rimangano prigioniere della terra ma diano vita ad un albero che possa respirare l'aria del mondo, dei mondi”.
I lavori della Crlm, il piano annuale 2016 e quello triennale 2016-2018
Concetto ribadito anche dal presidente della Commissione regionale Lucani nel Mondo, Nicola Benedetto nell’aprire i lavori della due giorni di confronto fra i rappresentanti delle istituzioni e delle Federazioni e Associazioni sulle iniziative che saranno realizzate nel corso dell’anno 2016 e del triennio 2016-2018: “Con questa riunione in terra argentina vogliamo rendere omaggio a quella nazione che ospita il maggior numero di lucani emigrati nel corso degli ultimi decenni. Un tributo a quanti, con coraggio, affrontarono enormi sacrifici per una vita migliore abbandonando la propria terra e la propria cultura”.
Un lavoro proficuo e costruttivo che ha portato all’approvazione del piano annuale 2016 e triennale 2016-2018. Tra le attività programmate oltre a quelle consuete come i contributi alle singole Associazioni e Federazioni, la partecipazione della Regione Basilicata alla quarta edizione della “Settimana della Cucina Italiana di Buenos Aires”, le celebrazioni del 70° anniversario dell’Accordo Bilaterale stipulato tra l’Italia e il Belgio, azioni di marketing territoriale e di promozione culturale, economica e turistica del territorio regionale e dei prodotti eno-gastronomici in Germania con il progetto “Basilicata da amare”, la partecipazione della Regione Basilicata al “Collegno Folk Festival – Festa dei Popoli”. Previsto anche un progetto di formazione linguistica e culturale denominato “Ritorno verso la Basilicata”. Per il triennio 2016-2018 sono state tracciate le linee e gli obiettivi da conseguire che riguardano Matera Capitale della Cultura 2019, il Museo dell’Emigrazione lucana “Nino Calice”, i Comuni lucani, gli Sportelli Basilicata e le azioni di partenariato, i progetti sul sistema di comunicazione e informazione, il turismo di ritorno e i fondi per gli indigenti.
L’Assemblea dei lucani nel mondo è stata anche l’occasione per imprimere un cambio di rotta nelle scelte delle iniziative da mettere in campo nei prossimi anni oltre all’affermazione di un principio condiviso che riguarda la partecipazione da protagonisti dei giovani nelle diverse associazioni. “I giovani – ha sottolineato il Presidente Lacorazza - sono gli ambasciatori di una Basilicata proiettata verso il futuro, con la consapevolezza della nostra storia e delle nostre radici”. Gli ha fatto eco il presidente della Crlm, Nicola Benedetto ritenendo “essenziale un cambio generazionale alla guida degli organismi associativi per dare un volto nuovo alla Commissione e nuove traiettorie per il futuro”. Traiettorie che a parere anche dei vicepresidenti della Crlm, Francesco Mollica e Vito Giuzio devono superare “una progettualità che è entrata in crisi” partendo da un imprinting culturale comune con gli obiettivi puntati tutti su Matera 2019.
Fondazione Matera 2019, Apt Basilicata e Lucana Film Commission in vetrina a Buenos Aires
L’evento, dunque, è stato anche un’opportunità per promuovere Matera 2019. In sinergia con la Fondazione Matera 2019, l’Apt di Basilicata e la Lucana Film Commission, è stato lanciato un univoco messaggio: “Matera Basilicata 2019 è Italia 2019, il luogo dei luoghi in cui gli italiani possano e dovranno riconoscersi, ognuno con i piedi nella propria terra e con la testa nel mondo”.
E proprio da una delle sedi di raccordo tra l’Argentina e l’Italia, l’Istituto italiano di cultura, i direttori della fondazione Matera-Basilicata 2019, Paolo Verri e della Lucana Film Commission, Paride Leporace e la funzionaria dell’Apt Basilicata, Stefania Bruni hanno puntato, ciascuno per le proprie peculiarità, i riflettori sulla Basilicata.
"Nel cammino che ci attende verso il 2019 vogliamo coinvolgere i tantissimi lucani che vivono all'estero. E' per questo motivo che stiamo individuando una serie di città partner nel mondo, di cui 20 in Italia, 27 in Europa, 5 nel mondo, 52 in tutto, una per ognuna delle settimane che comporranno l'anno da capitale". Lo ha detto il direttore della Fondazione Matera-Basilicata 2019, Paolo Verri nel presentare alla platea dell'Istituto italiano di cultura di Buenos Aires il bando per l'individuazione della città argentina partner di Matera Capitale della cultura europea 2019.
“E’ la prima volta nella storia di questa competizione - ha proseguito Verri - che una città del Mezzogiorno d’Italia diventa una capitale europea della cultura grazie ad alcuni fattori determinanti. La giuria, infatti, ha premiato Matera, non solo per la sua storia millenaria e per la sua struggente bellezza, ma anche perché lungo il cammino della candidatura, iniziata dal basso, dai cittadini, si è registrata una grandissima partecipazione e si sono costruiti progetti culturali di dimensione europea. Matera-Basilicata 2019 è una opportunità per creare una cultura aperta, in tutte le sue molteplici declinazioni: aperta perché accessibile a tutti, aperta nei confronti dei pensieri e delle diverse sensibilità, aperta perché disponibile al dialogo”.
Paride Leporace, direttore della Fondazione Lucana Film Commission, ha presentato agli operatori del settore la Basilicata cinematografica: “Siamo un pezzo di cinema di questo mondo globalizzato e amiamo contaminarci con altre cinematografie per partecipare al nuovo racconto del XXI secolo. La Basilicata è un immenso set cinematografico a cielo aperto – ha proseguito Leporace – che ha una storia di eccellenza per quanto riguarda il cinema: la sua filmografia vanta 50 pellicole di registi come Pasolini, Rosi, i fratelli Taviani, Gibson, Tornatore, Lizzani e vede, in questo momento, un fiorire di produzioni”.
Il direttore della Fondazione Lucana Film Commission ha, poi, lanciato l’idea di costruire un possibile film sui lucani che contribuirono a far nascere quel mito potente del calcio che si chiama Boca Junior. “Idea apprezzata – fa sapere Leporace a margine dei lavori – da una produttrice argentina che ha preso in seria considerazione un progetto di questa portata per un documentario o magari un film di finzione da realizzare in coproduzione considerato che il nuovo presidente dell’Argentina, Macri, è stato presidente del Boca”.
La dirigente dell’Apt Basilicata, Stefania Bruni ha raccontato ai tour operator argentini presenti i luoghi e le suggestioni della Basilicata: “Piccolo ma unico, il territorio lucano cattura lo sguardo con i suoi cromatismi e la sorprendente varietà di ambienti naturali. Conquista il palato con i golosi prodotti, incuriosisce per le tipicità culturali ed emoziona con grandi attrattivi. Il visitatore può addentrarsi nei suoi suggestivi angoli e toccare con mano i segni della storia e le tracce dell’arte nei musei e nelle aree archeologiche”.
“Seducente – ha continuato la dirigente dell’Apt Basilicata - è la bellezza della natura lucana: l’habitat rupestre di Matera, Capitale europea della cultura 2019, nota come città dei ‘Sassi’, antichi rioni scavati nella roccia e sito Unesco, la costa tirrenica e la sua perla, Maratea, dove si alternano scogli, insenature e grotte, lambite da un mare cristallino, le spiagge dalla sabbia finissima della costa jonica e i quattro parchi naturali, tra cui il Parco del Pollino, il più grande d’Italia, con le suggestive formazioni di pino loricato, comprendenti esemplari plurisecolari, e le altre riserve naturali, i lussureggianti boschi del Vulture-Melfese, area dagli imponenti castelli, cuore del regno normanno e testimone dell’epoca federiciana, rinomata per l’acqua minerale che sgorga dalle numerose sorgenti del monte Vulture e per il pregiato vino Aglianico”.
Il Museo dell’emigrazione lucana “Nino Calice” stipula importanti protocolli d’intesa
Ma la riunione annuale della Commissione regionale Lucani nel mondo è stata anche un veicolo per far conoscere ai delegati provenienti dai diversi continenti, il Museo dell’emigrazione “Nino Calice”, una esposizione permanente sulla storia del vasto fenomeno di emigrazione lucana all’estero tra ‘800 e ‘900 e i suoi effetti all’interno del territorio regionale. “Il Museo – ha spiegato Scaglione, coordinatore del Centro “Nino Calice” - ha sede nel Castello di Lagopesole e propone un racconto emozionale. Lo scopo non è teso a rievocare sentimenti nostalgici, ma a mantenere vivo il ricordo dei nostri emigrati consegnandolo soprattutto ai giovani. E’ come ripercorrere al rallentatore una sequenza cinematografica lunga decenni attraverso le azioni, i sacrifici, le vittorie e le sconfitte dei protagonisti delle storie della nostra emigrazione. Un esempio e un monito per la emigrazione e la immigrazione di oggi”.
A Buenos Aires e a Montevideo, Scaglione ha sottoscritto importanti protocolli d’intesa con il Museo del Universidad nacional de tres de Febrero (Muntref) e il Museo de las Migraciones (Mumi) per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, documentario e iconografico dell’emigrazione italiana. La finalità è di progettare, realizzare e promuovere attività congiunte, in particolare rivolte alle giovani generazioni, per la conoscenza dell’emigrazione e la sua valorizzazione. Tra gli intenti anche quello di sviluppare politiche di studio, ricerca e collaborazione nell’ambito dei Musei e istituti attivi sull’emigrazione in Italia e nel Mondo e, in particolare, di attivare un’azione coordinata presso il Museo dell’emigrazione italiana, promosso dal Ministero per gli Affari Esteri.
“Testimonial lucani”, assegnata onorificenza al “Tata Martino”
Tra le iniziative del Centro “Nino Calice”, anche l’assegnazione del premio “Testimonial Lucani” a personaggi della Basilicata che si sono contraddistinti in America Latina. Una squadra, quella degli ambasciatori lucani nel mondo che si è impreziosita con l’ingresso di un volto noto agli amanti del football, Gerardo Martino, l’allenatore dell’attuale nazionale di calcio argentina i cui nonni partirono alla volta del paese sudamericano da Ruoti e Ripacandida.
Il Presidente Lacorazza nel consegnare il premio al “Tata”, l’entrenador girovago tra Paraguay, Spagna e Argentina si è detto onorato di assegnare il riconoscimento “a un lucano che ha vissuto da protagonista e che resterà per sempre nella storia dello sport”. “Un esempio – ha ribadito il vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Mollica - di come i nostri emigrati, con determinazione e passione, sanno portare in alto il nome della Basilicata”. Visibilmente emozionato Gerardo Martino, dopo aver ricevuto il premio e autografato la maglia albiceleste, in un italiano misto allo spagnolo, ha promesso di ricoprire il ruolo di testimonial lucano con orgoglio e impegno, proprio come un vero lucano.
Riconoscimenti alla memoria sono stati consegnati anche ai familiari di Rosita Melo, compositrice e cantante degli anni ’40, Juan Josè Tramutola e Juan Manuel Farenga, il primo allenatore e il secondo socio fondatore della squadra di calcio Boca Junior.