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Il Museo Janora di Irsina e il mito di Bellerofonte
04 luglio 2013
Tra mitologia classica e melting pot contemporaneo, il contenitore museale accoglie un’ampia selezione di reperti appositamente studiati e restaurati, frutto dello straordinario lavoro compiuto dallo storico irsinese Michele Janora
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(ACR) - Un vaso a figure rosse racconta il mito di Bellerofonte. L’impavido eroe impugna una lancia e si accinge a colpire con vigore la Chimera, creatura mostruosa che sputa fiamme, con la testa di leone, il corpo di capra e la coda di serpente. Accanto sulla destra c’è Poseidone che cavalca un cavallo marino e punta il tridente verso Pegaso, il cavallo alato. Alle spalle del dio un delfino, simbolo delle acque. Mentre sulla sinistra una Nike alata e coronata, simbolo della vittoria. E ancora: un Sileno barbato con una benda sul capo e una fiaccola in mano. Sono le scene, ancora ben visibili e distinguibili, del mito di Bellerofonte (βελλεροφῶν o βελλεροφόντης “uccisore di Bellero” ovvero Ipponoo che così fu soprannominato dopo che ebbe ucciso Bellero, tiranno di Corinto) dipinte sullo splendido cratere a calice in ceramica a decorazione geometrica, a figure rosse e a vernice nera, risalente al primo quarto del IV secolo a.C. e attribuibile alla cerchia del Pittore di Tarporley: è il pezzo forte del Museo Civico Janora, nel cuore antico di Irsina, in origine Montepeloso (foto n.1-4).
Il monito divino: orgoglio e vanità non resteranno impuniti. Del leggendario Bellerofonte, personaggio eroico della mitologia greca, tanto caro anche alla mitologia italiota, ne fa menzione per primo Omero. Nel VI canto dell’Iliade racconta della grande impresa da lui compiuta: quella di uccidere - su richiesta di Iobate re di Licia - il mostro che lo stesso Omero descrive con la testa di leone, il corpo di capra e la coda di serpente. Anche Esiodo, Pindaro, Euripide ne danno testimonianza insieme ad altri autori tragici, molti dei quali hanno immaginato l'eroe seduto a cavallo di Pegaso: quel prezioso alleato che Bellerofonte rubò a Zeus, con l'aiuto di Atena, e grazie al quale riuscì a gettare del piombo nella gola della Chimera che così riuscì a soffocare. Nel racconto mitologico: passioni, gelosie, invidie, tranelli. Ma anche: valore, coraggio, rispetto per gli dei e per leggi greche, in primis quelle dell'ospitalità, la Xenia (ξενία, xenía). Né manca il monito finale, a carattere universale e a-temporale: la punizione divina dell’orgoglio e della vanità umana. Quel desiderio di raggiungere l'Olimpo fu la grave colpa di cui si macchiò il coraggioso Bellerofonte: a ben poco bastò la gloria per le sue tante imprese che gli furono ricompensate da Iobate con la figlia Filonoe concessa in sposa e l’eredità al trono. Gli dei, infastiditi per la sua vanità, mandarono un tafano a pungere Pegaso che lo sbalzò di sella. Bellerofonte sopravvisse alla grave caduta, ma rimase solo e infermo fino alla morte.
L’eredità dello storico irsinese Michele Janora. Il contenitore museale, ospitato nell’ala sinistra del convento cinquecentesco di San Francesco, da giugno 2011, accoglie un’ampia selezione di reperti appositamente studiati e restaurati: frutto dello straordinario lavoro compiuto dallo storico irsinese Michele Janora (foto n.5-6) a cui si deve una collezione di 1600 reperti, provenienti in gran parte da necropoli o singole tombe disseminate lungo le fasce orientali della Basilicata e nord-occidentali della Puglia. Un percorso espositivo cronologico-tematico che si snoda attraverso sei stanze, che parte dal Neolitico per continuare con l’età arcaica, classica ed ellenistica. L’ampia raccolta, che rende testimonianza dell'intensa frequentazione umana del territorio fin dall’antichità, dal 1948 è sottoposta a tutela dal Ministero della Pubblica Istruzione per il suo notevole interesse (foto n.7–14) ed è stata acquistata dal Comune di Irsina nel 1981 divenendo patrimonio dell'intera comunità. Di particolare rilievo il nucleo di ceramiche a decorazione geometrica, a figure rosse e a vernice nera, armi e ornamenti in bronzo e ferro databili dall'età preistorica all'età ellenistica. Magnifiche ceramiche e ben 31 monete d'argento e di bronzo, la maggior parte di epoca romana, dal 300 a.C. al 300 d.C. Tra gli oggetti realizzati in ferro: punte di lancia, spade e coltelli di epoca romana. Tra quelli in bronzo: fibule (spille), anelli e frammenti di cinturoni.
Arte e natura, richiamo per stranieri. Ad aver curato il progetto scientifico ed espositivo del Museo Civico Janora l’archeologo Massimo Barretta. Ad occuparsi della gestione e fruizione la piccola società
cooperativa Arenacea impegnata in costanti attività di valorizzazione e promozione del territorio, volano per un particolare fenomeno di ‘apertura’ della comunità ad affascinanti orizzonti internazionali. Tra le principali manifestazioni: ‘Irsina Arte’, diventato appuntamento fisso e tanto atteso (foto n.15-21) e giunto nel 2013 alla sua nona edizione. Grazie alla collaborazione di esercizi commerciali, dei proprietari delle case, ma soprattutto di tutti gli irsinesi che si divertono a mettersi in posa per gli artisti, ogni anno, tra maggio e luglio, l’evento propone laboratori di pittura e workshop che richiamano un numero sempre crescente di artisti stranieri e docenti di fama internazionale, impegnati a lavorare soprattutto all’aperto per ritrarre scorci suggestivi e il paesaggio mozzafiato. Ma in realtà capita in ogni periodo dell’anno di incontrare stranieri in giro tra i vicoli stretti del paese: spesso al bar della piazza principale con in mano un bicchiere di vino aglianico o un boccale di birra e lo sguardo trasognato perso nella vastità dell’orizzonte. Il borgo è uno dei più antichi della Basilicata ed è un vero incanto anche dal punto di vista artistico: dominato dall’imponente cattedrale romanica (foto n.22,23,24) che nasconde veri tesori come la prestigiosa statua quattrocentesca del Mantegna, esposta al museo del Louvre nel 2008 (foto n.25,26,27), vanta tra l’altro gli splendidi affreschi trecenteschi della cappella ipogea della chiesa di San Francesco (foto n.28-32).
Dal Nord Europa: presenze radicate. “Capita spesso, molto spesso – racconta il presidente della cooperativa Arenacea, Giovanni Figliolo - che molti degli artisti e dei docenti provenienti soprattutto dalla Francia e dal Belgio, venuti ad Irsina in occasione dei corsi di pittura di ‘Irsina Arte’, cadano nella tentazione di metter qui radici. Ad oggi sono oltre una cinquantina le famiglie di stranieri che hanno preso casa nel centro storico di Irsina e vengono a vivere qui per diversi mesi consecutivi durante tutto l’anno. E ovviamente hanno avuto la possibilità di acquistare le abitazioni migliori, le più panoramiche che, con una buona opera di ristrutturazione, sono diventati dei veri e propri gioielli. Grazie infatti al coinvolgimento del circuito turistico di un importante tour operator belga e all’attivazione di una rete di contatti, è stato possibile – evidenzia - ampliare progressivamente la recettività turistica in favore di un target nordeuropeo che con grande entusiasmo viene a scoprire le bellezze di questo territorio. Ormai questi stranieri fanno parte della nostra piccola comunità e si sono integrati perfettamente come stregati dall’arte, dall’ospitalità, dal sole e dalla cucina tipica locale”.
Dal Belgio pacchetti turistici ad hoc. Incontrato di ritorno da un recente viaggio proprio in Belgio per presentare e promuovere le ricchezze di Irsina e anche di tutta la Basilicata in diversi istituti scolastici di Anversa e dintorni, Antonio Coletta, amministratore di Arenacea, racconta come sia riuscito a sollecitare l’attivazione di un pacchetto turistico anche in occasione di ‘Irsina in Lingua’ che, tra settembre e ottobre, propone corsi di Italiano per gli stranieri, corsi di cucina tradizionale, itinerari ed escursioni in lungo e largo per le bellezze della regione. Eppure, nonostante i buoni risultati raggiunti in questi anni e i migliori propositi per il futuro, non manca la consapevolezza che c’è ancora tanto, tanto da lavorare. “Soprattutto – sottolineano i due giovani amministratori di Arenacea - servono posti letto nel borgo di Irsina, ulteriori investimenti nella cura e nella rivalutazione del centro storico e nella fruizione delle numerose bellezze artistiche presenti: tutte cose che però Arenacea/Museo Janora da sola non può fare”. Proprio come mito insegna: dedizione alla propria missione personale, con spirito di sacrificio e senza alcun orgoglio o vanità. Per un lavoro benedetto dagli dei. (C. L)
Fonti:
- “Italiapiù. La rivista dei Comuni e del Territorio” - Anno 5 - numero 19 - Dicembre 2012 - Il Sole 24 Ore spa
- “Diario irsinese. Periodico d’informazione e cultura” - Anno XVI - numero 96 - Giugno 2011 - Associazione culturale ‘Libero Rocco Scialpi’ Irsina
- “La lettura. Corriere della sera” – Anno 2 – numero 10 - 11 marzo 2012 – RCS MediaGroup spa
- “Dizionario illustrato di Mitologia classica” Crescini, Della Peruta, Fava – 1989 Armando Armando srl
- http://www.comune.irsina.mt.it
- http://www.basilicatanet.it/basilicatanet/site/Basilicatanet/detail.jsp?sec=104925&otype=1012&id=558470&value=AGR